Avevo dimenticato questa scena, l’avevo fatto volutamente. Questo film apparteneva ad un tempo difficile da coniugare. Ricordo vagamente la storia. Mi piace dove porta e cosa porta. La ricerca si muove inesorabile scandita da silenzi e nuove direzioni, si sposta da ogni parte altrimenti non sarebbe ricerca. Sono tornato a guardare questa interpretazione, questo film in lingua originale. Si vede un immergersi in un tempo senza tempo. La forza è uguale, una rinascita e una conquista. Una fonte di emozioni che sono di tutti. La gioia del pubblico è l’aspetto a cui tengo di più.
Andreï ha un’idea folle: riunire i suoi vecchi amici musicisti che, come lui, vivono facendo umili lavori e portarli a Parigi, spacciandoli per l’orchestra del Bol’šoj. L’attrattiva di un guadagno strappa facilmente i vecchi musicisti dalle loro nuove e disparate attività. Ma a Parigi, dopo essersi fatti anticipare i 100 euro di diaria la compagnia si dissolve. Intanto gli orchestrali dispersi per Parigi vengono raggiunti da un SMS di fronte al quale non possono tirarsi indietro: si chiede loro di esibirsi in onore di Lea. Così, senza alcuna prova, si arriva all’inizio del concerto. L’orchestra parte in maniera sgangherata ma all’assolo di Anne-Marie, come per magia, viene ritrovata l’armonia e la magistrale interpretazione della violinista trascina tutti gli altri musicisti a dare il meglio e ad offrire una prova esemplare che entusiasma il pubblico. Filipov porta finalmente a termine il suo concerto e rende il massimo onore all’amica Lea, che rivive nel talento della figlia.
Fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Il_concerto_(film)