Inghilterra, XVII secolo. John Wilmot, secondo conte di Rochester, rinchiuso nella Torre di Londra per aver offeso il re Carlo II con dei versi poetici, viene richiamato a corte dallo stesso sovrano per riuscire a risollevare il prestigio internazionale della nazione nella quale i cittadini sono avvezzi soltanto ai vizi e alle passioni. Il conte è il primo rappresentante del libertinismo aristocratico dell’epoca, esperto, come ammette egli stesso, nelle tre più importanti occupazioni del suo tempo: la scrittura di versi, lo svuotamento di bottiglie ed il riempimento di fanciulle. Nonostante la sua raffinatezza e genialità nel comporre opere poetiche, la sua carriera non arriverà mai ad un apice di successo a causa del suo dedicarsi quasi esclusivamente ai piaceri. Viene incaricato dal re di progettare e dirigere un sontuoso spettacolo teatrale per mostrare la bellezza dell’Inghilterra al re di Francia, una vera e propria epopea al Regno di Carlo II. John, assiduo frequentatore di teatri, inizia ad interessarsi alla carriera di un’attrice emergente: Elizabeth Barry, detta Lizzie, per il cui amore e successivo abbandono cadde definitivamente in rovina. Intenzione del conte era, infatti, di aiutare Lizzie a diventare la più popolare attrice di teatro di Londra, cosa che, a dispetto delle aspettative dei suoi compagni, gli riesce. Quando arriva il giorno della prima dell’opera commissionata da Carlo II, di fronte ad un ambasciatore venuto direttamente da Parigi, il re ed il pubblico tutto si aspetta un grande successo: John, invece, propone una sorta di parodia pornografica che mostra apertamente la reale situazione della città in quel tempo. L’opera viene bruscamente interrotta e il Conte è costretto a darsi per 6 mesi alla macchia per riuscire a sfuggire all’ira del re, che, dopo aver riposto in lui tutta la sua fiducia e le sue attenzioni, decide di non ucciderlo, bensì di condannarlo a vivere fino all’ultimo il poco tempo che gli rimane (John è malato di sifilide). John, ormai debilitato dalla sifilide, decide, in punto di morte, di redimersi pubblicamente dai suoi peccati convertendosi al cristianesimo, dichiarando il suo amore a Lizzie che nel frattempo aveva dato alla luce una bimba figlia del conte stesso ed aiutando il re, forse per far sì che alla sua morte di lui rimanesse non solo il ricordo del suo essere un libertino, ad ottenere dal Parlamento i voti necessari affinché una legge contro lo stesso sovrano non fosse approvata. Infine muore tra le braccia della moglie Elizabeth che, nonostante l’amore di John non fosse più per lei, è rimasta vicino al poeta lungo tutta la sua vita, come unica figura a cui aggrapparsi alla fine della propria esistenza. (fonte it.wikipedia.org)
Los Angeles
In onore vostro
Buon giorno
Buon giorno. Buon giorno mi approccio alla vita con il sentimento della speranza. Un sentimento ampio indefinito, volenteroso in ogni suo aspetto. Mi piace essere cosciente di questa sfida, di questa determinazione, di questa costruzione di entusiasmo continuo. Perché la speranza nutre speranza anche in una condizione di incoscienza. Solo così posso superare i miei limiti, e solo così con questa (cocciutaggine nel realizzare i miei obiettivi). Nel caso mio adesso oggi la speranza è l’unica condizione. Quanta fiducia in me stesso quanta fiducia nei confronti della mia arte e soprattutto quanta pulizia e quanto impegno. E la speranza viene nutrita dalla bellezza della naturale azione. Apparentemente oggi posso sentirmi al confine, posso sentirmi poco attenzionato da chi manovra il potere. Il prodotto della fantasia che agisce e prende il suo spazio lo ha abbellisce. Sono qua, sono chi sono in questo momento, con tutto ciò che compete questo momento, che concerne questo momento, sono qua. Quindi rinnovo questo potere, questa coscienza, e la rinnovò in quel potenziale di fede di speranza di preghiera che la naturalezza. A lottare ogni istante a dire grazie ogni istante, ad amarmi ogni istante. E auguro che il bene di questa mia esperienza possa essere condiviso, che il bene di questa mia esperienza possa essere provato da altri. Il lavoro è continuo. Il lavoro consiste nelle sfide, nelle certezze coltivate, che sono anche frutto delle incertezze, perché lo strumento magnifico della speranza è gestire la paura, trasformarla. Farla innamorata del sogno, farla innamorare della conquista, del valore che può produrre un artista. Che questa naturalezza questa gioia questa continua, continua, evoluzione sia strumento di fede e di crescita per tanta altra gente. Sfidarsi continuamente, amarsi continuamente. E quindi procedo così, a piccoli passi, in un momento sembra tutto perso e in un altro momento sembra tutto vinto. La vittoria, il vincere e ciò che ogni attimo rinnoviamo in quel pensare, anche nascosto, che ci apre nuove opportunità, nuove realtà. Questo è un grande lavoro, minuzioso, di ogni istante in cui possiamo decidere di vincere con tutto l’impegno del mondo. Che ci dona speranza. Questa è la mia determinazione oggi e continuo ad alimentare la mia fede attraverso la determinazione stessa attraverso la fede stessa. Buon giorno