La gentilezza è comparsa al mondo grazie alla sfida alla ricerca di sé.
Più si soffre, più ci impegna a creare il bene per sé e gli altri, più si è amorevolmente gentili.
Mi sono accorto ieri che la professionalità, la bravura nel compiere un lavoro non è sufficiente se non c’è la volontà di creare energia. Io sono un ascoltatore di energia. Il mondo del lavoro è l’aspetto più variegato della vita di un uomo. Quando diciamo lavoro, intendiamo varie cosa, possiamo intendere una cosa che ci abbrutisce, una cosa che è pensante, una cosa che facciamo mal volentieri, o possiamo intendere una cosa che amiamo, l’aspetto che abbiamo sempre sognato sul quale abbiamo investito una vita. Quando diciamo lavoro possiamo dire che qualcosa che ci da soddisfazione, che ci fa crescere, che ci mette in condizione di vivere come vogliamo noi, quindi ci da soddisfazioni economiche.
Il mondo del lavoro a volte è un’incognita, a volte riusciamo a trovare la cosa giusta e ce la trasciniamo per tutta la vita, oppure per tanto tempo facciamo una cosa sbagliata e poi improvvisamente arriva la scintilla creativa, iniziamo a fare le cose giuste. Il mondo del lavoro, si chiama mondo del lavoro perché io lavoro e lavoro perché sono retribuito, lavoro per me stesso, ma io stesso mi devo retribuire. Il mondo del lavoro è l’accezione più positiva della nostra vita e nello stesso tempo a volte può essere distruttiva, perché buttiamo tutti i nostri sentimenti, tutti i nostri interessi, tutte le nostre energie là, in questo spazio da agricoltore rampante che vede soltanto la propria terra e alza gli occhi al cielo solo per vedere se piove o c’è il sole.
Il mondo del lavoro penso che debba essere coniugato col mondo della vita, delle passioni, della gioia perché nel momento in cui io chef dell’ultima trattoria del mondo, realizzo amorevolmente una pietanza per un mio cliente che paga la sua consumazione e la realizzo nel miglior modo possibile perché sono innamorato di quel lavoro e questo lavoro è contenuto in un meccanismo chiamato vita, in cui non soltanto c’è il lavoro, ma ci sono i miei interessi personali; in questo lavoro c’è la mia famiglia, ci sono i miei amori, ci sono i miei hobby, c’è la mia fede, c’è il mio bioritmo, ecco in quel momento quella pietanza che arriva sul tavolo di quel cliente assume un aspetto globale, cioè è veramente il frutto di un sacro lavoro.
Non è facile, soprattutto per gente come me che mette al primo posto, in questo contenitore chiamato lavoro, la poesia, la filosofia, il mercanteggiare con i pensieri, il filosofeggiare e il creare situazioni fiabesche e a volte personalmente possono essere anche distruttive, dal caos nasce la più bella sinfonia con cui gli uomini si riempiono di cultura, di passione e portano a casa sentimenti che possono diventare motivo di grande esplorazione personale. Quindi mi fermo a pensare in questo momento, stamattina, con questo sole potente che illumina ogni cosa, le condizioni umane che caratterizzano il mondo del lavoro; il concetto sacrosanto del lavoro, l’interazione con il lavoro degli altri, la magia del lavoro, la fruizione del lavoro.
Oggi io vivo in un mondo che lavora, oggi io vivo in un mondo in cui c’è il portiere che lavora, che mi accoglie; c’è il vigile urbano che distribuisce il traffico, c’è il bancario che conta i soldi, c’è il benzinaio che da la benzina e ci sono io che lavoro in questo momento forse per lavorare. Da quanti anni io lavoro? Io lavoro da tantissimi anni, da piccolissimo, lavoro per aprire la festa dell’immaginazione, lavoro per trovare un senso alle cose che faccio, lavoro e continuo a lavorare per produrre magnificenza, per produrre spettacolo, per produrre atmosfere magiche che sta tra il circo, l’evocazione e lo scintillio dei colori della musica, che permette alle persone di arricchirsi, di generare altra creatività, di essere coraggiosi. Il lavoro è coraggio di essere come si vuole, di produrre ogni giorno un’esperienza, o migliorare quella che si ha per alimentare stessi e alimentando se stessi, alimentiamo la terra.
Il mondo del lavoro è un’invocazione ad agire, alla presenza. Il mondo del lavoro è la bellezza terrena. Io lavoro per il lavoro alla ricerca di un lavoro e offro contemporaneamente lavoro, scambio lavoro e sviluppo lavoro, da sempre. Mi fanno pensare in questo momento tutte le persone in questa terra che stanno lavorando, che stanno producendo qualcosa, che stanno costruendo qualcosa, che stanno vendendo/progettando qualcosa; persone che in questo momento guardano al futuro, che sono riuniti a progettare, a fare, in diversi campi, c’è gente in questo momento in campagna, attorno a una zolla di terra, che sta decifrando rispetto alla natura, il miglior modo per produrre una fava, un chicco di grano, un pero, un melo, una susina. C’è gente in questo momento che sta dando da mangiare agli animali, affinché quella bestia, l’animale produca latte o produca la stessa carne; ci sono persone che in questo momento stanno contando soldi, perché i soldi sono entrati e quindi vanno contati e distribuiti, ci sono persone in questo momento che pur lavorando non hanno soldi da contare e ci sono persone che vendono il lavoro di altri o fanno in modo di creare sviluppo o politica a favore di cambiamenti, o energie e sinergie.
Il mondo in cui ognuno riesca a essere se stesso lavorando senza droghe o commistioni, un mondo in cui ognuno riesca a dare il proprio sano contributo al mondo senza metterci altro che il lavoro stesso, che l’impegno stesso. Mi piace che la parola lavoro, in una sua parte contenga la parola preziosa “oro”, la parola lavoro inizi con LAV che potrebbe anche significare lavare, pulire essere esattamente come prima, infinita necessità.
Se rappresento la mia vita oggi, scrivo che sto lavorando, ma non ho chi mi retribuisce. Io credo che oggi il mio datore di lavoro, un’impresa che mi sta fornendo uno stipendio nella vita, è l’universo, io sono un lavoratore dell’universo, sono una persona decisa, determinata, che svolge un ruolo importate, svolgo un ruolo dietro le quinte di nicchia. Uso la passione, l’amore, la pazienza, la musica, la fantasia, le relazioni, uso anche le mie paure, ma anche il mio coraggio, uso i risvegli notturni, le albe potenti, le incertezze, i segnali che ti scuotono, i segnali diretti, le parole gentili, gli abbracci, i baci; uso la mia impotenza e uso anche la mia potenza, uso la mia sincerità, uso il mio equilibrio, la mia consistenza, io lavoro per l’universo, io lavoro per tutto ciò che è lavoro e con grande disciplina ogni giorno offro il mio contributo.
Mi sono distanziato recentemente dal cosiddetto lavoro a rotativa, ho detto basta alla catena di montaggio, perché io non costruisco niente, rielaboro, assemblo parole e immagini, costruisco sguardi e proiezioni di sguardi, allineo musica, ballo e produco ballo.
Traduco da ciò che sento, ascolto un’evocazione e la trasformo in emancipazione e questo è un concentrato di ricchezza, per tanti difficile da riconoscere, da leggere, è vero la bellezza sta negli occhi di chi guarda. L’armonia è l’energia pulsante ed è il rendiconto più autorevole del lavoro, io lavoro e produco il suono dell’armonia, io lavoro e produco un flusso d’energia solo applicando la verità e la realtà a ciò che sono, come sono.
Ogni giorno si gusta in questo liquido amniotico che è la vita quotidiana e nuota, la ricerca di una dimensione di un lavoro. L’attenzione di questo concetto, non serve lo scambio, serve il saper agire. Mi abbraccio con il mio dolore ogni giorno diverso, quel dolore emancipante, quel dolore, il mio che mi sveglia, mi da forza e mi obbliga al rinnovamento, a cercare soluzioni, nuove configurazioni per esistere e sostenere il flusso che si chiama tempo. Il tempo di quando ho iniziato a scrivere, il tempo che leggo cosa scrivo, il tempo che questo diventi lavoro. Lavoro al tempo nel tempo per escogitare una dignità, la mia, che ha bisogno di essere vissuta come faccio io adesso, con l’entusiasmo di un bambino che non sa bene cosa significa lavoro, gli basta il seno della mamma, gli basta il gioco. Questo è l’arte, trasformare trasformare il mare di emozioni in porzioni di sé vendibili. Ci sto lavorando al mio lavoro, sto lavorando al miracolo