Formiche

Sulle formiche, non si può camminare, neanche in mezzo. Le sorvoliamo con lo sguardo. Puoi guardare che fanno, quale direzione prendono. Ricerco l’antico, autentico, senso ispiratore dentro un tema, per trovare, idee. Navigo quel meraviglioso e infinito studio dei significati, l’esplorazione di parole, di immagini. Dal titolo si capisce che il tema, la direzione sono le formiche. Una bella sfida.

Che scrivo? Che hanno detto gli altri? Cosa penso io, cosa mi comunica una formica? Ho letto varie cose sul web. Posso produrre pensieri sparsi, miei. Posso costruire una storia! Con dialoghi, varie scene, una morale mi ci vuole tempo. Mi allargo quanto basta in alcune considerazioni come se avessi una lente di ingrandimento, per vedere meglio questi animaletti, le formiche, che tutti sappiamo cosa sono, anche i bambini. Fiabe storie immagini. Pochi giorni fa entravano e uscivano dagli spazi orizzontali di un citofono. Conosciamola loro invisibilità, quando all’improvviso.. Toh! Ci sono le formiche!!! Su un prato è meglio, in cucina meno. Come arrivamo, sono a caccia. Abbiamo lasciato incustodito ciò che di commestibile possono portare in dispensa… la loro.

Sono piccole e molto forti, le formiche. Minuscole. Difficile vederle in forma dettagliata, alla pari. Sarebbero dei mostri o una persona a carnevale.  Come ti vesti quest’anno? Da formica!

Di solito sono sempre in gruppo, a parte gli esploratori, le sentinelle, o la formica eremita. Aggiungo la formica cantante che rallegra il gruppo, quella che ha perso la testa per la cicala.

Le formiche sono come le pecore, la versione più lenta. In comune hanno il senso di appartenenza, la comunità. il branco, la solidarietà. Le formiche rappresentano il movimento. È gioia, disciplina, o cosa? Sono simpatiche le formiche? Chi le conosce? Potrebbero essere animali da ammaestrare? Artisti al circo? Potremmo immaginare di chiuderle in un box a giocare con loro come sia fa con un criceto. Non puoi neanche accarezzarle come un gatto. Elementi di distinzione. La pecora è bianca, la formica è scura. Contrasti di forma e colore. La pecora produce la lana, la formica cosa produce?

Quando penso o guardo le formiche la musica è la considerazione più esatta. Sembra di ascoltare una samba o un samba, come si dice? L’importante è immaginarlo. Sembra di vedere il carnevale, il ballo come gioiosa rappresentazione, un corteo di metalmeccanici, un grande movimento, il set di BEN HUR. Forse manca il colore, in questa loro monotonia c’è comunque l’allegria, almeno mi sembra questo il senso. Tutto questo loro grande lavorare è una paranoia? Una finzione? Un fiction che si ripete in un suo andare e venire?

Immagino di vedere le formiche e dirgli “fermi (al plurale, ci sono anche i maschi) scusate un attimo, per favore, chiedo la vostra attenzione!”. E se si fermassero veramente e mi ascoltassero, cosa gli faccio fare? Una gigantesca coreografia indiana, giocare a musica stop, al gioco delle sedie, alle belle statuine.

Si sono chieste le formiche che succede se fanno pause caffè, si fermano per scattare una foto? Ho voglia di fargli capire che una sosta significa esprime un sentimento, pensare. Fare un break significa ponderare, può essere utile a capire chi si è. Decidere di spendere bene il proprio tempo. Le formiche come simbolo di operosità. Esagerata? Si può essere sempre in movimento? Qualche momento di riflessione ci vuole, qualche considerazione può starci! Propongo di leggere una poesia e vederle, le formiche, che  mi ascoltano guardando con lo sguardo in alto in un abbraccio di condivisione. Surreale.  Gioco con le rime quasi a costruire un monologo per acciuffarle con un sorriso.  “Oh cara formica, mi dica, ci dica. Oh, care antiche bolsceviche impudiche che sembrate nemiche dell’ordine, vedo il vostro strabordare, insistete con quel fuggi-fuggi appena avvertite un pericolo. Oh care formiche arrivate con le molliche, ci incoraggiate a fare pulizia. Ci spronate a mettere ordine a far arieggiare la nostra psiche… (Cerco la rima, comunque, forse psiche funziona… c’è bisogno dello sguardo psicologico.. boh?) Formiche siete così tante che non bastano cento rubriche.  Siete coraggiose andate dappertutto, scalatrici, viaggiatrici anche in mezzo alle ortiche. Preferite miti temperature. Non ho visto formiche sulla neve…”

Guardare la loro espressione… Si! Mi guardano e dicono: Embè? Persevero. “Avete speso bene il vostro tempo con il guru delle formiche, c’est moi. Fate respirare la vostra vocazione, il vostro essere, evitiate questa esagerato andirivieni, come duranti i saldi ai magazzini o quando è scappata la ragazza con il sugo, molto buono…” (La ragazza con il sugo è un’aggiunta poetica).

Riordiniamo tutto, diamogli un valore, un para significato. Una direzione nascosta.

Tutti fanno tutto. Stabiliamo direzioni, capiamo chi siamo. Gestiamo le correnti, i gruppi. Capiamo se ci sono leader mancati o se meglio chi sono leader assenti. Facciamo delle classifiche e se è il caso organizziamo elezioni, per chi vuole girare a contare le formiche lo faccia, ascoltiamoci.

La formica sapiente si ferma,siavvicina, mi guarda e dice, scusa di chi parli?

primo saggio

Al bar Pizzichi e Bocconi molto affollato un uomo parla da solo, o apparentemente lo fa, lo è. Si sente dire. La trasgressione è la mia passione. La trasgressione da valore a tutto ciò che di bello c’è ed è nascosto. La trasgressione è infinità infinita. Meglio la trasgressione che un finto benessere, ovvero l’abbrutimento. Trasgredire è cambiare direzione, è la soluzione senza nessuna discussione. Si può! Ho trasgredito! Mi sono evoluto dal mio immobilismo. Chiedetemi cosa non ho fatto o piuttosto chiedetemi cosa ho fatto. In un certo senso ho iniziato a trasgredire senza saperlo. La trasgressione è un gioco di parole, acchiappante. La trasgressione è andare oltre i propri limiti, vivere il gioco della vita, essere i padroni della propria vita, della propria mente. Trasgredire mi aiuta a digerire perché nella trasgressione c’è la digestione di un pensiero che assume la sua identità. Quell’immagine in cui c’è una logica, un senso, c’è la propria missione, sottile, esatta. Guardo l’orologio e penso che in mezzo c’è sempre la paura, l’indecisione, una fretta inesistente. Il primo vero ostacolo alla trasformazione, alla trasgressione, è il dubbio, quel tipo di calze che non vuoi indossare. Il mantenimento di una idea, che parola difficile da pronunciare, sembra che parli all’esterno, invece qui la evoco come quella forza, unica, per sostenere i propri scopi, quell’energia che supera ogni ragionamento che ti obbliga all’oltre. Detto così sembra che sia eccessivo, che si pensi solo a sé stessi, e ci mancherebbe, per trasgredire bisogna essere autonomi, non esiste il contrario. La scelta è tua, poi ti trovi in comitiva, ma il punto di partenza è solo tuo, nostro. Ben venga pensare alla voluttà! La vera trasgressione sta nel difendersi dal rigido semplice, è la tempesta! È correre sotto la pioggia. La trasgressione è una miniera di preziose sensazioni, tutto l’opposto di una mistificazione di sé o una strutturazione momentanea. La libertà è al confine con il benessere ed è figlia dell’anima. Le storie la contengono, quelle del proprio vissuto dal sapore ribelle, quelle con i capelli rossi, le amanti storie, tutte per essere avvincenti. Tutti i vicoli ne contengono un po’, come un quadro storto che ad occhi gentili non viene percepito. Immagina. Quel quadro è storto! Ha un senso o è un caso? Abituato a vedere la trasgressione ovunque, la celebro in teatro, la spettacolarizzo con le parole che trovo dentro al mio vocabolario, ne conio una, “trasgresso”. Pensa tu alle associazioni, per me è un volteggiare di significati, per me trasgredire alle regole della scrittura è una necessità. L’espressione arriva quando decidi, è stimolante come una carezza. Ho molte esperienze a riguardo. Questa è una platea solo mia nell’atto di scrivere, sono l’unico spettatore seduto. È la platea della mia fantasia… che importa se sono diverso da te, assieme possiamo completarci, trovare il tassello in questo grande puzzle, ognuno con il proprio contributo. Il mio stimolo è il tuo, il tuo il mio. Ti bacio con un mio pensiero. Amo essere schietto senza giri, senza commedie, senza i senza, con le giuste pause, lo spettacolo avvolgente ringrazia. Chissà chi legge…

  • Vattene! Dico a te!! Vattene!!! Cosa sei? Cosa vuoi? Sei il mio diavolo, sei una disarmonia, una fuga? Chi sei, cosa vuole dirmi la tua bellezza… sembra tanta roba… vattene!!
  • No!… Aspetta… sono un nuovo modello di coscienza, ti porto il tuo stato primario, la tua essenza
  • Io ti guardo bene. Vedo pensieri sapientiza. Se la tua è frustrazione dell’azione…è meglio che mi lascia stare…
  • Quante cozze mangi?
  • Tante! Quelle che mi pare!!
  • Guardo le tue labbra a contatto con il mollusco, la tua bocca affonda dentro la cozza per succhiare contenuto e gusto… Di fronte c’è chi usa cucchiaio e forchetta per non sporcarsi… chi forse non fa della passione un pranzo
  • Esatto, bravo, celebro la cozza. Questa è la cozza! Magnificenza! Disse la curiosità alla mente mentre erano al ristorante…
  • Ehi! Ti serve sapere che la cozza se cresce in acque prossime a scarichi urbani o in zone ove le correnti marine trascinano elementi provenienti da acque reflue, sporche, può essere facilmente ricettacolo di batteri e/o virus… pericolosi…
  • Ok! Grazie… Queste sono buone… Vuoi assaggiare?
  • No! Grazie
  • Allora che stai a fare qui? Ti ho detto, vattene, lasciami in pace…
  • Sto lavorando sulle regole, sto scrivendo un saggio. Parlo delle regole, quelle che sono esternazioni, avvisi, recinti, obblighi come il cosiddetto mondo fatato… mi ricorda tanto il grillo… sono un messaggero
  • Sono l’esigenza per altri di stabilire un dominio. Forse un senso di protezione
  • È l’esigenza per altri di rispettarlo…
  • È una logica di perseverazione e mantenimento dei propri scopi. C’è un po’ di tutto… un supermercato dei luoghi comuni
  • Di mezzo c’è sempre la paura, l’indecisione, il primo ostacolo alla trasformazione. Secondo te è immaginazione compiuta o non compiuta?
  • Mentre faccio rumore mangiando… Penso. È una canzone orecchiabile, un’altra cosa, un canto di libertà. La trasgressione ha le sue regole d’espressione, la sua condizione inalienabile
  • Dammi una parola e mi metto a parlare, so ballare con ironia, sono capace di coinvolgerti di farmi apprezzare
  • Lo so. Ci credo. La regola, come la intendi tu e i tuoi simili, è un impasto di decisioni, saggezza, lungimiranza, vuoto, “falsa dottrina” in quanto non sperimentata. Più spesso quelle più rigide sono angosce mal sopportate, rifiuti ammonticchiati. Quelli senza humus intendo. La regola può essere un pasticcino, o amara. Ti rendi conto che la regola è di fatto un vuoto, quando è disarmonica, perché per te regola una regola che nel momento in cui non c’è, non c’è niente. Esempio. Se su questa strada non si passa e non ci sono macchine, non c’è regola, non c’è nessuno che passa.
  • Silenzio, pensa in silenzio… ti prego… La disponibilità è la prima accettazione del sé coso che sta ubbidendo al sé cosa. Questo avviene quando c’è attenzione, educazione…
  • Questo avviene in assenza di retorica. Questo è quando entriamo in una zona dove tutto è equiparato, senza giudici, giudizi di giudizi, girotondo di dita puntate. La forma è il primo indizio che c’è il vizio…
  • Oggi parliamo di regole, dovere, disobbedienza.
  • Cos’è un telegiornale su diversivi antiinfiammatori?
  • … palestra per comprendere cosa è giusto e cosa è sbagliato
  • Per te! Facile … è la regola del giudizio dello sfigato. La prima trasgressione che ricordo è permettere ai ragazzi, a me stesso, di mangiare la torta con le mani…
  • Trasgredendo al galateo, all’abitudine, che ci dice di usare la forchetta.
  • Secondo me la libertà è al confine con il benessere ed è figlia dell’anima.
  • L’anima è verità. Come ti definisci fuori dalle regole…?
  • Sazio! Le regole chimiche trasgrediscono alla libertà con la retorica. La voluttà disse “quanto è stupida questa qui…”
  • In questo momento sto trasgredendo dalla mia consuetudine, sono in classe, non capisco bene, ci sono, mi sto imponendo di scrivere un pezzo che rappresenta per me la libertà, il mio fabbisogno di ricerca, la mia storia, il palcoscenico in un mare di ostacoli, di povertà, mentre penso ad un pollo arrosto Silenzi chiassosi, li ascolto, come anche la mia bellissima fragilità, è la mia raffigurazione della trasgressione a casa di dovere e disobbedienza, la regola e il tema. Ho trasgredito l’uguaglianza e l’intimità con l’attrice del mio monologo, con Claudia, e sono andato per i fatti miei con la mia amica Avanguardia, “come è nello passeggiar con Mary”, mi segui? … Proprio perché la trasgressione è il mio motore base… la mia potenza. D’istinto ho realizzato un contatto, ho agito, realizzato l’esperienza… è partita l’idea, la scintilla, ecco perché gioco con te, perché tu sei in me, io sono in te
  • Abbini Trasgressione e Resistenza questi sono altri due personaggi, interessante!
  • Curiosità e Intelletto, siamo noi
  • Si parte da un pensiero che è nato da un secondo pensiero, quello di quando non capisci. Il secondo pensiero lo traduco in questo flusso c’è una iperbole che ho ricevuto, che è l’espressione del movimento che determina il trasgredire, o il non trasgredire, l’immediata bellezza o l’immediata domanda che rimane domanda anche quando trovi una risposta
  • Disse la resistenza, è un’indecenza. Che figo!! Grazie. Sorrido. Come al mercato che giri e continui a girare per trovare la cosa che ti piace, come quando sfogli delle fotografie, è un allenamento amica mia, solo chi l’ha fatto può dire ciò
  • La prima volta che ho parlato di trasgressione sono stata al balcone del mondo ad ascoltare. Mi sono innamorata. La trasgressione è più delle volte solitaria, intima come un bidè. Qualcuno ha lavato i piedi nel lavandino della cucina… può succedere d’estate, bagno affollato… altro spazio impraticabile… se qualcuno ci vede si alza il vento e ci porta uno strillo “che stai facendo!!!”, soprattutto s con candore rispondo “mi fanno puzza… è necessario lavarli”, risposta “ci sono i piatti, dove si mangia”, risposta “embè, doppio sapone, saranno più puliti”, risposta con fuga inorridita o lite furibonda. Una delle cose più belle della trasgressione è l’ascolto, il riderci, lo stare bene… come un bicchiere di vino
  • Trasgredire vuol dire anche soffrire, contenere la rabbia, lo stupore. Piangere di trasgressione, riempire di lacrime felici il tuo viso. E comunque immagino quella donna puntigliosa che ha tutto ben sistemato e niente in ordine. Poi si ambriaca e distrugge tutto
  • La trasgressione è un atto di libertà, generosità. Trasgredire vuol dire gioire, allargarsi. Io e te ci abbracciamo, siamo innamorati
  • Ti racconto una storia vera

Claudia sveglia il gruppo con la sua schietta euforia alle [09:27, del 20/4/2020]: La casa delle regole: Dovere e disobbedienza.  Processo alla trasgressione. Prossimo tema

Buona scrittura

Valentina Selgi alle [09:30, del 20/4/2020]: (dopo 3’)… ottimamente!!😅😅 Grazie

Biginelli Romi alle [09:33, del 20/4/2020]: (dopo i 3 minuti dei 3’) Wow!!!! 😘

Angela Barbera alle [09:34, del 20/4/2020]:(dopo 1’ dei tre minuti dei 3) Bene!!!

Io rispondo …. alle [09:52, del 20/4/2020] euforico: Bel tema, ricco di contrasto, di immagini. Dalle prime reazioni si presume un comune bell’entusiasmo!! Grazie!! Propongo di iniziare sabato alle 16. Così possiamo attenzionare ogni testo con il tempo che necessita e chiudere la chat non oltre le 20. Cosa ne pensate?

La prima risposta la mio messaggio è di Claudia alle [10:09, del 20/4/2020]: Salvuccio 4 ore mi sembrano un po’ tantine. Aiu cchi fari..  E non solo io immagino… Comunque finiamo sempre intorno alle 20,30.  Restiamo alle 18  🙏🙏🙏

Io continuo euforico alle [10:11, del 20/4/2020]: Non possiamo anticipare almeno di 60′ o 30′?

Claudia apre la richiesta a tutti, la rende democratica, uauuu mi piace, alle [10:28, del 20/4/2020]: Ragazzi dite anche la vostra. Ma io preferirei non cambiare orario. Chi non può fino alle 20,30. Pazienza … ci lascerà prima. Bacioni. Buona giornata

Francyart77 capisce senza preferirei e alle [10:31, del 20/4/2020]: Per me è indifferente scegliere voi😘

Biginelli Romi alle [10:43, del 20/4/2020] va di getto: Il mio cellulare dopo 2 potrei usarlo per cuocere le uova!

Sergi sottolinea alle [11:02, del 20/4/2020]: 🤣🤣🤣🤣🤣 (riferendosi al messaggio di Biginelli Romi)

Valentina Romi si allarga alle [11:05, del 20/4/2020]: Per quanto mi riguarda, le 16 è un po’ prestino dato che, come ormai sapete tutti 🥴, ho una peste a cui dare conto, ma naturalmente io mi adatterei comunque in base alla mia disponibilità di tempo: è sempre e comunque tempo prezioso quello che condivido con voi! 😊😊😊. Buona giornata

Biginelli Romi completa alle [11:18, del 20/4/2020]: Scusate ho dimenticato 2 ore.

Valentina Sergi (riferendosi al messaggio di Biginelli Romi) [11:19, del 20/4/2020]: Era solo una poetica ellissi!! 😆 Era chiaro

Fra lirica alle [12:05, del 20/4/2020]: Prima delle 18:00 sono fuori con Uma, la mia pelosa. Restringere ancora il suo orario, e le sue abitudini, già così stravolte non me la sento. Dai che due ore e mezza mi sembrano sufficienti 😉

Io sorpreso non immaginando tutto ciò e non sapendo cosa scrivere porto in campo  e alle [12:18, del 20/4/2020] consiglio una musichetta: molto allegra, buon pranzo

 

Biginelli Romi restituisce il mio dire alle [12:21, del 20/4/2020]: Grazie.

Fra si smarca alle [12:23, 20/4/2020]: Bella, ripresa dalla sigla di “strega per amore”

Parisi Maria come la ciliegina sulla torta alle [18:05, del 20/4/2020]: Gradito il pezzo allegro grazie😊

  • Prima di tutto, me che amo te…
  • Cio che vuoi che arrivi…
  • Senza complicarci la vita oltre una rotonda in cui puoi girare. Una volta l’ho fatto prima di arrivare a casa. Ho girato e rigirato mentre ascoltavo musica
  • “Ho girato e rigirato senza sapere dove andare, ed ho cenato a prezzo fisso seduto accanto ad un dolore.. Tu come stai?” questo è Baglioni… tu come stai?
  • Mangiare per mangiare, o mangiare perché c’è fame
  • Esco con la retorica e faccio una passeggiata in riva al mare
  • Trasgredire una regola è come improvvisare dipende da che tipo di pensieri trovi in dispensa, significa andare a memoria che è la più grande magia in assoluto e il pubblico ha bisogno di lei. Chiamala come vuoi, è solo ARTE

ridistribuzione

C’è in atto una pandemia che ha causato e causa dolore, vittime. C’è chi ha perso familiari e amici. C’è chi si è ammalato, chi è guarito e chi vive nell’ansia perchè ha paura, non sa cosa fare. Tutto è in stallo. Le relazioni sociali sono a distanza.

Questa situazione appena 2 mesi fa era inimmaginabile. Sono chiusi teatri, cinema, centri culturali, bar, ristoranti, scuole di ogni ordine e grado, librerie, centri sportivi, negozi, centri commerciali… Moltissima gente ha perso il lavoro, soprattutto i precari. Non si può circolare liberamente, si fa uso di mascherine di protezione.

La voce della gente passa attraveso balconi animati, dirette FB, palcoscenici casalinghi, vincono i talk Zoom.

Gli operatori dell’industria dello spettacolo, categoria di cui faccio parte, sta soffrendo come tanti lavoratori di altri comparti. Lavorano solo pochi reparti che prevedono distanza di sicurezza.

Chiedo a tutte le persone che hanno panorami più definiti di pensare a ridistribuire le professioni, a limitare gli sprechi, a guardare in faccia la realtà. Nessuno si deve vergognare a ricevere o dare, siamo tutti nella stessa tempesta come scrivono Andrea Colamedici e Maura Gancitano di #Tlon.

Anche se ricchi di ottimismo gli artisti necessitano di una occupazione un reddito, sperando adeguato alla propria esperienza..

Grazie a http://www.zerocalcare.it

specchio

Cucinano le lenticchie, bolle il contenuto. Nel frattempo immagino alcuni personaggi per una nuova storia.

Presunzione, una donna ben vestita, due tatuaggi nascosti, alta, occhiali, capelli rossi, alito leggermente pesante.

Ricchezza, lentiggini, pelle chiara, cugina di Avidità che da qualche anno lavora a Roma, media statura, abita in montagna, leggermente rotonda, capelli corti e ricci, le piacciono le cozze, canta bene.

Sesso, sorridente, padre di Erotismo, sportivo elegante, non fuma e non beve, longilineo, abbronzato, profumato, pattina molto bene, ha imparato da suo fratello Amore, preferisce l’alba al tramonto, mangia veloce e piano in funzione al ritmo della giornata, ascolta musica.

Povertà, elegante, gentile, veste vestiti colorati senza una precisa attenzione, lava le mani spesso, ha sempre con se una borsa piena di cose, odia gli hot dog, va in chiesa a pensare.

Equilibrio è il cognome di una coppia di artigiani edili, marito e moglie, Sottenzio e Pretuffia, si sono conosciuti al mare 20 anni fa, lei bionda, lui bruno, entrambi operai di una ditta di ristrutturazione edile, lui idraulico, lei elettricista, vivono in una bella casa in periferia, non l’hanno costruita loro, hanno tre figli, Posta, Logio e Specchio che è il più grande dei tre. Oggi è il suo compleanno compie 19 anni.

Per l’occasione tutti i personaggi citati si ritrovano in trattoria “Alla mandorla” dove il titolare Toc Toc aspetta il gruppo di amici per festeggiare Specchio che ha visto crescere da quando aveva il suo bar in via Retrovisore.

La festa si anima, la gente si diverte. Parla.

Presunzione: ciao Specchio questo è un pensiero per te.

Specchio: oh! un libro, uauuu… La retorica dell’azione di Sir Bluff, che bello, grazie.

Sottenzio parla in disparte con Ricchezza: sono fiero di mio figlio Specchio, è un sommo valutatore, testimone della propria libertà oltre il giudizio, così lo ha incoraggiato ieri la professoressa Cornice! Lo stima molto..

Pretuffa parla con Povertà mentre sistema i capelli a Posta: bella questa camicia … sembra colorata a mano..

Povertà si rivolge a Pretuffa che sistema i capelli a Posta: grazie, è un regalo di Bilo il fratello di Oste, ha aperto da un mese un negozio in fondo alla strada, è sempre molto gentile con me…

Risponde Pretuffa guardando prima i capelli di Posta e poi Povertà: … si è sciolta la treccia… le piace, ogni mattina è per noi un rito..

Logio beve in disparte una chinotto tra una foto e un’altra che scatta con passione

Sesso è al telefono con la sua amica Porta, le racconta una sua recente esperienza: sono tornato ieri da un simposio internazionale sull’effimero, è stato molto interessante perché il professore Scassi ha ben analizzato il candore di quelle persone che mangiano nel piatto di altri… (Porta gli parla mentre annaffia le piante in balcone…)

Arriva Lecci, il cameriere, lavora da 10 anni in questo ristorante, prima vendeva gelati allo stadio la domenica e il resto della settimana dischi in un negozio del centro. Riunisce tutti vicino alla tavola e chiede loro di ordinare.

Specchio lo interrompe: ti prego, aspettiamo Metà (la sua fidanzata) … mentre lo dice ecco che lei arriva elegante, vestita di rosso, capelli scuri contenuti da un elastico colorato. Metà fa un giro per salutare tutti. Prima i signori Equilibrio poi tutti gli altri compreso Toc Toc. Metà è una ragazza che vive vicino al mare con i suoi genitori. Ha due fratelli, Dolores e Gioia. Studia al conservatorio pianoforte e per hobby costruisce modellini di automobili. I suoi genitori Grazia e Colmo conoscono Specchio da un po’, è stato a casa loro più volte, hanno stima di lui, è chiaro anche a lui

Ritorna Lecci e chiede se sono pronti per ordinare. Si rivolge prima a Specchio che ordina linguine con scampi. Metà crepe salate con verdure. Logio tortellini con ricotta e menta.
Ricchezza riso allo zafferano. Povertà brodo di carne con pastina. Presunzione pasta alla norma con molta ricotta salata. Posta pasta al pesto. Sesso una matriciana. Sottenzio riso ai funghi. Pretuffa una pizza capricciosa. Posta spaghetti alle vongole.

Specchio chiede attenzione sbattendo una posata sul bicchiere, fa un brindisi ringraziando tutti. Auguri!! Si unisce a loro Toc Toc. Tutti bevono, posano i bicchieri e battono le mani

In cucina la cuoca Paranoia si da un gran da fare, sta preparando i secondi..

La festa va avanti..

Specchio si rivolge a Metà: oggi prima di arrivare qui le Avanguardie mi hanno fermato ad un posto di blocco, appena hanno visto i documenti e capito che è il mio compleanno mi hanno fatto gli auguri senza aggiungere altro mi hanno lasciato andare..

Metà: scusa amore, ho ritardato perché ho ritirato il mio regalo per te… ecco!

Specchio, apre la confezione: uauu, un profumo alla Resistenza, grazie!!! Le dà un bacio

Entra Scimmione, un cliente di Toc Toc, è solo si siede ad un tavolo vicino. È un uomo radical hippy, bella collana, stivali, capelli brizzolati e lunghi, mani molto curate. Povertà lo riconosce. È un insegnante di danza famoso in città. Fa un cenno per salutarlo. Scimmione ricambia.

Povertà si rivolge a Pretuffa a voce bassa: lui è il mio insegnante di ballo, è molto bravo, al suo corso serale sono iscritte molte persone. Qualche volte devi venire anche tu, vieni con Sottenzio..

Pretuffa: … a Sottenzio non piace ballare, o meglio, in discoteca si, ma balli di gruppo, no…

Si intromette Metà: ho sentito! È veramente bravo? Ho proposto a Specchio di andare a lezione di ballo, penso che potremmo divertirci …

Specchio si rivolge a Povertà: … invitalo a prendere la torta con noi…

Scimmione si avvicina sorridendo: grazie è per me un piacere, come posso ricambiare?

Chiede a Toc Toc se c’è un impianto audio

Arriva Lecci e porta un diverti festa..

Scimmione cattura l’attenzione: pronti? si balla!!!

Parte la musica..

Scimmione coinvolge tutti a ballare a specchio

 

Parlo con la musica

Parlo con la musica è un format musico/teatrale che si concretizza con un laboratorio pratico esperienziale ideato e condotto da Salvatore (Turi) Greco

 

Scopo

Promuovere benessere ad ogni partecipante. Offrire strumenti di elaborazione creativa. Favorire positività, leggerezza. Agevolare la comunicazione relazionale e nel contempo, con i vissuti posti in campo, approfondire questa ricerca che viene proposta e accolta da molti anni.

Fruitori

Come ogni attività olistica e culturale è di libera scelta, possono partecipare persone di qualsiasi età. È suggerita a chi è infintamente curioso. Questo format è adatto a tutti. È stato per molti anni strumento di didattica in scuole di ogni ordine e grado, dal 1981 al 2007. Dal 1988 anche come progetto di empowerment che ha permesso a molti lavoratori di tradurre la comunicazione aziendale in spettacolo. A richiesta un’ampia case-history a riguardo.

 

Filosofia

Facile e interessante esperienza che consente un approccio non convenzionale all’ascolto musicale. “Parlo con la musica” è un’occasione importante con cui fare esperienza su tutto ciò che ruota attorno alla comunicazione gestuale-musicale che avviene tra due, più persone o con sé stessi. Accorgersi della musica non soltanto fruirla. Questo lavoro è costruito con il suono, la voce, il corpo, la danza, l’empatia, l’armonia. “Ognuno trova nella musica uno scrigno di informazioni in essa contenute. Comunicare con la musica, scambiarsela, vuol dire interagire con il mondo, dare ascolto alle proprie percezioni, alla propria identità. L’esperienza coltiva ascolti diversi, li utilizza come dati emozionali, gestuali, musicali, che possiamo condividere usando flussi energetici liberi da schemi preconcetti o pregiudizi su sé stessi o sul mondo” dal libro manuale Il gesto impresso di Salvatore Greco edizioni Universitalia.

Storia del laboratorio 

Salvatore Greco ha iniziato ad utilizzare la musica come dialogo in forma spettacolare, dal 1977, in occasione della realizzazione di eventi in discoteca. La primissima versione di questo format è stata realizzata nel 1981 per un gruppo di ospiti del villaggio turistico Les Paletuviers ad Abidjan in Costa d’Avorio. Dal 1989 è stato intitolato Programma Scioltezza, dal 2004 Il Gesto impresso, dal 2018 Parlo con la musica.

 

Presentazione

L’incontro con Salvatore Greco, avvenuto secondo le più peculiari sincronicità junghiane, è l’impatto con una personalità esuberante, dirompente, vulcanica, a tratti ingombrante, irriverente. Ma è anche l’immersione dentro un mondo vivace, affascinante, caleidoscopico, venato di una sensibilità espansa e di una sua spiritualità. Salvatore ci accompagna in un viaggio mirabolante alla scoperta della musica, quasi un percorso iniziatico, che svela l’universo complesso e ricercato del suono. Suoni che diventano forme, forme che trasmutano in colori, immagini che si fanno emozioni in un turbine psichedelico, in un rimando di memorie, luoghi, storie, odori, amate abitudini, un gran bel giro di giostra per la mente e per il cuore. Uno spazio profondo che disvela il valore dell’ascolto, che apre nuovi canali di un universo sinestesico, affina sensi interiori e qualità sottili. Nel laboratorio esperienziale che Salvatore propone, si snoda un dialogo multidimensionale con la musica. La musica è protagonista, è sfondo, comparsa e si mescola a pensieri, vissuti, fantasie, inventa scenari, diventa danza, preghiera, racconta ambienti, relazioni, evoca futuri possibili. La musica è medicina, è compagna nella solitudine, è amica, parla un linguaggio sempre nuovo, e Salvatore lo conosce, lo esplora, lo ama, e ci insegna a decodificarlo, interpretarlo, analizzarlo. Salvatore traccia un sentiero, coglie il trait d’union tra la musica e la nostra soggettività, tra il mondo esterno e la realtà interiore. Apre una porta su quell’infinito e ci indica la strada.

( Dr. Daniela Bredice, Psicologa Psicoterapeuta, da libro Parlo con la musica )

 

Location

La location è fondamentale per supportare programma e risultato. L’acustica è al primo posto. Gli spazi devono offrire un contesto confortevole/pratico, riservato. Si possono progettare varie modalità per programma e partecipazione, da questo si definisce la location. La disponibilità di due ambienti spazio prova e rappresentazione è l’ideale. Oppure uno che contiene entrambi.

 

Stagione estiva da luglio a ottobre 2020

Si possono organizzare varie tipologie di laboratori esperienziali, on line fino a residenziale in strutture da definire. In caso di disposizioni ministeriali si garantisce che si rispetterà la distanza di sicurezza e ogni norma indicata

Schema base

1) Introduzione

– La potenza della musica

– Data base/Playlist

– Fonti sonore

2) Orecchio fotografico

– Visualizzazione

– Interattività culturale

– Gesticolazione/Attività fisica

3) Decodifica e traduzioni

– Raccontare la musica

– Analisi sonorità individuali e di gruppo

– Restituzione spettacolare

Scheda biografica

Salvatore (Turi) Greco è un Artista multidisciplinare, attitudine al dialogo, interazione ludica con teatro, audiovisivi, animazione. Appassionato ed attento all’evoluzione dei linguaggi radiotelevisivi. Trasformare la realtà in fantasia è la sua vocazione. Valorizzare l’individuo attraverso il divertimento è la sua missione. Utilizza l’ascolto musicale per esprimersi, per ampliare ogni forma di relazione. Maturata esperienza in ideazione e produzione di spettacoli affiancando la sua famiglia nella gestione del Teatro Club di Catania, in qualità di coordinatore delle attività di Teatro Ragazzi.

Dal 1976 lavora in radio e contemporaneamente realizza spettacoli in discoteca. Dal 1979 al 1987 produce, organizza rassegne e laboratori con la Compagnia Il Circo di Via Condotti. Nel 1981 collabora con la RAI per un programma inchiesta in 4 puntate Cosa farò da grande dedicato al mondo dei ragazzi. Dal 1983 produce cortometraggi tra i quali Toro seduto, Milonga, Voglia di vocali. All’operatore la camera si bagnò è finalista al Festival Anteprima di Bellaria.Dal 1996 dopo una ampia e consolidata esperienza come animatore nel settore del marketing culturale e turismo ricreativo inizia ad occuparsi di comunicazione d’impresa realizzando per Enti e Aziende su tutto il territorio nazionale progetti teatrali, artistici e itineranti, produzione audiovisivi in cui manifesta perfetta capacità di direzione, coordinamento e coinvolgimento di gruppi di lavoro di piccole e grandi dimensioni. Dal 1998 scrive e dirige il format Ti cerco ti presento per SMA, la serie televisiva CuriosoTV, due telegiornali aziendali, reportage sulle attività culturali all’interno delle carceri siciliane, due serie televisive per SMA, documentario per il FAI e il Gruppo Rinascente, la serie televisiva Sapere d’estate sponsorizzata da Aziende private, due audiovisivi per la Rassegna Cinemente organizzata da SPI, vari redazionali, spot, educational, open meeting. Nel 2016 il suo mediometraggio Sfida Capitale è presentato al Gold Elephant World Festival e al Festival Internazionale Cinema di Frontiera. Nel 2019 realizza il lungometraggio “Esame di realtà”

Cinema and theatre are perfect levellers in society. I’m a young 60 years old. My first short film in 1977. Before that I was involved in music. One thing following another so strongly I got lost. The alarm rang in 2013. From that moment I let my culture free in a game called improvisation. I read, I listen, I look beyond, so far beyond that I cannot explain. I have always photographed my movement, now I’m more conscious to produce what the world wants.

 Link di approfondimento

https://www.discogs.com/it/user/lacasadellamusica (collezione privata)

www.ilgestoimpresso.it/(descrizione al 2004)

www.turigreco.it/ (artista multidisciplinare a servizio dell’impresa)

Short video presentazione, 2005, 4’40”

Short video presentazione, 2010, 6’40”

Quando scambiamo l’alba con il tramonto viviamo al contrario e ciò che è buio ci sembra luce e così al contrario. Riprendiamo il ritmo, usiamo la musica.

Di questo e di altro è composto il mio laboratorio PARLO CON LA MUSICA.

Sono a Vostra disposizione per ulteriori info. All’occorrenza posso presentare questa proposta attraverso Associazione Culturale. Per le condizioni economiche possiamo accordarci sia a cachet o a percentuale.

Salvatore Greco, tel. Tel 3498913737 – mail: parloconlamusica@gmail.com

 

 

 

Grazie

Titolo INCIPIT. Grazie alle cose a cui credo. Grazie a ciò a cui crederò. Grazie alle virgole, alla fantasia. Grazie a tutto quello in cui non credo, in cui ho creduto, in cui credi. Grazie alle scelte. Grazie alla determinazione, all’azione. Grazie al ritmo. Grazie alle sfide. Grazie che mi chiami. Grazie all’adulazione. Grazie agli arcobaleni. Grazie alla mia città. Grazie al sereno, alla pioggia. Grazie ad ogni orizzonte, grazie ad ogni indicazione dell’anima. Grazie a tutte le città del mondo. Grazie a me. Grazie al capire, reagire, scoprire. Grazie a te. Grazie a noi. Grazie alla vita. Grazie alla creazione, ad un bottone. Grazie alla mamma. Grazie a papà. Grazie a Wanda. Grazie alla storia. Grazie alla magia. Grazie all’illusione, alla rigenerazione, alla mia generazione. Grazie alla passione. Grazie ad ogni risultato, ad ogni occasione. Grazie a tutti i rifiuti. Grazie alla pulizia, all’ordine e al disordine. Grazie all’amore. Grazie al dolore. Grazie alla tristezza. Grazie al pianto. Grazie alle risate. Grazie al perdono. Grazie ad ogni premessa, grazie che ti sei permessa. Grazie al circo. Grazie alla rabbia. Grazie alla pietà. Grazie alla compassione, ad una canzone. Grazie alla paura, che bella figura. Grazie al danno. Grazie alla confusione, nel suo senso di libero spazio rappresentativo. Grazie alle visioni, alle invenzioni. Grazie all’astinenza. Grazie all’esistenza. Grazie alla presenza. Grazie ad ogni voto. Grazie ad ogni sì, ad ogni no. Grazie a tutti i totem del mondo. Grazie a Gesù. Grazie a Budda. Grazie a Maometto. Grazie a S. Maria. Grazie a S. Agata. Grazie a S. Francesco. Grazie a S. Giuseppe. Grazie ai tre magi. Grazie alla speranza. Grazie al buio. Grazie alla luce. Grazie alle feste. Grazie al lavoro. Grazia alle stelle. Grazie alle rose. Grazie al mare. Grazie alla preghiera. Grazie alle montagne. Grazie che ti ho trovata, grazie è un piacere. Grazie all’acqua. Grazie quando mi dici ti amo, e quando lo dimentichi. Grazie ai muri. Grazie al movimento. Grazie alla malattia. Grazie alla guarigione. Grazie al benessere. Grazie al teatro. Grazie alla ginnastica. Grazie quando ti spogli di ogni dubbio. Grazie al cinema. Grazie alla letteratura. Grazie a tutti i poeti. Grazie alla rivoluzione. Grazie al vento, alla disperazione, ai sogni. Grazie alle prove, grazie anche se non c’è un risultato. Grazie alle prove del nove, alla mia maestria maestra. Grazie, ti prego esci, grazie ti prego rientra. Grazie alla pace. Grazie alla nevrosi, a Cenerentola, al risultato, allo spettacolo. Grazie alla guerra. Grazie alle marce. Grazie alle torture, quelle che sembrano vere. Grazie al godimento, all’orgasmo. Grazie alla resistenza. Grazie alla fatica. Grazie alla cipollina. Grazie alle salite. Grazie alle discese. Grazie all’abbandono. Grazie al citofono. Grazie al riso. Grazie all’insalata. Grazie al digiuno. Grazie ad ogni tipo di abbraccio. Grazie al sole. Grazie al sale. Grazie a Teresa. Grazie al vino. Grazie alla luna. Grazie all’universo. Grazie a tutti i figli del mondo. Grazie a tutti i nipoti del mondo. Grazie a tutti i colori del mondo. Grazie alla musica. Grazie al silenzio. Grazie alle parole. Grazie all’arte. Grazie all’amicizia. Grazie alla filosofia. Grazie a tutti quelli che sono sconosciuti, e a quelli conosciuti. Grazie alla scienza, alla benzina, all’elettricità. Grazie a chi deve ancora nascere. Grazie alla natura. Grazie a tutti i buoni consigli. Grazie a tutti i cattivi consigli. Grazie alle tradizioni, alle buone ricette di cucina. Grazie alle stagioni. Grazie alla ricchezza. Grazie alle differenze. Grazie a ciò che non capisco, grazie a quando lo capisco. Grazie alla povertà, all’eternità. Grazie a tutti i contadini del mondo. Grazie a tutti gli industriali del mondo. Grazie ad ogni angelo. Grazie ad ogni essenza, ad ogni sé.. Grazie al diavolo. Grazie alle domande, alle circostanze. Grazie alle risposte, alle poste. Grazie alle strade chiuse, alle strade aperte. Grazie a tutti i vicoli, vincoli, a tutti i fiumi. Grazie a tutte le navi, a tutte le barche. Grazie al sentiero. Grazie alle autostrade del mondo. Grazie al passaporto. Grazie alle pause, a chi va di fretta. Grazie alle coincidenze. Grazie ad ogni legge, ad ogni costituzione. Grazie alle lettere, alle interferenze. Grazie alla radio. Grazie ad ogni benefattore. Grazie ad ogni causa. Grazie ad ogni effetto. Grazie al punto, al truffatore. Grazie ad ogni maestro. Grazie ad ogni alunno. Grazie ad ogni casa. Grazie alle partenze, ad ogni arrivo. Grazie alle scoperte. Grazie alle coperte. Grazie a ogni grazie, ad ogni bacio. Grazie a tutti i pianificatori. Grazie a tutti i panificatori. Grazie a tutti gli improvvisatori. Grazie al detrattore. Grazie agli attori. Grazie alle tasse, alle condizioni. Grazie al regista. Grazie al palcoscenico. Grazie agli autori. Grazie all’inutilità, all’utilità. Grazie a tutti gli animali. Grazie alla fede. Grazie alla perseveranza. Grazie alla pazienza, all’impazienza. Grazie alla carta. Grazie agli alberi, alla verdura, ad ogni paesaggio. Grazie ad ogni tipo di vestito, grazie a chi è svestito. Grazie alla terra. Grazie al fuoco. Grazie alla pasta. Grazie alla fotografia. Grazie a tutti gli orti del mondo. Grazie alla carbonara. Grazie all’arroganza. Grazie alla ignoranza. Grazie al sapere. Grazie alle pecore. Grazie agli specchi. Grazie al digiuno. Grazie alla bellezza. Grazie al successo, all’insuccesso, al cesso. Grazie alla musica, alla lettura, all’ascolto. Grazie, scusa, devo fare pipì. Grazie al protagonismo, all’antagonismo. Grazie alle radici, a quelle quadrate. Grazie al cerchio, all’iperbole. Grazie all’impotenza. Grazie alla potenza. Grazie alla solitudine. Grazie alla follia, all’adulazione, alla verità. Au! Grazie! Grazie al cambiamento. Grazie a Babbo Natale, alla Befana. Grazie alle galline. Grazie al fruttivendolo. Grazie al buio. Grazie a Manuela. Grazie all’illuminazione. Grazie al giorno. Grazie alla notte. Grazie ad ogni libro, grazie che continui a leggere. Grazie di ogni tuo contributo, all’imbuto. Grazie di ogni grazie senza un motivo al sorgere di ogni iniziativa. Grazie alle ripetizioni, a tutti i loop. Grazie è solo una premessa promessa. Grazie al valore della pace. Grazie a tutti gli scopritori. Grazie alla disciplina, al buon esercizio mentale, a quel tale che ci sembra strano. Grazie specchio. Grazie alle ripetizioni, all’esistere della follia, la follia senza o con il buon umore. Grazie di essere strambo, al disequilibrio saggio o non saggio che genera ogni cosa. Grazie all’incredibile. Grazie di ogni effetto, a tutta l’energia che c’è in un urlo. Grazie alla curiosità e al suo necessario esserci.

 

flussi

Dalla stanza accanto alla cucina, la mia camera da letto, arriva una bella musica, ben scandita, come un susseguirsi di emozioni.  Da quando è iniziata questa penitenza casalinga ho piazzato qui il mio quartier generale. Scrivo dal  grande tavolo della cucina, riordino appunti e catalogo la mia musica 

Questo brano di Kevin Morby dal titolo Harlem River è per me una ginnastica mentale. Non capisco le parole, se non alcuna. Poco fa è la parola LOVE quella che ho capito più di altre. Il ritmo è seducente, magistrale. OF YOU, se è questo ascolto che mi arriva, vuole forse dire, un DI TE. La musica nella sua accezione infinita, ecco cosa provo ogni volta. Questa è una ballata che se vogliamo è il termometro di una relazione. di uno stato di cose, di uno scambio di armonia, i flussi dell’empatia. Per esempio, per me questo ascolto mi da la consapevolezza del baricentro della relazione con me stesso, con il mondo. Questa musica arriva dal mio data base, arriva nel momento in cui l’ho incontrata, scelta e ho trovato uno spazio per lei. Oggi da quello spazio che si rinnova, da quello spazio dedicato arriva perché io posso ascoltarla. Precisi momenti, precisi spazi. Questa musica mi appartiene, nel senso che la sento pertinente. E’ una proprietà di condivisione, virtuale, di fruizione. Adesso ne fruisco la sua necessaria potenza. E’ vero, mi piace. Mi lascio stupire da ogni cosa. Dal sole che si rinnova e mi rinnova con la sua potenza, la vita è uno specchio, mi ricorda la mia autorevolezza. Prego per far si che il mondo proceda con il suo incanto e che trasformi ogni disincanto in farina integrale, in condimenti per fare cose buone e rallegrarci, costruire nuove idee, realizzarle. Questa è una ballata che può essere tradotta come in una coreografia, come un tempo ci ha suggerito Pina Baush, come l’ensemble famoso che vedi nel film dedicato a lei o lo trovi su youtube. E’ un treno di persone che percorre gli spazi e il tempo. Cerchio, treni, platee, tavolate, libere espressioni.. è forse questo che abbiamo smarrito in questi giorni, per me è apparentemente perso! Secondo me questa ballata, questa musica ci dice, che, abbiamo perso solo il superfluo.. Uauuu! Stiamo pulendoci, rinnovandoci, da tutte le scorie delle inutili cose raccolte, dall’avidità. Se continui a sentire il ritmo è sempre più serrato e costante, la costanza di un creativo, la costanza della fantasia che illumina ogni cosa, che la rende speciale. Ecco cosa è vantaggioso fare, elaborare e rielaborare ogni attimo in una costruzione di elementi che servono al proprio nutrimento culturale, che poi è quello di tutti. Seguire il flusso, i flussi

Dopo averlo ascoltato mi passo lo sfizio di conoscere il testo in inglese con traduzione in italiano, felice che il mio sentire coincide, questo è il mio parlare con la musica

Harlem River di Kevin Morby

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Harlem River, parlami
Harlem River talk to meDimmi cosa ne pensi

Tell me what you think aboutHarlem river

Sono innamorato amore amore amore

Harlem river I’m in love love love loveHarlem River, parlami
Harlem River talk to meDove ‘siamo diretti adesso

Where’ we headed nowHarlem River Sono innamorato amore amore amore
Harlem River I’m in love love love love

Tutto per colpa tua
All because of you

Nella mia perla e nella mia scarpa con diamanti
In my pearl and my diamond shoe

Ho scalato una nuvola
I climbed a cloud

Ora ho rubato la luna
Now i stole the moon

Harlem River
Harlem River

Tutto per colpa tua
All because of you

E Harlem River mi ingoia
And Harlem River swallow me

Metti le tue mani intorno al mio collo
Put your hands around my neck

E Harlem River non riesco a respirare
And Harlem River I can’t breathe

Adesso hanno spento le luci
They’ve got the lights down now

E Harlem River mi dà le ali
And Harlem River give me wings

Metto la testa tra le nuvole
Put my head up in the clouds

E Harlem River tutto perché
And Harlem River all because

Oh, non sono da nessuna parte adesso
Oh I’m nowhere now

Harlem River
Harlem River

La musica è vera
The music’s true

E nelle mie scarpe di perle e diamanti
And in my pearl and diamond shoes

Ho scalato una nuvola
I climbed a cloud

E ora ho rubato la luna
And now i stole the moon

Harlem River
Harlem River

Tutto per colpa tua
All because of you

E non lo so
And i don’t know

Non lo so
I don’t know

Proprio dove sto andando
Just where I’m going

Perché non lo sono mai stato
‘Cause i’ve never been

E non lo so
And I don’t know

Non lo so
I don’t know

Proprio dove sto andando
Just where I’m going

O dove sono stato
Or where i’ve been

Oh Harlem River
Oh Harlem River

Come un diamante
Like a diamond

Sonaglio
Rattle

Quel sonaglio facile
That easy rattle

Scorri come quel fiume Harlem
Flow like that Harlem River

Sonaglio

Rattle

Quel sonaglio facile
That easy rattle

Scorri come quel fiume Harlem
Flow like that Harlem River

Ho corso per te
I ran for you

Ho corso per te
I ran for you

Ho corso per te
I ran for you

Ho corso per te
I ran for you

Fonte: Musicxmatch

Compositori: Rob Barbato / Kevin Robert Morby / Justin Gerard Sullivan

Testo di Harlem River © Domino Publishing Co. Ltd., Kevinmorby

Ascolta anche tua questo brano e scrivi quello che ti dice, buona espressione di ciò che senti

il riccio

L’intelligenza è indipendente, cresce secondo precisi principi ed è lunatica.

Si può capire, comprendere l’intelligenza. Si vede nelle azioni, nel modo di fare delle persone. A volte l’intelligenza spaventa come forse è nel caso della storia dell’eleganza del riccio. Romanzo e film, semplicemente Il RiccIo

 

Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo… questa è la prima battuta. Una battaglia permanente in cui si vince distruggendo l’altro.. Tutti sono ricci nella vita, più delle volte senza eleganza.. Se esiste la possibilità di diventare quello che ancora non si è.. Avrò saputo fare della mia vita altra cosa di quello a cui mi so destinava.. È una usanza Giapponese, quando ci si siede la musica parte.. Solo la psicanalisi concorre con le religioni nell’amore delle sofferenze che durano.. Temo di essere una selvaggia.. Mi ha fatto molto piacere, ma mi ha molto spaventata, ci tengo a rimanere discreta.. Cambiare il modo di addentarlo è come gustare un cibo nuovo.. Come si decide il valore di una vita.. Quello che conta non è morire, ma quello che si fa nel momento in cui si muore.. Renée cosa faceva nel momento di morire, era pronta ad amare

Un film leggero, ben fatto. Bravi attori, giovane regia

Diretto da una regista esordiente non ancora 30enne che ha adattato il best seller L’eleganza del riccio (2004) – 2 milioni di copie vendute – il film è uscito in Italia tra le onde di una polemica della sopravvalutata autrice Muriel Barbery che l’ha accusato di tradimento. Il film, però, migliora il romanzo, lo asciuga, è più compatto e scorrevole. Benché un po’ rozza nella regia, la giovane Achache se la cava.” fonte https://www.mymovies.it/

gruppo di lettura

Ho guardato un film “Il sapore del successo” titolo originale “Burmt”, mentre prendevo appunti per realizzare uno composizione per il  gruppo di lettura del quale faccio parte da due settimane, grazie a Claudia che mi ha invitato. Lavorare per creare uno scritto è impegnativo e sempre stimolante prima di tutto per me, a seguire per chi potrà beneficiarne.

La scrittura è una procedura libera e va assecondata. Si nutre di stimoli. Il cinema quando è costruito ad arte è sempre stimolante

In questa scena si citano personaggi mitici come  Rolling Stones, Luke Skywalker, Yoda.. paragonati ad un chef

Questo film mi piace, è semplice, ben fatto, mi piacciono le inquadrature, un buon casting. Contiene quel pizzico di azione e romanticismo che assieme mi piacciono, lo rendono vivace e godibile. Questo film parla a mio avviso di rivoluzione umana. Realizzato da bravi attori Bradley Cooper, Sienna Miller, Omar Sy, Daniel Bruhl, Matthews Rhys, Riccardo Scamarcio, Alicia Vikamder, Uma Thurman e Emma Thompson. Soggetto di Michael Kalesniko. Regia di  John Wells

Il tema del gruppo di scrittura di questa settimana è “il conto in sospeso, il tempo risolutore”. Mi sono lasciato trasportare dal’immediatezza. Anche grazie a questo film sto dando corpo alle mie idee. Si richiede di immaginare un  dialogo intimo. Un dialogo che possa spingerci in profondità e farci incontrare la nostra anima. E’ consigliato dire la propria. Ci mancherebbe. Qui dirò la mia supportato dalla parola di altri. In questo caso la mia scelta. O per meglio dire un riassunto utile al compito. Scegliamo una musica.

La prima musica che ho sentito in questo film

Con questo sound è come se le parole si mettessero in movimento da sole

Il filo nascosto che trovo rispetto al primo incontro con il gruppo avvenuto in Zoom sabato scorso lo metto in campo con un ripasso degli appunti raccolti durante il contest, ho cercato di sentire ogni persona, me compreso che in quella occasione ero a casa della mia compagna. Ho messo in campo la mia sensibilità di autore e regista, ed ecco  le mie impressioni in questa sequenza di bellezza interpersonale

  • Valentina e del suo IMPAREREMO. Valentina che corre, emotiva molto attiva.
  • Francesca e dei suoi ARCOBALENI. Potenziale attrice ci parla di insolito, di libri che danzano. ci parla di curiosità. Mi sembra esagerata, dominatrice. Lupi buoni, assaporando il desiderio.
  • Francesco e Maria Rosa potenziale Attrice. Francesco rassicurante, in ombra, poeta ritroso e diffidente. Maria Rosa severa, solida, amabile. Entrambi del QUEL CHE SEI ADESSO in una lettura a tratti lontana da parte di entrambi.
  • Rosalba che legge forse scollegata dalle parole. E’ un tema scolastico oppure una lettura da salotto in cui c’è un sottotesto emotivo.
  • Carmelina che Claudia apostrofa con BELLA FANTASIA. Bel ritmo, bella visualizzazione.
  • Angela del dinamismo. Un testo e una lettura che ci ricorda Paolo Poli. Mi piace e lo leggo assieme al mio.
  • Marilena in una lettura dissociata con una BAMBINA INFINITA. Luci, la superficie di un lago, oltre che mi ricorda e associo al film La rosa purpurea Cairo di Woody Allen

Questa citazione dal film di Woody Allen la dedico a Claudia il coach di questo gruppo, lei capirà il perché. E’ la storia di un uomo che cerca di realizzarsi

  • Maria Rosa Bigi con un personaggio amico e figurato
  • Maria e Rosalba in una lettura comune di UNA VITA DI MERDA. Maria attenta, volenterosa. Rosalba decisa, calcolatrice, autoritaria

Altro brano musicale dallo stesso film

Da tutto questo ricavo uno scritto, appunti dal film che ho visto, che sono un potente stimolo. Affermazioni necessarie sia per me che per il tema

Agire con disarmo. Ci accomuna un libretto di appunti.

Helen: Cosa è uno scherzo?

Adam: Di che parli?

Helen: Mi lascia un biglietto per vederci da Burger King..

Adam: Nessuno scherzo, è un posto economico facile da trovare. Non ti cacciano se parli da solo, che per me è vitale.. siediti.. vuoi pranzare?

Helen: No, non qui, no!

Adam: Perché?

Helen: Preferisco piatti fatti da un vero chef..

Adam: ..o da chi lavora al minimo salariale…

Helen: Si! Signor Jones sono una Sous-Chef, io lavoro al minimo salariale..

Adam: Sai perché quello come te odiano i fast food?

Helen: Che vuol dire quelli come me?

Adam: Perché è il cibo per la classe operaia..

Helen: Non capisco…

Adam: Ora spiegami perché costa 500 dollari in più mangiare in un posto come i nostri che in un posto come questo

Helen: No!

Adam: Perché non puoi!..

Helen: Perché qui tutto è fatto con troppi grassi, troppo sale, troppi tagli scadenti di carne…

Adam: Hai appena descritto i più classici piatti contadini francesi.. Burger King ovvero contadini che fanno quello che sanno fare.. dare un po’ di stile a tagli scadenti di carne, goulash, bourguignonne, cassoulet.. devo continuare?

Helen: Devo andare ora!

Adam: Avresti invece dovuto dire che il problema di questo posto è che è troppo costante, e la costanza è morte!

Helen: La costanza è quella che ogni grande chef insegue..

Adam: No! Uno chef deve inseguire la costanza dell’esperienza, ma non la costanza del gusto.. è come il sesso.. vedi sempre nello stesso posto, ma devi trovare modi nuovi e pericolosi di arrivarci..

Helen: Vorrei poter dire che è stato un piacere rivederla, ma sto bene dove sto… buona fortuna

Fare di altre esperienze la propria per godere di altri flussi. Il punto di partenza è essenziale. Lux Skywalker, Yoda.. chi sono? Saprebbe cucinare le pietre. Ti do la change di renderlo finalmente fiero di te. Sei il migliore maitre d’Europa. La mia cucina sarà la cucina migliore del mondo e prenderemo la terza stella. Mi dica cosa la spaventa? I ragni, la morte. Magari teme l’imperfezione delle relazioni umane..imperfezione degli altri, di se stesso. Cosa succede se prende la terza stella? Oh! Non se, quando!  D’accordo, festeggiamenti, fuochi d’artificio, santità, immortalità! La perfezione. Certo. Che succede se fallisce. Colera e pestilenza.. inondazioni, cavallette.. arrivano i quattro cavalieri e l’oscurità discende. Qualunque cosa sia stato, chiunque sia stato è ora di venirci a patti e non possiamo farcela da soli. Si è forti a cercare aiuto negli altri, no deboli. Non esiste niente di più semplice del semplice. ce l’hai un bel vestito? Come? Ce l’hai un bel vestito? Devo andare ad una festa, sei l’unica ragazza che conosco. Fingi di essere la mia ragazza, va bene.. se Reece scopre chi sei di sicuro ti ruberà. Se fossi la tua ragazza mi prenderesti il braccio. No se fossi la mia ragazza avremmo litigato nel taxi e non ci parleremo…  A che serve l’intelligenza. Non avevo sonno e mi sono ricordata che ci servivano le sogliole. Mettere soldi da parte, come si fa? Quella vocina era l’unico posto a cui avessi  mai sentito di appartenere. Ho mandato tutto a puttane. Forse, lo volevo da morire, ma forse l’ho avuto troppo presto, e non ho saputo come gestirlo, cercavo di controllare tutto e poi quando volevo evadere, invece.. L’idea  tua.. La pietà del tuo nemico è un po’ l’inferno! Che è successo? Eri fuori di testa, dai vieni a mangiare. Buono! Lo so! Perché mi hai dato una mano? Perché ho bisogno di te, come tutti, se lo capissi non ti sbatteresti tanto. Si? Sei più bravo di me e questo fa di te il migliore, ma noi abbiamo bisogno che tu ci guidi in posti dove non arriveremmo mai. . Sei un uomo fortunato! Il debito era mio quanto tuo! La mia vita sarà una strada lunga e difficile, ma io spero che pian piano riguadagnerò il rispetto di tutti e quello di tuo padre. Grazie! Maria ha saldato il debito. Ti ho cercato dappertutto. Ho paura, non so se ce la faccio. Ascolta.. cuciniamo insieme e stiamo attenti gli uni agli altri.. non ce la puoi fare da solo, nessuno può, ti devi fidare di noi.. ok? .. siamo la tua famiglia!