Il teatro? Ti devi divertire!

Un nuovo incontro con Franz Kafka.

Vittorio Gassman, nel 1985, era in tournée con lo spettacolo “Non Essere” in cui ad un certo momento alternava battute, dall’opera teatrale Disordine e Genio di Alexandre Dumas, ispirata alla vita dell’attore britannico Edmund Kean, con questa “Ultimamente, nel lavoro di uno dei diecimila fanfaroni che straparlano di me sui giornali, ho letto che la mia natura di scimmia non sarebbe ancora del tutto soppressa, e lo dimostrerebbe il fatto che provo piacere a togliermi i pantaloni davanti ai visitatori per mostrare il foro d’entrata di quel colpo. A questo bel tomo bisognerebbe far saltare ogni singolo ditino della mano con cui scrive. Io, io posso togliermi i pantaloni davanti a chi mi pare; là sotto non troveranno altro che una pelliccia ben curata e una cicatrice dovuta a un – scegliamo qui per uno scopo definito una parola definita, che però non vuol essere equivocata – la cicatrice dovuta a un colpo scellerato. Tutto è alla luce del sole; non c’è niente da nascondere; quando un uomo di alti principi si avvicina alla verità mette da parte i modi raffinati. Se invece fosse quel giornalista a calare i pantaloni davanti ai visitatori, la cosa avrebbe un aspetto diverso e ammetterò che sarebbe ragionevole se non lo facesse. Ma allora che non rompa le scatole a me con le sue delicatezze”.

Da queste affascinazioni nacque una intervista sulla tappa di Catania dello spettacolo suddetto, si trova su YouTube, titolo “Vittorio Gassman a Catania”. Seguirono altri approfondimenti dello stesso autore, tra cui Visita alla miniera, racconto all’interno di un corposo reading teatrale in scena quest’estate in un quartiere periferico di Catania. Entrambi i racconti sono stati pubblicati nel 1919 in volume nella raccolta “Un medico di campagna”.

Una relazione per un’Accademia, a cui mi riferisco con la suddetta citazione, è lo spettacolo presentato da Fabbrica Teatro in questi giorni a Catania.

Si chiama Rot Peter, il ruolo interpretato da Sabrina Tellico, la scimmia a cui Kafka dà voce nel 1917 con un racconto breve che affronta in termini grotteschi la condizione di chi è costretto a vivere un’esistenza che non gli appartiene pur di conformarsi ai dettami della società e ricavarne una forma di libertà. Non è stata la sola ricerca della libertà a suggerire la soluzione, la necessità. Questo testo mette in primo piano le realtà nascoste ed oppresse dell’uomo e dell’attore, della scimmia che le contiene entrambe. La metafora che racconta un cambiamento, la volontà che ci porta ad ottenere la luna.

In questo caso ci ritroviamo ad ascoltare una scimmia trasformatasi in relatore accademico, all’interno di uno spazio a misura d’uomo, raccolto, intimo, partecipato, senza delimitazioni, dove tutto è a vista.

Il pubblico sta a contatto con la scena di Bernardo Perrone come accade in un ambiente privato o in quelle cantine culturali degli anni ’70 dove si spingevano, si realizzavano, le sollecitazioni teatrali verso nuovi approdi.

Eccoci qua spettatore a raccogliere subito il fiatone e la richiesta di un applauso, tra una danza alla Michael Jackson, una banana, una porta e una scala; inizia questo allestimento, una nuova versione. Si potrebbe rimanere stupiti, distratti. Il talento della protagonista che ti conquista subito, ti porta sempre a seguirla, la sua maestria è una garanzia .

Lo spettacolo nasce da un sodalizio che procede da anni tra l’attrice Sabrina Tellico e il regista Elio Gimbo. Questo spettacolo è l’espressione più significativa e liberatoria tra quelli realizzati da questa coppia di artisti a cui ho assistito in passato, una verità messa in campo, quindi coerente con la messinscena.

Elio Gimbo: “Questo è il terzo Kafka che faccio. All’inizio volevo fare uno spettacolo sull’uomo sapiens, ispirato da Yuval Noah Harari “Sapiens, da animali a Dèi” o dal saggio di Jared Diamond “Il terzo Scimpanzé”. I racconti su come dalla scimmia si è arrivati al sapiens (…) che differenze ci sono? Sono libri bellissimi. Volevo fare qualcosa su questo tema. Poi ho deciso di mettere tutte queste info e puntare su questo testo (…) In mezzo ci sono stati diversi contributi tipo il ragionamento che questa scimmia asserisce di essere una performer, e questo fa “assai” la differenza (…) diventa un fenomeno da baraccone. Kafka scrive questa cosa per raccontare nel 1917 l’assimilazione ebraica, cioè gli ebrei sparsi in tutto il mondo e si erano integrati. Erano diventati Tedeschi, Cecoslovacchi perdendo la cultura originaria (…) Ad un certo punto mi è spuntata questa cosa di Michael Jackson che ha fatto esattamente lo stesso percorso, cioè ha negato la propria negritudine. Lì ho cominciato ad orientarmi. Deve essere un performer, deve avere questo tipo di storia e poi altre cose come la banana messa alla porta (come la “banana di Cattelan”, opera d’arte “Comedian” di Maurizio Cattelan, è una banana appesa al muro con del nastro adesivo. L’opera, creata con oggetti di uso quotidiano, è stata venduta per milioni di dollari. N.d.R.)  lì ho pensato come faccio a farla tornare indietro? Con un passaggio repentino? (…) aggiungo al mio pensiero la frase “La rosa è una rosa è una rosa è una rosa” (scritta da Gertrude Stein come parte della poesia del 1913 “Sacred Emily”, apparsa nel libro del 1922 Geography and Plays. In quella poesia, la prima “Rosa” è il nome di una persona N.d.R.) è come dire: potete in fiocchettature quello che volete, ogni oggetto torna sempre alla sua origine (…) fare il cesso e dire che è un’opera d’arte, sempre cesso rimane (…) quindi la banana come quella di Cattelan per lei (il personaggio) è un richiamo, la odora e si ricorda che era scimmia (…) e poi per farla uscire dalla porta che è la Porta della legge di Kafka (…) (è una parabola contenuta nel romanzo il Processo. Un uomo di campagna persegue la legge e spera di conquistarla entrando in un portone. Il guardiano del portone dice all’uomo che non può passarvi in quel momento. L’uomo chiede se potrà mai farlo e il guardiano risponde che c’è la possibilità che vi riesca. L’uomo aspetta presso l’entrata per anni, tentando di corrompere il guardiano con i suoi averi; il guardiano accetta le offerte, ma dice all’uomo «Lo accetto solo perché tu non creda di aver trascurato qualcosa». L’uomo non tenta né di ferire, né di uccidere il guardiano per raggiungere la legge, ma attende presso il portone fino a che non sta per morire. Un attimo prima che ciò accada, chiede al guardiano perché, seppure tutti cerchino la legge, nessuno è venuto davanti alla porta in tutti quegli anni. Il guardiano risponde «Nessun altro poteva entrare qui perché questo ingresso era destinato soltanto a te. Ora vado a chiuderlo. N.d.R.) Kafka è una miniera!

Sabrina Tellico: “non è la prima volta che interpreto un uomo, ma qua in realtà non ho sesso” io aggiungo, qui in realtà hai un sesso, e le chiedo anche, quanto ti sei sentita ammaestrata “io come attrice nei confronti del regista? Sempre! Mi sento ammaestrata con lu. Cerco di uscire” chiedo sulla proposta di Michael Jackson “non so se lo ha fatto perché sa che mi piace quindi per invogliarmi visto che non ero convintissima di questo testo”

Confermo l’infinita stima per Sabrina Tellico, è una delle più brave attrici italiane. La stessa che di seguito durante questo spettacolo si alterna con eleganza in un tour de force di azioni e danze che sintetizzo in titoli di capitoli in ordine di apparizione: Fiatone; Richiesta di applausi; Donna afgana si muove alla Jackson in una location come nel prive di un locale o in un soggiorno; Battuta sul giornalista che mi ricorda Gassman, battuta recitata da Sabrina come fosse una suora, questa sensazione è stata pazzesca; Capelli congeniali, per un tratto sosia di Susan Sarandon; Clown che si muove urla, gioca; Calzini bianchi corti come il lupo in Balla con i lupi; Sospiri meglio definirli come gemiti; e tanto altro.

L’azione scenica simbolica dello spettacolo è il rumore della scala di alluminio mentre la scimmia si dondola. Evoca il suono dell’albero della nave che la porta nel mondo. Oltre alla porta che si chiude e che chiude lo spettacolo.

Uno spettatore si aggiunge alla nostra conversazione e dice “lo spettacolo è molto fruibile (…) è uno spettacolo per tutti, per chiunque”.

Si! il pubblico ha pienamente ragione. Penso proprio di sì. Questo è uno spettacolo per bambini e ragazzi, piace alla poesia.

L’idea di Elio Gimbo è quella di farlo girare verso altri teatri. Idea pertinente, la scimmia deve e può conoscere il mondo.

Capire come portate questa “familiarità” di espressione in luoghi dove da 20 spettatori si passa almeno a 100. E’ il mio augurio, e immagino di tanti.

Mi permetto di partecipare che dopo lo spettacolo con due amici astanti, Giuseppe Brancatelli e Francesco Rovella, partendo dalla storia della “Banana” appiccicata alla porta ho conosciuto la storia dell’opera d’arte A Perfect Daydi Maurizio Cattelan, realizzata nel 1999, che è consistita nell’appendere il gallerista Massimo De Carlo alla parete della galleria con del nastro adesivo. Questa performance ha suscitato reazioni diverse, tra cui ilarità e stupore, e ha portato De Carlo a svenire, finendo al pronto soccorso. L’opera è stata presentata alla Galleria Massimo De Carlo e ha destato un forte clamore nel mondo dell’arte. 

Lo spettacolo in generale è fruizione piena, meglio quando è professionista.

La conoscenza apre la porta alla nostra libertà. L’azione è il passo che ci permette di attraversarla e viverla davvero”. La frase suggerisce che la conoscenza apre le porte alla libertà, ma è l’azione a renderla vera e vissuta. In altre parole, la conoscenza è un passo necessario, ma non sufficiente. Si può conoscere molto, ma senza agire, la libertà rimane solo un concetto astratto.

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