Con mia figlia abbiamo l’abitudine di andare ad omaggiare Sant’Agata alla sua prima uscita ogni anno che coincide con la messa dell’aurora in occasione della sua Festa a febbraio. Ogni volta c’è un clima di fratellanza e di attesa in una piazza Duomo che si riempie pian piano di devoti, turisti e cittadini fin dall’una di notte. Siamo arrivati alle 02:30. Quest’anno nel momento clou ho girato un video che comprende il suono dei fuochi d’artificio che ho usato come sottofondo a varie immagini realizzate durante le 5 ore, il corso della mattinata. A tutte, selezionate o no, manca il trucco di una giovane donna che è stata accanto a me fumando gran parte del tempo e che mi ha ricordato Moira Orfei a grandi linee. Di lei tra le immagini si nota solo la mano sinistra. Sono curioso di sapere se il mio amico fotografo @emanuele_carpenzano, presente al contesto suddetto, che inquadro di spalle, ha notato anche lui la stessa somiglianza e l’ha fotografata. Jung sottolinea l’intima connessione tra l’individuo e l’ambiente, che in alcuni casi cela un’attrazione così forte da realizzare quelle che noi chiamiamo coincidenze, ossia esperienze con un valore proprio e fortemente simbolico. Quel trucco non è soltanto il segno della matita nera che sporge dalla linea dell’occhio verso l’orecchio, non è soltanto il richiamo di una poesia visiva, non è soltanto mistero e attrazione, è molto di più. Il mio sguardo, la mia immaginazione, il mio trattenere la curiosità della conoscenza, la mia creatività e ogni mio incontro in questo caso lo dedico a Sant’Agata come espressione di un interscambio di fede per cui esprimo, con questo manufatto, mia gratitudine.