Angela

Angela: voglia di fare domande. Difficile seguirti. Leggera o contenuta solitudine. Voglia di correre, voglia di mare e di libertà, sognatrice, determinata. Idee, potenzialità. Un po’ tormentata, pensierosa, egoista quanto basta. Aiuto per un dialogo necessario, fruttifero. Stop alla lamentela. Come disse il saggio “tutto quello di cui ho bisogno è dentro di me”. Potenziare la poesia, renderla commerciale, autonoma.

 

 

 

  • Una voglia dietro l’altra senza averne voglia. Tutto è rallentato, esasperatamente. Flashback e feedback. Monotonia. Flusso di una circumetnea che gira su sé stessa e vede sempre lo stesso paesaggio, il mediterraneo dentro una bottiglia. Descrive la suggestione in poesia senza averne il risultato sperato. Nenie e voci del mio sentire, spesso creano solo confusione. Anche se questa condizione ha la sua condizione di vivibilità. Paese arroccato quanto lo sei tu. Evoca il passato e “mi turmenta”. C’è dell’altro che primo o poi ti dico. Grazie

 

 

 

 

  • Come quando dallo spioncino della porta guardo l’esercitazione di altri. Si! Sono curiosa, fantasmaticamente! Mi incuriosisco e decido di entrare e partecipare. Il rubinetto dei miei pensieri è aperto e scorrono pensieri. Tanti e abbondanti, molti abbandonati. C’è la gioia che è radicata nel mio sapere. Non basta. Anche se sono io, se sono dove sono, al lavoro o a casa, mi penso a correre in spiaggia fianco al mare. Rimane il se.

 

 

 

 

  • Leggo un nuovo libro, lo sfoglio e mi faccio mille domande. A che serve la cultura, a che serve leggere, a che serve il cinema? La monotonia di un’idea e il mio romantico essere che si sveglia ogni istante per svegliarmi. Ci abbracciamo. Lo specchio del bagno che osserva la mia poetica canzone, questa, che è decisa, che è a tratti trionfante per ogni susseguirsi di idee. Gioco e mi diverto da sola. “Benedetto” questo incontro e questa nuova esplorazione che mi ricorda chi sono. Che voglio e posso agire con la stessa grinta da scompigliata padrone di casa. La mia missione qui, adesso. Ballare all’alba pensando sia notte, senza accorgersi che sta sorgendo il sole. Tutto il romantico che trovo vuole uscire e manifestarsi. Manifesto il mio dissenso verso qualche mio pensiero, accetto il dissenso, con la chiarezza di essere una vincitrice. Importante. Poesia letta, detta, scritta. Poesie manifestate

 

 

 

  • Sveglia senza sapere se è vacanza o se devo andare a lavorare. Tolgo il devo apro la mia disponibilità e le mie paure. “Aiutami a capire” se il se è il se perché voglio e posso che sia così. Il coraggio manifestato in questo adesso capire. Una energia ribaltante. Doccia senza tempo, scorrere energia rinfrescante. Voglio essere generosa con me stessa e farmi cullare da tutto il mio amore. Amore chiama amore, solo se trasformo le complicazioni di ciò che chiamo procedure. Ballo come se nessuno mi guarda. Uscire dal loop.

 

 

 

 

  • Tutto quelli che sono i miei pensieri portano il mio sentirmi cinica e infastidita per esserlo. Retorica e retorica che diventa amore. Vuoto perché in parte è clonato. Cerco la verità che nel suo essere nel sogno è potenza del volere, del possedere. Invece mi sembra che sia un carillon impazzito che ripete sempre le stesse cose, gli stessi giri. La delusione serve per crescere, per trovare il bello in ogni pensiero come la bellezza del sole che sorge ogni giorno. L’amore disegnato che non lascia la vita esprimersi come potrebbe. Stop alla lamentela, spazio alla riconquista o al nuovo. le passeggiate d’amore sono belle anzi bellissime se c’è l’amore.

 

 

  • Difficile seguirti. Di cosa parliamo? Che cosa diciamo se ognuno pensa per sé? Una telefonata come si faceva un tempo, in terra sul corridoio e dire, parlare, lamentarsi. Perché ci si complica la vita quando c’è un potenziale, una grande risorsa, che è l’amore o l’idea da conquistare è rendere realtà. Sogni e sogni di qualcosa che è meglio del meglio di un meglio che abbiamo disegnato. In questo ascolto c’è quella disperazione che ti porta a interpretarla con un ballo in un palcoscenico di periferia mentre il regista filma la scena di questa nuova commedia.

 

 

 

  • Sembra uno spot di una festa. Meno male che poi mi passa. Una birra e via, si cambia orizzonte e dimentico le vecchie domande. Indosso la tuta e mi metto a correre, telefonare, ballare e fotografare. Solo quando lo dico io, solo quando mi va. Imbottisco un panino e vado a fare un’escursione. Come se fosse un giro di giostra. Il cinismo come il peperoncino aiuta il menestrello.

 

Una risposta a “Angela”

  1. Mi rivedo tanto nel commento, anche se dovrei lavorare di più sulla determinazione…e poi è vero devo imparare a lamentarmi meno! Credo tanto nell’aiuto che può dare la musica e per questo, se possibile, chiedo un consiglio su cosa ascoltare. Grazie

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