Amare

“L’amore è apertura all’universo, amare significa aprire la propria vita.

Per il Buddismo la massima espressione dell’amore è la JIHI significa “amicizia sincera” o “profondo affetto”, HI “comprensione” e “gentilezza”.

Nel Daichido ron Nagarjuna spiega: “JI significa dare felicità a tutti gli esseri viventi e HI togliere loro sofferenze”. La compassione contiene in sé un aspetto femminile di sentire la sofferenza altrui e uno maschile di spronare chi soffre all’azione per superare il proprio limite.

Si ama davvero una persona quando si riesce a riconoscere che la sua individualità è totalmente distinta dalla propria e la si rispetta pienamente cercando di favorirne lo sviluppo anche a costo di dovere separarsene o perderla, perché il fine ultimo della vita è sempre la crescita spirituale.

Amare è una delle più grandi libertà di cui disponiamo. Più amiamo, più allarghiamo i nostri confini e più si attenua la distinzione tra il nostro io e l’universo”.  D.Ikeda NR nr. 181- pag. 6

 

 

Quando.mi chiedono: ” che tipo di Uomo ti piace ….moro…. alto basso”? … io rispondo “INNAMORATO” Non può esistere per me commozione più grande e coinvolgente del Disarmante … “Uomo Innamorato”….ti vede SPECIALE UNICA DENTRO E FUORI…. ti fa sentire B E L L A ! Si…. “imperfettamente bella”…Non hai bisogno di ” sfamarti” perchè lui sa imboccarti.. il suo sguardo ti fa venire voglia di essere sempre una donna migliore….. migliore anche per lui… perchè una donna felice ( così come l’uomo ) è una compagna migliore. Sono stata anni…. a dirmi che la mia passione incontenibile….conosciuta e vissuta tra libri romanzi palcoscenico… arte e musica… fosse una condanna per me … ma oggi mi ritengo una Donna fortunata perchè non tutti sanno cosa sia…. non tutti sanno cosa possono avere o perdere….Prima o poi… arriverà una pazzia che varrà la pena “vivere” Con AMORE…. Loretta da FB 6 aprile 2021

 

 

Carte da decifrare, Ivano Fossati

L’amore è tutto carte da decifrare
E lunghe notti e giorni per imparare
Io se avessi una penna ti scriverei
Se avessi più fantasia ti disegnerei
Su fogli di cristallo da frantumare
E guai se avessi un coltello per tagliare

Ma se avessi più giudizio non lo negherei
Che se avessi casa ti riceverei
Che se facesse pioggia ti riparerei
Che se facesse ombra ti ci nasconderei
Se fossi un vero viaggiatore t’avrei già incontrata
E ad ogni nuovo incrocio mille volte salutata

Se fossi un guardiano ti guarderei
Se fossi un cacciatore non ti caccerei
Se fossi un sacerdote come un’orazione
Con la lingua fra i denti ti pronuncerei
Se fossi un sacerdote come un salmo segreto
Con le mani sulla bocca ti canterei

Se avessi braccia migliori ti costringerei
Se avessi labbra migliori ti abbatterei
Se avessi buona la bocca ti parlerei
Se avessi buone le parole ti fermerei
Ad un angolo di strada io ti fermerei
Ad una croce qualunque ti inchioderei

E invece come un ladro, come un assassino
Vengo di giorno ad accostare il tuo cammino
Per rubarti il passo, il passo e la figura
E amarli di notte quando il sonno dura
E amarti per ore, ore, ore
E ucciderti all’alba di altro amore
E amarti per ore, ore, ore
E ucciderti all’alba di altro amore

Perché l’amore è carte da decifrare
E lunghe notti e giorni
Da calcolare
Se l’amore è tutto segni da indovinare
Perdona
Se non ho avuto il tempo di imparare
Se io non ho avuto il tempo di imparare

 

 

 

Chiaro di luna, Jovanotti

Hey, hey, hey, hey, hey
Proverò a pensarti mentre mi sorridi
La capacità che hai di rasserenare
Mi hai insegnato cose che non ho imparato
Per il gusto di poterle reimparare
Ogni giorno mentre guardo te che vivi
E mi meraviglio di come sai stare
Vera dentro un tempo tutto artificiale
Nuda tra le maschere di carnevale
Luce dei miei occhi, sangue nelle arterie
Selezionatrice delle cose serie
Non c’è niente al mondo che mi deconcentri
Non c’è cosa bella dove tu non c’entri
Dicono “finiscila con questa storia
Di essere romantico fino alla noia”
Certo hanno ragione, è gente intelligente
Ma di aver ragione non mi frega niente
Voglio avere torto mentre tu mi baci
Respirare l’aria delle tue narici
Come quella volta che abbiamo scoperto
Che davanti a noi c’era uno spazio aperto
Che insieme si può andare lontanissimo
Guardami negli occhi come fossimo
Complici di un piano rivoluzionario
Un amore straordinario

E non esiste paesaggio più bello della tua schiena
Quella strada che porta fino alla bocca tua
Non esiste esperienza più mistica e più terrena
Di ballare abbracciato con te al chiaro di luna

Emozioni forti come il primo giorno
Che fanno sparire le cose che ho intorno
Cercherò il tuo sguardo nei posti affollati
La tua libertà oltre i fili spinati
Non potrai capire mai cosa scateni
Quando mi apri la finestra dei tuoi seni
Quel comandamento scritto sui cuscini
Gli innamorati restan sempre ragazzini
Io non lo so dove vanno a finire le ore
Quando ci scorrono addosso e se ne vanno via
Il tempo lava ferite che non può guarire
L’amore è senza rete e senza anestesia
C’è un calendario sul muro della mia officina
Per ogni mese una foto futura di te
Che sei ogni giorno più erotica, o mia Regina
Non c’è un secondo da perdere

E impazzisco baciando la pelle della tua schiena
Quella strada che porta fino alla bocca tua
Non esiste esperienza più mistica e più terrena
Di ballare abbracciato con te al chiaro di Luna

Abbracciato con te
Abbracciato con te
Abbracciato con te

 

 

 

Quanto t’ho amato, di Roberto Benigni

Se tu mi avessi chiesto: “Come stai?”
se tu mi avessi chiesto dove andiamo
t’avrei risposto “bene, certo sai”
ti parlo però senza fiato
mi perdo nel tuo sguardo colossale,
la stella polare sei tu mi sfiori e ridi no, cosi non vale
non parlo e se non parlo poi sto male

Quanto t’ho amato e quanto t’amo non lo sai
e non lo sai perché non te l’ho detto mai

anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te

Quanto t’ho amato e quanto t’amo non lo sai
non l’ho mai detto e non te lo dirò mai
nell’amor le parole non contano conta la musica.

Se tu mi avessi chiesto: “Che si fa?”
se tu mi avessi chiesto dove andiamo
t’avrei risposto dove il vento va
le nuvole fanno un ricamo
mi piove sulla testa un temporale
il cielo nascosto sei tu ma poi svanisce in mezzo alle parole
per questo io non parlo e poi sto male

Quanto t’ho amato e quanto t’amo non lo sai
e non lo sai perché non te l’ho detto mai
anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te

Quanto t’ho amato e quanto t’amo non lo sai
non l’ho mai detto e non te lo dirò mai

nell’amor le parole non contano conta la musica.

Quanto t’ho amato e quanto t’amo non lo sai
non l’ho mai detto ma un giorno capirai
nell’amor le parole non contano conta la musica

Mario Martone

 

www.raiplay.it

Febbraio 2021, Martone

la tua regia, allestimento

squadra, laboratorio

praticità e compimento

 

Dedicato a chi sei

all’opera, Verdi

il teatro, occasione

alla bravura, studio

 

Le scelte sono base

fonte del susseguirsi

di scelte e magnificazione

in questo caso, futuro

 

Qual è l’accaduto, oggi,

innovazione, capacità

prima ancora di scelta,

l’arbitro dell’evoluzione

 

Il mio retrogusto

sta nella gioia, nel parlarne

nel portare a casa

una soddisfazione visiva

 

La ricerca garantisce

risultato, continuare

compimenti necessari

e soddisfazione

 

A te che scrivi, produci

a me che leggo, mi nutro

a loro che lavorano

che realizzano

 

Ad altri che di nome

comune detto

è pubblico

manca l’applauso

 

Metalmeccanico

riservato educato

silenziosa trincea

bello e in livrea

 

Lavoratore

nel sogno

per il sogno

continuatore

 

Acrobata

allenante

in un circo

fa spettacolo

 

Sentimenti

confacenti

condizioni

irripetibili

 

Ciò che è nascosto

questo trambusto

è per me potente

beneficio d’abbracciare

 

Ammiro

il nuovo utile

ogni follia è solo

quando non è abitudine

 

Il Verdi più vero nella Traviata scomoda di Gatti

Su Rai3 il teatro chiuso per pandemia: in prima tv “La traviata” cinematografica di Martone

Nannini Gianna

Gianna Nannini – History Live (23.12.2016)

 

  1. America
  2. Avventuriera
  3. Possiamo Sempre
  4. Profumo
  5. Ragazzo Dell’Europa
  6. Hey Bionda
  7. I Maschi Live
  8. Fotoromanza
  9. Revolution
  10. Lontano Dagli Occhi
  11. Dio È Morto Live
  12. E Ora L’Orchestra
  13. Mama
  14. Maledetto Ciao
  15. Amandoti
  16. Bello E Impossibile
  17. Latin Lover
  18. Io
  19. Sei Nell’Anima
  20. Meravigliosa Creatura
  21. Ecco Tutta La Band!
  22. L’immensità
  23. Un Giorno Disumano
  24. Un’Estate Italiana

Saltimbanchi

I saltimbanchi, Luigi Pirandello

Bum! Bum! Bum! Fuori ragazzi!
Ecco in piazza i saltimbanchi!
Spiccan salti, lancian lazzi;
vien dal rider male ai fianchi.
Bum! Bum! tuona la grancassa,
la trombetta rauca strepe.
Ecco, fermasi chi passa,
altri accorrono e fan siepe.
A slargare il cerchio intorno
della banda il capo or gira,
suona in faccia a tutti un corno,
ed indietro ognun si tira.
Quella banda si compone
d ’un pagliaccio infarinato
con in testa un berrettone
bianco, lungo, acuminato;
d ’una donna macilente,
dalla strana acconciatura,
che con voce sonnolente
indovina la ventura;
v ’è un ragazzo capelluto,
che a far ridere si sforza;
ma il meschino è sordo e muto
saltator di prima forza,
Viene infin Lulú, ch ’è un cane
barboncin di buona scuola;
par che dica: “Oh Dio, c ’è pane?”
ma gli manca la parola.
Questa banda pel paese
già da un mese in giro va,
con la fame ell ’è alle prese
ma com ’andar via non sa.
È domenica. Ha piovuto,
e bagnata è ancor la piazza;
Roro, il bimbo capelluto,
e Lulú, cane di razza,
al comando del pagliaccio
spiccan salti in sú e in giú.
“Roro, lèvati su un braccio!
Lulú, opla! opla! sú”
Roro or via di tra ’ ginocchi
si fa uscir la testa; caccia
fuor la lingua, strizza gli occhi,
si contrae tutta la faccia.
Ognun ride, a ognun fa pena,
ma nessuno un soldo dà
a quel bravo Roro appena
col piattello in giro va.

Piacevolezza

Dopo una meditazione ti svegli e metti ordine, trasformando un campo di dubbi in un assieme di opportunità

Gioco quadro

Potenziale illimitato

Ambizioni creatività

Macchina politica

Alternanza esperienze

Girare domande

Invenzioni inceppate

Vedere semplicemente

Immagini realizzate

Unire spettacolo

Motivo sincero

Livello paritario

Capire nuovo

Meccanismo ottimismo

Tacere confusione

Aiuto discutente

Tutto troppo

Troppo supporto

Pensieri esposti

Aggregante valore

Sogno realizzante

Magia forzuta

Piacevolezza funzione

Esiste fantasia

C’è aggregazione

C’è esperienza

C’è crescita

C’è musica

C’è teatro

C’è parola

C’è gesto

C’è amore

Ripetita

Il senso del tempo per chi per me evita di fermarsi e godere di un istante. In quel produrre la magia dell’indipendente sogno oltre il qualunque qualunquismo fugace

Annie Clark

Anche a te

Anche a te

Anche a te

Inutile

Distruttivo

Ripetere

Aprire ogni giorno verso l’orizzonte,

il proprio sguardo,

visioni alla Walt Disney.

Auguri di Felice Festa 🐣

 

Sconclusionata

Sconclusionata [che manca di una conclusione o, anche, che non riesce a trarre le giuste conclusioni: un discorso s.] ≈ (fam.) a pera, confuso, disordinato, farraginoso, incoerente, inconcludente, incongruente, scombiccherato, scombinato, sconnesso. ↑ assurdo, illogico, insensato, (fam.)

Sento con amarezza e incomprensione la tua immotivata tossicità.

La mia illusione, era, di aver trovato una consulente per i miei progetti, svanita da un’architettura mentale procedurale vincolante e impaurita. La paura della paura, che cosa, che principio indomabile.

Tutto fermo, relegato, attribuito, dal potere inconscio della distruzione di rivalsa per ciò che sono state altre esperienze, annientamento del presente, solo presunzione e abbrutimento. Tossicità che invade tutto e si rimane smarriti. Le nuove dimensioni diventano nuove gabbie. Basta essere in una di queste vacuità mentali.

Il dialogo e la pace sono con la verità le regole per un vivere espansivo

L’amore è prima per sé che per gli altri.

Ichinen

hilma af klint – 1915

Cosa succede quando si sogna? Si spalancano le porte dell’immaginazione e forse altro. Stanotte ho fatto un sogno nel sogno. Un viaggio immaginato dove incontravo gente che avevo già incontrato su un set. La musica incalza e mi fornisce le coordinate giuste. I riferimenti di desidero, di trame di passione che pur non sentendo reali adesso so che lo sono. Ecco cosa è il sogno, il continuo andirivieni tra reale e irreale. La base in cui abito è autentica gioia, l’ho costruita pezzo per pezzo con piccoli e più volte grandi sacrifici. Sembra casuale il sole che illumina prepotentemente la mia casa, non lo è. Questa illuminazione è frutto di una determinata scelta di un Ichinen

by Anton Corbijn, Patti Smith 2011

La vita di ogni individuo possiede un potenziale infinito; questo è il pensiero centrale del Buddismo di Nichiren. E per quanto in teoria questo sia un concetto facile da accettare, nella realtà tendiamo a porre limiti alle nostre possibilità. Inoltre, nella maggior parte dei casi, definiamo la nostra vita in base a tali limiti consapevoli o inconsci: sono in grado di fare questo, ma non quest’altro. Viviamo abbastanza comodamente dentro i nostri limiti autoimposti, ma quando ci troviamo di fronte a un problema o a una difficoltà e sentiamo di non avere la capacità o le risorse emotive per affrontarle, soffriamo. Ci sentiamo schiacciati o impotenti, spaventati.
La pratica buddista ci permette di attingere a inesauribili risorse interiori di coraggio, speranza e “resilienza” per superare le difficoltà e ampliare i confini della nostra esistenza, aiutando gli altri a fare lo stesso. Questa condizione vitale dinamica e compassionevole viene detta “Buddità” e un Budda è una persona che ha consolidato tale stato vitale come propria condizione predominante. La maggior parte delle persone tuttavia non sono consapevoli di questa opportunità o non sanno come metterla in pratica.
Il famoso studioso buddista del VI sec. T’ien-t’ai (538-97) sviluppò una pratica meditativa per consentire alle persone di percepire l’illimitato potenziale della propria vita in ogni istante. Egli elaborò anche un Sistema teorico per descrivere questa condizione e lo definì “tremila regni in un singolo istante di vita” (giap. ichinen sanzen). Ichinen sanzen dimostra che l’intero mondo fenomenico è racchiuso in un singolo istante di vita.
Il numero tremila risulta dalla moltiplicazione del mutuo possesso dei 10 mondi (10 mondi x 10 mondi = 100 mondi), x i 10 fattori della vita x i 3 regni dell’esistenza; 100 x 10 x 3 = 3.000.

dieci mondi sono:

  1. di inferno,
  2. degli spiriti affamati (avidità),
  3. degli animali (animalità),
  4. degli asura (collera),
  5. degli esseri umani (umanità),
  6. degli esseri celesti (cielo),
  7. degli ascoltatori della voce (apprendimento),
  8. dei risvegliati all’origine dipendente (realizzazione),
  9. dei Bodhisattva (bodhisattva),
  10. dei Budda (buddità).

Essi rappresentano stati vitali distinti, ma fluttuanti, che ognuno di noi sperimenta, e descrivono le possibili circostanze della vita; in ogni momento ci troviamo in uno o nell’altro di questi “mondi”. L’Inferno è il mondo dell’infelicità che sprofonda in se stessa; l’Avidità è caratterizzata da un desiderio insaziabile; le persone nel mondo di Animalità cercano di adulare o dominare gli altri, a seconda che li ritengano più o meno potenti di loro; il mondo di Collera è il mondo della rivalità e dell’invidia mascherate da apparente virtuosità; l’Umanità è uno stato di calma razionale; il mondo di Cielo è quello dei desideri appagati; il mondo di Apprendimento è caratterizzato dal piacere di ampliare il proprio sapere. La Realizzazione è il mondo assorto dell’elaborazione creativa; Bodhisattva incarna lo spirito di dedizione agli altri e la Buddità rappresenta la capacità più creativa e totalmente positiva. Ciascuno di questi mondi contiene potenzialmente tutti gli altri, ciò significa che possiamo far emergere la Buddità in qualunque momento della nostra vita di normali esseri umani.
Mentre i dieci mondi descrivono le differenze fra gli individui e i fenomeni, i dieci fattori descrivono gli elementi comuni a tutte le forme di vita in ciascuno dei dieci mondi.

I primi tre fattori sono:

  1. aspetto (ciò che è visibile),
  2. natura (le predisposizioni interiori, che non sono visibili)
  3. entità (l’essenza della vita che permea e integra aspetto natura)

Questi primi tre fattori costituiscono l’esistenza e l’essenza di un determinato essere vivente.

I successivi sette fattori esprimono i meccanismi e le funzioni, il modo in cui la nostra vita interagisce con l’ambiente circostante e con gli altri. Sono: potere, influenza, causa interna, relazione,effetto latente, effetto manifesto e la coerenza dall’inizio alla fine

Per fare un esempio semplice, la causa interna potrebbe essere paragonata a un sedimento sul fondo di un bicchiere d’acqua e la relazione a un cucchiaino che rimescola l’acqua. Il risultato è che l’acqua si intorbida. Senza la causa interna rappresentata dal sedimento l’acqua non diventerebbe mai torbida, per quanto la rimescoliamo. Allo stesso modo, un commento o un particolare episodio possono far infuriare o ferire profondamente una persona, mentre per qualcun altro lo stesso stimolo esterno non produce alcun effetto. Il decimo fattore, la coerenza dall’inizio alla fine, sta a significare che i dieci fattori sono coerenti in ciascuno dei dieci mondi. Quindi il mondo di Inferno ha l’aspetto, la natura, l’entità, l’effetto manifesto ecc. del mondo di Inferno, e ognuno di questi differisce da quelli degli altri mondi.

I tre regni sono

  1. il regno delle cinque componenti,
  2. il regno degli esseri viventi,
  3. il regno dell’ambiente.

Dal punto di vista dell’essere umano, possono essere sintetizzati come “individuo”, “società” e “ambiente”. T’ien-t’ai ha ricavato la teoria di ichinen sanzen dai principi esposti nel Sutra del Loto, la scrittura buddista che è alla base del Buddismo di Nichiren praticato dai membri della SGI. Nichiren (1222-82) ha definito ichinen sanzen come “il cuore pulsante degli insegnamenti esposti dal Budda nell’arco della propria vita.” È il principio fondamentale del suo Buddismo.
Questo schema in effetti è una sorta di mappa della nostra interazione con il mondo. Ci mostra che la vita non è rigida ma fluida, e che la nostra percezione delle cose può variare da un momento all’altro. Per qualcuno che si trova nella condizione depressa dello stato vitale di Inferno il mondo è un luogo opprimente, oscuro e senza speranza. I problemi sono insormontabili e contorti. Il passato, il presente e il futuro sono tetri. Eppure, un’impercettibile variazione di prospettiva, un raggio di speranza, una parola di incoraggiamento o una risposta possono trasformare in un attimo ogni cosa. Quando cambiamo la nostra ottica, il mondo ci appare sotto un’altra luce. Quando crediamo nel potenziale di cambiamento racchiuso in ogni singolo istante, quando cominciamo ad avere fede nella nostra Buddità, riusciamo a cogliere nuovi significati nel mondo che ci circonda.
Ma per quanto possa sembrare semplice, in realtà cambiare la nostra ottica di base può essere molto arduo. T’ien-t’ai sviluppò una pratica meditativa profonda ma notoriamente difficile riguardo alla teoria di ichinen sanzen per consentire alle persone di percepire la propria Buddità. Seicento anni più tardi, basandosi sulla teoria di T’ien-t’ai e sui principi del Sutra del Loto, Nichiren elaborò una pratica semplice ed efficace che poteva essere eseguita in qualunque circostanza.
La pratica di Nichiren di recitare Nam-myoho-renge-kyo con fede nella propria Buddità innata realizza il principio di ichinen sanzen nella vita di chi la segue. Più che permetterci di vedere le cose da un’altra prospettiva, l’insegnamento di Nichiren pone l’accento sulla capacità di trasformare positivamente l’ambiente per se stessi e per gli altri.
Nichiren esprime la realtà di ichinen sanzen in questi termini: «La vita in ogni singolo istante abbraccia il corpo e la mente, l’io e l’ambiente di tutti gli esseri senzienti dei dieci mondi e anche di tutti gli esseri insenzienti dei tremila regni; le piante, il cielo e la terra, fino al più piccolo granello di polvere. La vita in ogni singolo istante permea l’intero regno dei fenomeni e si manifesta in ognuno di essi» ( Il conseguimento della Buddità in questa esistenza, RSND, 1, 3). Grazie alla profonda correlazione fra la nostra vita e tutti i fenomeni in ogni istante, un cambiamento nella nostra vita interiore si riflette su tutte le cose e determina un cambiamento dell’ambiente e delle circostanze in cui ci troviamo, trasformando in ultima analisi il mondo stesso. Come scrive il presidente della SGI Daisaku Ikeda, «il potere della fede, il potere del pensiero, muoveranno la realtà nella direzione di come la crediamo e la immaginiamo». La nostra ferma determinazione o preghiera permea l’intero mondo fenomenico e la sua influenza si manifesta maggiormente nel momento in cui agiamo.
La pratica sviluppata da Nichiren e applicata dalla SGI incoraggia le persone a sforzarsi costantemente per manifestare l’illimitato potenziale della propria vita, per affrontare e superare gli ostacoli alla felicità propria e della società, e quindi per costruire un mondo migliore, cominciando dal qui e ora (fonte https://www.sgi-italia.org/tremila-regni-in-un-singolo-istante-di-vita-ichinen-sanzen/)

Musique du Chambre, Photo by Robert Doisneau, 1957

Dal qui e ora è ciò che ho fatto e sto facendo da quando ho incontrato questo Buddismo, la pratica di recitare Nam Myoho Renge Kyo.

E continua la musica a sostenermi, a poggiare i suoi tasti come parole forti sincere e di incoraggiamento come vedere un film di amore, una storia in cui ti specchi. L’amore è per me la base di ogni proiezione di ogni cosa.

Per tornare al sogno di stanotte, la doppia realtà vissuta e immaginata. L’immagine senza confini quella che neanche noi conosciamo, la formulazione di un disegno della tua anima. Del tuo decidere essere in questa terra, questa vita. Mi dedico a questo, a questa magia che diventa armonia. A questo sole che illumina il mare. A questa forza che diventa ascolto, perseveranza, accogliente musa ispiratrice nell’essere speranza. Una continua doccia rigenerativa rigeneratrice. Non ascolto il rumore del mondo finché non apro la finestra e anche se so che esiste, lo guardo attraverso i vetri e lo immagino. Come immagino ogni mio spettacolo è ogni spettatore, ogni attore e ogni beneficio benessere dato.

Lo spettacolo è cosa sacra, è uno scatto di qualità e un pensiero edificante. Lo spettacolo è la mia missione in quanto composizione di arte di colori di musica di canti di voci di movimento. Il film al quale vorrei partecipare, essere, condividere e in quella attenzione lo scrivo. Non c’è libertà migliore di essere autonomi, di cucire il tuo pensiero con quello di altri e creare una rete di cultura, l’esistenza in questa terra. Mentre scrivo queste mie descrizioni, mille e più uomini e donne sono impegnati in mille azioni in mille desideri in mille contributi. Ci sono confini in cui vive la gioia come la sofferenza la paura e il coraggio. Confini che si interscambiano. Che producono il produrre. Un lavoro utile e inutile senza giudizio senza spazialità. È il lavoro della creazione e della verità, l’anima di un equilibrio infinito. Ascoltare vivere la verità significa esserlo. Con coraggio e rinnovata determinazione continuo a dire e scrivere “ce la posso fare”. Questo è il mio buon giorno il mio buon lavoro

Aggiungo che l’aridità, l’abbandono si manifesta in mille modi, il primo è desistere da un cammino costruente, il secondo è la realtà, il terzo è la moralità. È un’epoca della fretta, della paura del respiro, della attesa, delle potenzialità. Le opere d’arte i sogni vanno maneggiati con cura e amore allo stesso modo con cui sono stati creati. In primis da se stessi.

È difficile e inutile affidarli a chi sente tutt’altro e/o è distratto da questo sentire, da questa missione, da questo animo visionario
Federico Fellini by Sandro Bechetti

 

La fretta che brutta bestia, il mondo, la vita va vissuto con le finestre spalancate per un continuo divenire e ogni attimo è sacro. Tranq si va a avanti ‍♂️‍♀️ La vita è bella e potente per questo.

Un mondo nel mondo

Il cui mondo bisogna

di priorità, di una bellezza

che posso vivere

adempiere

a piedi

in scooter

 

Scegliere

 

Prima

di immaginare

 

La comicità retorica è come una insidia, sembra che ridi invece è tutt’altro, la distruzione di valori, identità e cultura. Altra cosa la comicità del poeta dell’immaginario, quel tipo di comicità è la sapienza che si costruirà con te ogni giorno per diventare altra

Love me

Mal di testa o chicchessia

l’insopportabile

che vorresti risparmiarti

invece lo abbracci

 

Pensi, accarezzi,

che la tua mente

ogni creatività assecondata

la nostra voglia di vivere,

è così traboccante

che anche quel fastidio

può essere nobilitato

 

Corte del re sole

imponente buon giorno

 

Love me

 

Capisco

Capiamo

Capisci

 

In una trasformazione

l’emozione

 

L’ogni che sia,

sempre di più

 

Che?

Cosa?

 

Quello che mi piace!

 

Possiamo privilegiare

il naturale, lo accogliamo

in un doppio di sguardi

in un sapore a due bocche

in una relazione

nel nostro stesso animo

 

Eccitazione!

Love me!

 

Più che la bellezza

è l’intelligenza

intima magnificare,

oltre il controllo

la nullità che non ci spieghiamo

 

Amiamo

Mi amo

 

Meglio

Infinito infinita

sensazioni, oltre,

come il dolore

che attraversi

 

Quel

Senti

lo sconquasso

 

Lotti

Ti affidi

Gioisci

 

Senza sapere, senza rinunce

Poi di un puoi

puoi

 

Se

sono tutte e due

anima e realtà

 

O, oppure

Quante ne puoi

Manifestazioni dell’essere

 

Equilibriste capacità

a prevalere,

meglio ancora

verità

 

Mettere da parte

il muoverti

affannosamente

per un piacere volubile

che ti sembra l’unica cosa importante,

soddisfacente, gente

 

E lasci andare

e produci

ed è

uno scorrere ambizioso

 

Il bacio, ecco,

l’opposto

di un ecco volubile

 

La più grande guarigione

Sventolante soddisfazione

dell’indipendenza

e dell’amore

è la consapevolezza

 

Spartiti, educazioni,

di vita

portano

ogni conquista

 

Quando capisco

che ho voglia,

desidero,

posso avere

ciò che mi piace,

mi piace

Insalata

 

Pam Carter British, b1952, Color in the Sound, nd, Oil on Canvas

Pensiero che si allarga con una esigenza. Oltre la mancanza. La logica della trasformazione e della parola. Avanguardia contemporanea di un amore, reazione. La più grande manifestazione di amore per sé

Quanto tutto e volte quanto niente. Un ordine manifesto, conquistato. Gioia nell’esserlo. Poi arriva la bufera, decido di attraversarla. Ringrazio a denti stretti.

Verso è un sostantivo perché si riferisce ad un luogo, una memoria a diverse facce, un pensiero in scooter. Verso è difficile da digerire. Un qualcosa difficile da spiegare, o se lo vuoi spiegare ti contraddici perché rifiuti.

Un racconto a due vie, tu che leggi e tenti di capire. Io e la mia esperienza.

Due condizioni opposte. Cogli il personale?

Immagina o passa ad altro. Porta con te, ciò che vuoi. Insalata.

Lo sto facendo mentre giro attorno a queste parole, già messe in ordine.

Capire senza capire. Ascoltare quella sensazione che porta questo groviglio. Trasformiamolo. Se sai, lo sai, se non lo sai, inventa. Entusiasmo semenza per tutto. Possibilità. Dal niente un nuovo, il nuovo.

Oggi navigo a caso per il mare dei pensieri, quelli infiniti, all’orizzonte, ad una finestra spalancata, desiderosa di infinità.

Fermati se vuoi. Io vado avanti.

Avventura di una già avventura.

Scrivere è così, naturale, con tutti i tipi di mare, le condizioni.

Esperimento. Nuovo. Le nostre avanguardie.

Sento la confusione che invade la natura, la scuote e tira fuori quel dolore che amorevolmente diventa immaginazione.

Mi piace, la gratitudine che trasforma il verso, quel prima, adesso, abbellito, disintossicato da impurità e abbracciante solo verità.

Ci provo, e ci proviamo, determino e determiniamo.

In questo volere, in questo apparente vuoto, trovo un tesoro, è per noi. È per tutti. I nostri padri, i nostri figli.

L’essenza di un artista, scrive senza libertà e senza povertà, sia con libertà che povertà, scrive ricchezza nel tentare ogni giorno un equilibrio. Conosci questa condizione?

Equazione, ciò che è solidale per lo spettacolo di un circo. Il circo, lo spettacolo degli spettacoli.

In pista la nostra vulnerabilità, la capacità del coraggio. La vittoria, esiste già in questa causa.

La mia offerta è. La tua?

C’è dell’oltre, l’abbondanza di sogni, il sapore e gusto della contemplazione, quella capacità che va ben oltre l’aridità.

Smarriti, possiamo. È solo il momento, dopo, nel dopo.

Chi ti sta accanto si arrabbia per il tuo ottimismo, e vuole farlo a pezzi. Conosci? Mamma mia! Autentica sofferenza.

Mettiamo assieme ogni creazione, l’amore, possiamo chiamarlo musica. Difendiamo l’amore!

Navigo, eccomi. Leggiamo.

Stamattina la natura mi offre l’esempio, manifestazione di affetto, e complicità, la gratitudine. La funzione di una opera d’arte.

Ricevere è la funzione dell’uomo. Dare è la sua priorità.

Azioni! Sommatorie, necessità. Volere, potere.

Oltre la mancanza c’è il mare, un cielo incantevole, la città, lo sguardo alla montagna.

Io e te, con o senza verso, con o senza, il dolore della mancanza.

La mancanza tema di quest’oggi, verso l’amore. Il sole e la luna.

In tavola musica, colazione di un buon giorno. Dopo il giardinaggio, immondizie, scrivere. Il segno autorevole, indelebile, di caratteri che si susseguono come una traccia su cui galoppiamo d’esperienza, assieme. E se fosse retorica, vista, riguarda il proprio sentire.

Mettiamoci comodi, è il come ti pare, avanti, autonomia. La potenza dell’istinto, l’anima che mette in moto tanto altro. Catalogo di intemperanze, di abbracci, di baci.

Approssimazione, moneta dell’ignoranza, dei succhiatori di energia, quanti ne conosci? Io un paio. Quel volgare atteggiamento, chi oltraggia la vita. Concimiamo con i rifiuti.

Niente di sacro può essere distrutto.

Reagire è l’unico modo per creare valore, oltre il detto, oltre i muri.

Pensieri aperti. Senza il nulla di un nulla, non c’è il nulla. Il nulla è la differenza. Spazio al sentire diverso, a quella saggezza detta vocazione che nasce da una parola, forse da un tormento, da una preghiera, da un volere, da un verso oggettivamente verso. Cazzo, torna il verso. Il senso nascosto.

Oggi quel vedere la fragilità tale e sulla quale scrivi un castello, immagini, come si fa a ribellarsi?

Attraversare è quello che faccio con questa insalata. Infiniti ragionamenti dentro ad una parola, che non è mai quella che pare, perché dietro, dentro, c’è la sua interpretazione, la sua funzione di titolo di una esperienza, comune. Un racconto chiamato travaglio, vissuti.

Traditi senza esserlo. Miscuglio, mash-up di parole, trasforma l’ingenerante in generante. Potenza dell’universo, consacrazione di un valore.

Volente. nolente, la poesia che nasce da necessità, da un incaponimento ortodosso. Esprimere il sentire evidente e nascosto.

Idealizzare. Idealizzato. Idealizzata. Prepotente offerta elucubrante. Stella. Stelle.

Tu donna io uomo.

È il momento di scambiarci effusioni, di coltivare l’amore, di coniugare ogni tipo di verbo appassionante, di fare ciò che sia vivace.

Liberiamoci da ogni, chi sei? Che vuoi? Dove? Quando?

L’oltre è la produzione di sazietà. Adesso.

Musica, compilation di playlist, suoni, rimodulazione, amore. Passione!

Nessun tipo di aspettativa. Essere. Insalata, varietà, verità, godiamoci.