Flavia: ricca, romantica, contemporanea, autentica, orientale, donna comune, poeta controllante l’illuminante contrasto interiore.
- L’esplorazione, la cantina, la bellezza sentita e assaporata quel tanto che basta. Questa musica è l’energia giusta che comunico anche se tutto attorno e intorno è pesante. Correre senza correre. Cambiare tanti vestiti. Correre e bere alla fontana della vita, sentirmi come voglio. Mi sento in mezzo al mare con la mia barca a remi senza direzione in un solo senso di fuga. Fiore del deserto. La capacità di amare e quel dubbio che non lo permette. Persevero è l’esatta congiunzione tra me e la vita. Un film guardato senza condizioni
- La spazialità è il mio regno, l’esuberanza è accentuata da un tappeto elastico. Il fatto che non ci sia il tappeto elastico, rimane una esuberanza pensata. Il fatto che non riesco a salire. La potenza del desiderio e la capacità di pregare per ogni condizione. Il dolore è merce di scambio. Il sole è il sole che è me. “Tu che non mi ascolti”. Allegra rabbia. La simpatia vince in un ballo d’estate sul mare. Disc Jockey di sensazioni. Evviva la musica
- La sensualità e bellezza di un abito di seta forse mai indossato e infinitamente desiderato. La voglia e la pazienza mentre mi trucco per i miei sogni. Anche di mattina quando tutto mi sembra tutto tremendo trovo la bellezza, quella mia, unica. Il bello che è bello nel mio ballo.
- La sequenza di un tango è la stessa e allo stesso tempo mai uguale. Il meglio che è ciò del mio sentire sensibile e nutriente. La mia vera anima eccola. Nel suono le mie vibrazioni il mio sentire e il ciò che conta per me. Il sinuoso e silenzioso oriente, un mistero. C’è da preparare il pranzo e poi la cena, meno male che trovo la mia india dentro di me.
- Citofono, citofono, citofono mentre faccio la doccia. Stasera in discoteca. Questa musica diventa la suoneria del mio telefono così ricordo a me stessa questa potenza incondizionata e nel suo essere irrazionale, autentica. Citofono, citofono, citofono mentre faccio la doccia. Stasera in discoteca. Non ti dimenticare il prezzemolo.
- Lo spettacolo dello stupore e mi accorgo che non sono la sola. Affacciata al balcone come una anziana giovane ad accudire ogni cosa che sia pensiero. Pesanti conflitti smussati dall’essere tradizionale. Meglio fare la lista della spesa e approfittare per bere uno yogurt mentre navigo tra gli scaffali del supermercato. La noia più grande è il ripetersi del ripetersi. Noia, apparentemente desiderio. Quante donne sono come me? Il canto mi sembra che in piazza siamo tante, molte. Una di loro. Benvenuta al voluto involuto. Preferire la qualità alla quantità del non senso e della carta carbone.
- Un caffè non si rifiuta a nessuno per tutti soprattutto, è speciale. Torna quel tango nel suo procedere come un film ad occhi chiusi. Ricordi e amarezza trasformante in un sorriso. C’è l’eleganza di chi è capace di scegliere e la adotta nel momento più giusto. La rana come simbolo di saltellante allegria e vociare festoso. Silenzio. Mi faccio ballare dal rumore del mare. La lente di ingrandimento come occasione di perfetta percezione. Grazie. Il mio nome è romantica.
- Le scale del mio palazzo sono sempre le stesse. E tutte le porte le conosco, sono simili senza aver mai bussato. Ritorno a pensare al mio pensare. Approfitto di questo e dalla finestra ammiro l’azzurro dell’orizzonte.
Salvatore Greco, sei semplicemente GENIALE!! Mi hai letto dentro (e fuori), come solo io con me stessa riesco a fare, con l’aiuto di diversi anni di psicoterapia e lo strumento principe, il daimoku. Hai creato, come al solito, una cosa bellissima, per chiunque vorrà e potrà usufruirne. Insomma, come creare valore dentro e fuori di se’ in un attimo!