Ieri sera sono andato al Premio Danzuso, mi ha fatto piacere entrare in quel salone che conosco da bambino. La prima sensazione è che ho trovato una atmosfera spettrale. Non so se per il desiderio di contestare o perché è verità ho percepito una profonda vuotezza anche se ricca di personaggi, anche se riconosco lavoro e comunità. Se non ci fosse questa condizione di scambio relazionale questa mail sarebbe una pagina di diario nascosta tra le mie cose. Nello stesso contesto mi sono chiesto se l’età sblocca o blocca mentre un signore davanti a me più grande di me di qualche anno continuava a fare selfie come se non ci fosse un domani. Il contesto, le fasi del premio Danzuso mi hanno fatto pensare al preteso spazio di ognuno di noi, al “lasciami passare” all’avidità delle idee alla voracità, all’opulenza politica. Vedevo sul palco Luana Rondinelli premiata da Orazio Torrisi e adesso mi echeggia la canzone di Lucio Battisti “Che ne sai di un bambino che rubava. E soltanto nel buio giocava. E del sole che trafigge i solai, che ne sai. E di un mondo tutto chiuso in una via. E di un cinema di periferia. Che ne sai della nostra ferrovia, che ne sai. Conosci me, la mia lealtà. Tu sai che oggi morirei per onestà. Conosci me, il nome mio. Tu sola sai se è vero o no che credo in Dio. Che ne sai tu di un campo di grano”. Un susseguirsi di pensieri come la commozione di Gaetano La Mela sul palco parlando del suo lavoro, bello! Non è facile tradurre le sensazioni. Sento un’overdose di stimoli di necessità personali che diventano di tutti in un esasperato bisogno di allegria che di fatto è un’incapacità a vivere la propria solitudine. Come al solito viaggio in autobus e visto che l’attesa ieri sera è stata tanta stavo desistendo, invece ho mantenuto l’obiettivo e ci sono andato. Il segno che ci sono andato e di essermi portato a casa tanta tristezza mascherata a business culturale, movimenti occasionali in cui le lobby sono al primo posto. L’angoscia è dilagante. Oltre alle lacrime di Gaetano mi sono portato a casa l’incontro con Lucio Di Mauro con il quale c’è un progetto in corso che riguarda Sant’Agata ed in particolare la Candelora dei Maestri Artigiani. L’ascolto della nuova giovinezza di Maria Lombardo che scopro essere curatrice di un libro sulle famiglie teatrali di Catania, un’altra info che può tornarmi utile. Sguardi di gente che conosco. Da qui riflessione sulla capacità di tenere la rotta con la forza e la saggezza, di tenere fede alla naturalezza delle cose e dei fatti. Prima di andare ho sistemato la situazione in banca con due azioni prendere e versare. La cosa più importante dell’essere uomo è la determinazione perché si può essere sviati da molte cose. Mi piace leggere la risposta del prof. Carlo Colloca in posta in arrivo come mi piace leggere le mail di Daniele in posta inviata. Cosa serve tutto questo? Ad aggiornare continuamente la traiettoria. Ieri sera pensavo se è il caso di rimodulare l’idea della conferenza stampa in occasione dell’Altro ieri, chiedo consiglio a te. Si può fare un accenno. Il progetto è molto impegnativo e desidero che tutto sia ben allineato. Si può fare una CS in cui si fa un accenno al programma spostando i dettagli a febbraio. Questa mail sta a significare come riuscire ad ascoltare il mondo anche da un punto defilato. Questo ci permette di portare a casa continui riordini come modifiche al copione, perché il desiderio è fare le cose per bene avanti tutta. Sono necessarie ulteriori riflessioni di salvaguardia per il lavoro e la soddisfazione di tutti. Ringrazio che ne posso parlare con te aggiornando il reciproco scambio. Buon giorno