C’è in atto una pandemia che ha causato e causa dolore, vittime. C’è chi ha perso familiari e amici. C’è chi si è ammalato, chi è guarito e chi vive nell’ansia perchè ha paura, non sa cosa fare. Tutto è in stallo. Le relazioni sociali sono a distanza.
Questa situazione appena 2 mesi fa era inimmaginabile. Sono chiusi teatri, cinema, centri culturali, bar, ristoranti, scuole di ogni ordine e grado, librerie, centri sportivi, negozi, centri commerciali… Moltissima gente ha perso il lavoro, soprattutto i precari. Non si può circolare liberamente, si fa uso di mascherine di protezione.
La voce della gente passa attraveso balconi animati, dirette FB, palcoscenici casalinghi, vincono i talk Zoom.
Gli operatori dell’industria dello spettacolo, categoria di cui faccio parte, sta soffrendo come tanti lavoratori di altri comparti. Lavorano solo pochi reparti che prevedono distanza di sicurezza.
Chiedo a tutte le persone che hanno panorami più definiti di pensare a ridistribuire le professioni, a limitare gli sprechi, a guardare in faccia la realtà. Nessuno si deve vergognare a ricevere o dare, siamo tutti nella stessa tempesta come scrivono Andrea Colamedici e Maura Gancitano di #Tlon.
Anche se ricchi di ottimismo gli artisti necessitano di una occupazione un reddito, sperando adeguato alla propria esperienza..
Grazie a http://www.zerocalcare.it