Rimanere libero, appassionato, e guadagnare terreno è una lotta continua. Colgo il mondo, agisco, in tante occasioni e in tutti i modi lo illumino, anche nell’incredulità dei confini, ogni condizione. Altri ne sanno così l’esistenza. Come una fontana prima nascosta, alla luce, consumano all’insaputa solo una parte, quella apparente. A volte ancora peggio nascondono, se ne appropriano convintamente alterati da vanti inutili. Sono così, poetico e ingenuo. Troppo. Così non mi ci vogliono sentire, anche se sono occasioni per scrivere di libertà, come sto facendo. Adesso.
Quando è uscita la canzone Era già tutto previsto di Riccardo Cocciante io avevo 16 anni e già da qualche anno mi muovevo come dj in feste e in radio. Ero molto libero, la mia situazione familiare lo permetteva. Poi questa libertà è passata anche dalle catene in quanto “esagerazione”. Libero di inventare e non libero di essere.
Ascoltiamo questa canzone. Un canto di esplorazione, di apertura, un siparietto, una parentesi tra vari ascolti. Questa canzone è stata, recentemente, ritmo ed essenza, colonna sonora di una scena in un terrazzo in penombra su coppie che abbracciate ballano in Partenopee di Paolo Sorrentino. Guardo questo mix, proiezione di un passato trasformato in eternità, questo è il suo mood che percepisco, questa canzone, infiniti baci.
Francesco Cammilleri di San Cataldo (CL) l’ha ben interpretata a The voice senior su Rai UNO. La riporta a me mentre ceno e mentre già decido che sia un post adesso qui. Questa canzone è contenuta nel 33 giri L’Alba di Riccardo Cocciante in cui alcuni brani come Canto popolare, poi riproposta da Ornella Vanoni, respirano di rivoluzione, comunicano un senso di marcia, quella dei contestatori, come una silenziosa protesta, l’autorità che si percepisce nel momento in cui un uomo punta alla libertà.
La prima libertà è quella di pensare, vivere, immaginare. La libertà che cerca essa stessa, la libertà. Per me la semplicità è libertà. La natura di ciò che si è, come da ragazzi. Una libertà anche immatura. Divergente divergenza con la realtà. Libertà che si conquista attimo dopo attimo con ogni sforzo. La libertà di vivere bene nel senso veritiero del termine, di partecipare e costruire lo scorrere delle cose. La libertà adeguata alla propria esperienza, al proprio sapere, al proprio gusto e soprattutto a tutti i propri desideri che realizzati diventano “partecipazione”.
La libertà. Una rete di desideri.
C’è anche la libertà di alzarsi e andarsene. Il tempo diviene immobile laddove non c’è una libertà condivisa e partecipata. Chi è generoso è anche libero. Chi è generoso non ha quasi mai il senso della misura… come per i sogni, fare l’amore, i baci e amare. Grande senso di libertà non vincolare la libertà di altri, lasciare che facciano, semmai lontani, la loro libertà. Libertà di dire e di essere ascoltati. Chi è libero fa qualsiasi cosa tranne manipolare. Il cinico ha poco a che fare con la libertà. Il cinico mastica.
Ci contraddiciamo spesso sul termine e sulle sue capacità di essere liberi, perché siamo assoggettati a meccanismi esterni. La vita è una comunione di intenti e l’agire di uno diventa giostra di altri.
Alla conferenza accademica dedicata al Don Giovanni di Mozart ascolto il relatore che dice “un uomo che ama celebra il suo desiderio e con il matrimonio rinuncia ad una libertà in nome di una appartenenza ad una cellula sociale“. A tal proposito Umberto Galimberti scrive “Molte persone concepiscono l’amore in maniera possessiva. Mia moglie, mio marito… togliete questi possessivi. Non c’è niente di vostro, l’altro è un altro. Anche i matrimoni possono essere possibili solo se partono dal concetto che Lei o Lui è un altro. La condizione elementare e fondamentale per continuare a vivere si chiama amore. L’aveva detto bene Freud: la vita funziona se qualcuno ci ama. Amore è tutto ciò che aumenta, allarga, arricchisce la nostra vita, verso tutte le altezze e tutte le profondità. Noi viviamo finché c’è qualcuno che ci ama: sono convinto che molte persone anziane ‘se ne vanno’ perché nessuno le ama più. L’amore è la categoria della vita ma comporta una condizione di gratuità: oggi mancano le condizioni dell’amore perché la gratuità viene derisa e vista con sufficienza, come qualcosa di patetico e l’Altro viene, considerato come un oggetto, qualcosa da rivendicare come nostro, come possesso. Ma voler possedere l’altro, significa non amare. Come diceva Fromm: L’amore immaturo dice: ti amo perché ho bisogno di te. L’amore maturo dice: ho bisogno di te perché ti amo”.
Come faccio a essere libero? Perché a volte essere liberi lo è si apparentemente. Aggiunge Natalia Ginzburg “Quando sentiamo parlare di “libertà”, istintivamente noi drizziamo le orecchie come cani da caccia. Abbiamo la sensazione che venga menzionato qualcosa che ci riguarda personalmente. Eppure la parola “libertà” è cambiata in noi e forse nessuna parola ha subito una simile trasformazione. Forse la parola luna ha subito un analoga trasformazione da quando “la luna” è stata esplorata. La parola “libertà” è comunque per noi oggi irriconoscibile se la mettiamo accanto a ciò che era. Invano cerchiamo il nostro spirito l’antico squillo argentino e solenne. Esso si è spento da tempo. Noi da tempo abbiamo preso a pensare che la libertà sia forse una delle parole più scure e difficili, complicate che esistono al mondo (…) Noi siamo perciò insieme dei padroni e dei servi. Padroni perché abbiamo dei privilegi. Servi perché abbiamo una profonda mutilazione nella nostra conoscenza umana. Di questa è nostra doppia natura di padrone di servi, della nostra, giovinezza quando aspettavamo la libertà non eravamo affatto consapevoli. La delusione che abbiamo provato è vecchia e nota. Raggiunta la libertà non eravamo affatto consapevoli. (…) Allora ci siamo chiesti chi erano in verità gli altri”
La libertà è costruire il proprio tempo, i propri spazi. La libertà è riuscire, è provarci un milione di volte.
Un milione di anni fa ho conosciuto Dario grazie a Libertà che in quella occasione diventava Freedom. Portavo a scuola la libertà da La libertà alla quale avevo partecipato come attore per lo spettacolo scritto da Filippo Arriva e diretto dal compianto Armando Pugliese. Quella esperienza non soltanto mi fece lavorare assieme a mio padre, mi portò anche una occasione di lavoro in qualità di drammaturgo per il saggio di fine anno del Liceo Galilei.
Ed oggi qui a liberare la mia natura seguendo questa canzone Era già tutto previsto. Ad abbracciarmi per abbracciare. La libertà del ripetere versi come si usa in teatro per cui un gruppo di attori sera per sera conduce il gioco serio con un pubblico invitandolo a crederci e a misurarsi con la propria libertà.
Ieri prima dello spettacolo mi sono regalato la libertà di non rispondere. E alla fine dello spettacolo di voltare le spalle e liberamente camminare verso casa. La libertà è una responsabilità che ci meritiamo anche se nessuno ci capisce. Siamo una serie di libertà.