Paolo

Paolo: accendi il motore per ogni cosa, piccola o maestosa che sia. Il tuo zapping di pensieri è fantasia. Ami l’Italia. Predomina in te l’impiegato fidato e diligente. L’intimità è luogo sconfinato per te. Il palcoscenico è un tuo atavico sogno. La leggerezza della gioia, è il manifesto del tuo libero pensare

 

 

 

 

 

  • L’agire, il tuo in particolar modo, è sempre preceduto da un pensiero da una decisione; per te è così, decisamente. Accendere il motore per ogni cosa, piccola o maestosa che sia. Non c’è differenza per una pastina o gli spaghetti alla carbonara, il mood è sempre piacevole. Grande energia senza tempo e senza fine. Spettacolare gioiosamente e sincero in questo il tuo agire. Voglia di condividere con il mondo per stare a tempo con il mondo; al passo con ciò che si muove attorno a te. È come se le pause per un buon libro o per costruire un pensiero, o che so io, siano più difficile che ballare per ore. Mi sembra che con questa canzone tu descriva il tuo zapping emotivo, sei una garanzia per te e per altri. Questa scelta musicale esprime disciplina.

 

 

 

  • La voglia di essere riconosciuto. La voglia, che è prima un’idea, poi esigenza, di essere al centro dell’attenzione in una forma che questo brano conferma. Retorica e allo stesso tempo magniloquenza trasformata con autorevole determinazione. Sei italiano in ogni cosa che fai ed esprimi. Rappresenti perfettamente lo stile dei tuoi connazionali; anche se ti trovassi al polo sud e potessi parlare altre lingue e godere di altre cultura, la tua Italia trionfa sempre. Ti piacciono i brindisi.

 

 

 

 

  • Il soldato che c’è in te, questo mostra questo brano. Puoi essere a capo di una nave e rimani sempre l’uomo da catena di montaggio. Predomina l’impiegato fidato e diligente che c’è in te. Esprimi ogni volta il tuo appartenere ad una organizzazione. Se puoi ti metti in evidenza in ogni modo. Stai bene in cucina a preparare ciò che più ti piace e ciò che più piace per chi prepari. Il tuo telefono squilla, vivi l’amicizia in maniera ampia e sincera. Se non l’avessi pensato, ti piace fare passeggiate alla villa e in ogni dove, preferisci spazi gradevoli al tuo sguardo.

 

 

 

  • Intimità luogo sconfinato per te. Pensieri che possono creare scompiglio. Poesia evocata. Mentre ti commuovi pensi alle persone e alle cose a cui tieni. Quando si è dinamici come te si può essere, allo stesso tempo, straripanti per persone che non reggono i tuoi ritmi. Sopporti e cerchi una mediazione, poi invece ti struggi; pensi e ripensi, nel momento che vuoi, giustamente delle risposte. E anche nella sofferenza relazionale mantieni il tuo self control. Dici le cose che pensi e ti invito a non lasciare niente nel cassetto

 

 

  • Un ballerino. Una grazia di grazia mantenuta e costruita nel tempo. Lo stesso mood del brano precedente. In questo caso ogni pensiero è sviluppato su un ottovolante; in una giostra delle distrazioni. Ovvero pensi e allo stesso tempo svii pensieri trappola. Comunque torna il ballerino di danza classica, il Billy Elliot che c’è in te. C’è la sazietà e la gioia di un pranzo in famiglia all’aria aperta in quel luogo di campagna in cui sono disegnati i tuoi ricordi indelebili. Il palcoscenico è un tuo atavico sogno.

 

 

 

  • La leggerezza della gioia, manifesto del tuo libero pensare. La tua libertà mentale che ti porta a fare belle esperienze con un tuo preciso criterio. Il ritmo è connaturato in te, la verità dell’arte. Questa playlist ci racconta la tua linearità, il tuo raziocinio, la tua sensibilità coerente. Attenzione e movimento dedicato ogni volta a qualcosa. Il tuo essere sempre in un dialogo continuo con l’esterno, quasi a preferire il numero pari e escludere il dispari

Daniela

Daniela: soluzioni e meraviglie che porti a casa su ciò che vuoi, alla ricerca di opinioni. Spiriti amorevoli incoraggiano e offrono risposte. Ti piace la bella gente, è quella che piace a te.

 

 

 

 

 

  • Un momento o più di un momento necessario di comprensione e di analisi. Una pausa digerente, ammirazione in altri e voglia di comprensibilità. Il mood dell’infinito come desiderio esplorante una vastità ancora poco definita, e da questo la comprensione cresce, perché nasce l’evoluzione come un rito caratterizzante la vita, la terra, l’universo ogni cosa. Ascolti il benessere della spazialità, dell’infinito. Una necessaria evoluzione che tende ad essere sazia e soddisfatta di sé: senza, forse, aver trovato risposte più approfondite. Forse perché si ferma sul loop evocativo e lo prende come esempio di soddisfazione, e diventa così una considerazione generale più che personale. Un rito musicale dell’apertura o di incisi per grandi produzioni e film spettacolari laddove ci sono grandi budget, grandi possibilità e grande sicurezza. Riflessione e speranza del: io posso

 

 

  • L’eco che arriva assieme a voci sussurranti ed evocanti. Li accogli come spiriti. Amici incoraggianti a cui chiedi un consiglio, l’indicazione di una strada. Prima memorie, poi attenzioni e a seguire il gioco come destrutturazione di qualsiasi altro pensiero. Direi sembra un sogno ricorrente che incuriosisce e porta gioia, ritmo. Forse è una richiesta di armonia. O forse una gita in gondola alla ricerca dell’arte delle parole e di ogni benessere in esse contenuto. Ci sembra che in questo sogno o richiesta di aiuto ci siano anche le montagne russe. Spiriti amorevoli ti aiutano a rispondere alle domande del momento

 

 

  • Incipit accelerato come per dire siamo pronti per andare, o ci siamo già, in vacanza. Tempo che scorre attorno non so se vissuto appieno o solo guardato. Accade come nelle giostre. Possiamo vedere stare dentro e guardare il mondo da in ad out; possiamo essere fuori e vedere il mondo da out a in. Forse questa musica ci porta al tuo lavoro, alla tua maturata attività e alla tua frenesia di cercare risposte risolutrici senza a volta goderti il giro nel suo essere fonte di mille sguardi e immagini. Come nel caso di questa traduzione solo con l’ascolto ci accorgiamo dei cori, degli arrangiamenti, del suono del mare, delle voci dialoganti dette e immaginate. Questo sound è possibile che ti dica che ti accorgi e/o non ti accorgi di chi ti sta accanto. Come la confusione dei finti vuoti o i finti pieni, immaginati e sentiti. Meno male che c’è l’anima, ovvero la bellezza della natura che ci aiuta comunque. In tutti casi sembra che tu sia alla ricerca di bella gente in cui la gioia viene da un vivere appieno

 

Leonardo

Caro Leonardo ieri sera ho ricevuto le tue musiche, o meglio i link da cui e con cui la tua playlist diventa manifesta. Sono felice che stai leggendo il mio libro PARLO CON LA MUSICA. Per dirla come te: lo stai Elaborando.

È mattina, sono le 7.30, il momento magico per ascoltare musica.

Mi sono appena svegliato ed inizio con piacere ad ascoltare per intero ogni brano della tua selezione con lo stesso ordine da te composto. Obiettivo è tradurre in contenuti ogni armonia affinché ti possa restituire una traccia caratteriale di questo elenco di scelte. Quello che pratico, e consiglio, è un approccio filosofico e immaginativo che, con un buon allenamento e disciplina, tutti possono fare. In questo caso il quid che offro a chi è incuriosito dal mio format è per te.

La base dell’approccio scientifico della mia ricerca è LA MUSICA È UN CONTENITORE DI AZIONI e quindi nel suo assieme il suono comunica ciò che a sua volta ha comunicato a chi l’ha composto, da sono stati evocati e condivisi tutti i soggetti partoriti con tutti i passaggi successivi della sua crescita.

Il valore di questa traduzione, sono gli stimoli e le proprie interpretazioni con tutti gli infiniti rimandi e le risposte che ti offro. In coda ne trovi una. È il frutto dell’adesso, di ogni adesso e niente più.  L’ascolto è singolo, ogni volta è diverso, cresce e si evolve come ogni cosa che ci circonda, noi compresi.

Leonardo: ricco di immagini, anche troppe se non ben catalogate. Innamorato romantico accelerato senza motivo apparente. Volume ribelle alto per richiesta di ascolto. Ci sono momenti che navighi nell’indecisione. Libertà di essere, questo è il tuo sogno. Densità di sapere, potresti essere un prestigiatore o un costruttore di fiabe. Buon pirata mancato. Regalati un tappeto elastico.

 

 

 

  • La gita con una enfasi tutta sua. La preparazione è più importante del viaggio, trovo in questo il concetto dell’aspettativa. Se sei in gruppo o da solo c’è la buona eccitazione che non si spiega nel suo agitato senso. C’è quell’impulso nascosto e non capiamo cosa ci spinge alla velocità, alla frenesia. È come se passassero cento taxi e non ne scegliamo neanche uno. O come se passassero 100 treni e non saliamo in nessuno. Parlare e parlare, come un professore incazzato che non vuole sentire i suoi allievi perché non li vuole sentire in quanto non ha voglia di sentirli; un professore sapiente che non ama confrontarsi per paura della noia. C’è in tutto questo un grande divertimento di cui gode anche chi lo guarda dall’esterno, ne rimane affascinato senza capire bene le motivazioni nascoste. Il volume è importante perché cancella tutto il resto, è come per dire, sottolineato, ascoltami ti prego!

 

 

  • Che mattina o qualsiasi atmosfera, sembra la tua una richiesta di contemplazione. Passione risvegliata da cosa? Solo tu lo sai. È certo che vorresti camminare a piedi dovunque con la stessa leggerezza di un profeta. Il sax è dichiarante il desiderio di intimità e il rimbalzo delle voci è la parte confidente aiutante. Adesso è come la chiusa di una bella festa in cui ti trovi a pensare ad ogni particolare trascorso, le tue fotografie mentali. Ne scrivi un racconto senza scriverlo perché nel frattempo cambi idea. Ecco quello che forse ti dà fastidio: cambiare idea, cambiare programma. Navighi nella indecisione. Che poi non lo è nella sua misura più autentica, perché c’è la gioia e la tua romantica approvazione su ogni scelta. Vagabondano i tuoi pensieri, li lasci correre come cavalli gioiosi e liberi. Libertà di essere, questo è il sogno. Desiderio di essere da qualche altra parte. Sei in una casa che guarda un panorama aperto, ascolti la radio e prepari qualcosa per te. Chiunque ci sia nel tuo animo vicino stenti a sintonizzarti per paura di non essere compreso in ogni dettaglio. La tua vita è un continuo camminare, un continuo cambio di traiettoria e pensiero; tu sei abituato a questa modalità, per altri o chi ti sta accanto può risultare stancante se manifesti questa condizione questa. Di contro questa e la tua essenza, parli molte lingue, trova quella con cui relazionarti nel maggior numero di volte e condizioni

 

 

  • Amico che parli con me, donna che parli con me, mondo che parli con me, collega che parli con me ti prego usa le modalità da cantore, menestrello, così ti vede la mia fantasia. Sei un costruttore di fiabe che pochissimi conoscono, pochi sanno chi tu sia. La fiaba esiste per essere condivisa. Potrebbe essere questo un cambio di programma, il taxi o il treno da prendere: costruttore di fiabe per piccoli e grande. Nel bosco della tua vita trovati uno spazio in cui poter condividere le tue storie immaginate, fai scendere tra la gente i tuoi draghi, le tue principesse, i tuoi castelli e i tutti i tuoi mondi incantati. La tua realtà di ogni giorno è il treno dei pendolari che sistematicamente vivi e al quale ti sei abituato. Parti da qui. Leggi le tue fiabe, inventane nuove. Distribuisci magia a questi compagni di viaggio. Attraverso i feedback di ognuno migliori il tuo progetto e torni a casa la sera pienamente soddisfatto e con la consapevolezza di chi sei, quel mago che ha sorpreso il suo pubblico e soprattutto lo ha fatto divertire, lo ha entusiasmato. Ecco il punto ti serve trovare l’entusiasmo per entusiasmare. Poi con questa musica ti trovi a contemplare te stesso e ogni mondo visibile e invisibile.

 

 

  • Sono in sala ad assistere allo spettacolo, mie vecchie cassette, video e immagini della mia infanzia del mio essere easy rider. Euforia sommessa è il titolo. Ricordi che si accavallano con lo sfogliare sfogliato di un album di foto di famiglia, della mia infanzia del mio essere studente. Compiacenza. Studente modello nelle sembianze, ribelle nei sogni e nelle condizioni. Corse in spiaggia da solo perché mi piace parlare con me, sentirmi Rocky alla ricerca di Adriana. Intanto la sveglia mi sveglia è l’ora di andare a scuola, ieri, oggi di andare al lavorare. Vorrei rimanere a casa a fare un dolce. Accendo la radio e al solito volume mando tutti a quel paese, li allontano con il pensiero, sono bravissimo, perché nei modi sono l’uomo più presente che ci sia. E quando qualcuno, chiunque sia, mi vede ballare questa musica più delle volte in fondo in fondo si stupisce perché non porto la bandana. Sono un buon pirata mancato, il prossimo carnevale mi vesto così mentre con gli auricolari ascolto questa musica e bevo un bicchiere di latte in ogni dove sia.

 

 

  • Mamma mia che ritmo consequenziale, uguale sempre uguale, uguale sempre uguale, uguale sempre uguale… chissà cosa si immaginava “il giovane medico e celebre professore universitario Frederick Frankenstein, nipote del famoso dottor Victor von Frankenstein quando va in Romania” La storia racconta che “al termine di una lezione di neurologia all’università dove insegna, nella quale ribadisce l’impossibilità di ricostruire parti del sistema nervoso umano, riceve una visita da parte di un notaio, Herr Rosenthal, che gli comunica che il defunto barone gli ha lasciato un castello in Transilvania”. Ecco la similitudine con questa ipotesi dettata da questo suono che procede e semina teorie. Nel frattempo tutto si muove più o meno con il suo agire. Quale riferimento al viaggiare tra Francia e l’Inghilterra in una sonorità anni 60. Una ambientazione da mago. Si collega perfettamente alla precedente selezione, sono attinenti. Un film surreale che è già mutato in anni 80. Una scena in cui c’è una gigantesca macchina da scrivere come metafora della catena di montaggio in Orwell 1984. Complimenti, un altro visionario che sta al passo. Esprimi il tuo sentire, quello che sta in cantina, è utile al mondo anche se non ci credi.

 

 

  • Grazie! Monotonie come se stessi impegnato in un gigantesco puzzle. Il grazie sta nell’ironia chi di guarda comporre il puzzle senza sapere cosa pensi. Grazie è per allontanare ogni impiccione, e la distanza si avverte con questo brano che vede spunti di bellezza musicale insofferente. In riva all’agitazione c’è questa canzone. Un frigorifero pieno e non sapere cosa mangiare. Routine svuotante e sconfinata come la scena di Shine in cui Geoffrey Rush salta sul tappeto elastico ascoltando , la storia reale della vita di David Helfgott. In questo caso c’è un cappuccino o un gin tonic che diventa inesauribile in gioco tra realtà e finzione. È la tua sincerità evocativa, in questo caso un aprirti a me in maniera sincera, cosa che apprezzo molto, perché dovrebbe essere così. La verità vince dovunque e comunque. La verità ci apre alla trasformazione e non c’è bisogno quale artificio per godersela, l’unico modo è volersi bene a qualsiasi costo, nel bene del bene. E comunque nel suo colore generale questo brano ci riporta ad un famoso personaggio TARZAN. Immaginati ad ascoltare questo brano da sopra un albero, bella storia, complimenti!! Comunque aspetto il settimo brano!

 

Brano tappeto elastico Shine

 

 

 

 

 

Melania

Melania: un punto di partenza o di ripartenza, frenesia senza capire se è appagata o inappagata. Responsabilizzata, arrogante quanto basta, fondamentalmente sincera, vera. A volte dubbio e amarezza ti assalgono, anche in questo caso niente paura. Rapporto conflittuale o da aggiustare con la religione in quanto relazione con il mistico, l’universale. Libertà e costrizione come cultura popoli arabi.

 

 

 

 

  • Uno start, un punto di partenza, un’appartenenza. Quanto siamo stati coccolati da piccoli? O quanto siamo stati abbondonati? Da queste due condizioni si determinano le nostre scelte da grandi. Finché arriva qualcosa o qualcuno che ci fa pensare. E da lì si accende la palla di specchi, quella da sala da ballo, che solo a guardarla ci fa pensare e ci fa abbracciare di noi stessi. Al resto c’è tempo per capire.

 

 

  • Come il brano precedente, stesso start. Come se tutta la vita fosse una competizione, un: pronti e via. La resistenza è alla basa del twist o di qualsiasi altro ballo agitato. Quindi se la nostra vita è contrassegnata dal movimento c’è da capire se ne abbiamo voglia e soprattutto se abbiamo energia disponibile a sufficiente. Questo è un ballo che possiamo ballare da soli o in tanti. Se si è all’unisono si ci diverte comunque. Con questo brano comunichi che ci sei, stai al ballo. Quanto ti diverti, e se si, in che maniera?

 

 

  • Poi c’è la voglia di una amaca, di un dondolo, di un momento di stacco con le frenesie. Può essere una doccia in quella casa di campagna dove non andiamo mai, ma c’è tutto il ns sentire. Una passeggiata in mezzo la natura o in una città di notte. Ci sono delle domande e dei perché che capiamo solo noi, alle quali solo noi possiamo rispondere. Possiamo capire che lo stiamo vivendo e con chi li stiamo vivendo. Il dondolo o l’altalena ci fanno pensare cosa è giusto o cosa non è giusto per noi, non per altri. Per noi. Altra cosa è il generale, anche quello di Francesco De Gregori. Come siamo legati al pop italiano, quello di qualche anno fa e non so neanche io perché non lo scelgo nel mio jukebox. La prossima volta lo voglio ricordare.

 

 

  • Un gioco di entusiasmi reali, perché chi è veramente annoiata non lo dice cantando o sorridendo. In questo brano c’è un filo di presunzione che sicuramente è un fantastico apripista e allo tempo un punto di stop. Non avere paura di questi stop, sono fisiologici e biologici. Sono sani. Questa canzone è acqua pura.

 

 

  • Orologio che guardo nel senso di cosa faccio adesso? Spesso mi chiedo la progressione dei miei interessi e delle situazioni che vivo come stimoli realizzati o non ascoltati. Ecco, bell’invito, scegliere ogni istante per godersela. Cambia tutto crescendo, la noia aumenta anche se forse non è noia è incapacità di scegliere il giusto al momento giusto senza condizionamento di chicchessia. Intanto la musica va e faccio colazione pensando al prima e al dopo, alla differenza che vorrei invece fosse un unico mood. Pazienza e speranza

 

 

  • Una gita, la voglia di scampagnata. La fede esiste, nel pensare al sacerdore del paese e alle sue processioni. Penso alle preghiere forzate e al mondo dell’evocante. Solo chi vive in un piccolo centro può capire certi collegamenti ecclesiali e istituzionali. Tramandiamo insegnamenti che vorremmo si evolvessero. Tutto si evolve se siamo noi i primi a farlo.

 

 

 

  • L’Arabia, il sud est, le culture totalitarie mi piacciono. Potrà esserci un giorno una conquista perché in certe condizioni esiste la libertà negata e la sensualità esistente. Questi sono valori importanti differenti in una unica cultura li troviamo esistenti e contrapposti. Chi ha ragione? La mia anima, il mio sentire procede ugualmente e punta alla chiarezza. La storia ci insegna che il cambiamento parte da noi.

 

Con moto

Ogni mattina è verità infinita e possibile. Vastità di gioie e di pensieri, capacità. Questa è l’autentica possibilità, la capacità che coltiviamo e che esprimiamo con il nostro impegno, con la nostra fede, con le nostre intenzioni, qualsiasi esse siano. La vita è movimento in avanti, la vita è desiderio e il desiderio è fede. Fiducia nel percettibile e nell’impercettibile, fiducia in sé e coraggio di manifestare e realizzare i propri desideri. Buon giorno 🌞🍀🙏

 

Iolanda

Iolanda: volitiva, affollamento di pensieri, gioia raffinata, gusto. Sognatrice. Stenti a lasciarti andare in vario procedere forse perché pensieri, anche quelli semplice si accavallano. Potenzialmente maga e architetto. Sensuale in ogni casa che ti costruisci.  Ami la poesia. I dettagli e la memoria sono le assi portanti della tua vita. L’acqua ovunque si trovi è la tua allegria.

 

 

 

 

 

  • Che grinta! Che resistenza e che voglie di sguardi infiniti. Che libertà che intelligenza nel formularla come pensiero. Che voglia di essere amata secondo ogni progettualità della tua mente. Che sia montagna o mare, ami l’acqua e quello che può darti. Non so se l’hai veramente provata la conquista. È certo che lo senti, lo vuoi e lo sogni. Pensi in tutto questo a tua madre come madre, come passaggio di esperienza e di sapere. A volte, spesso, il sogno, lo sguardo si ferma lì.

 

 

  • Quante cose pensi e non fai e se le fai non ti sembrano come le hai pensate. Mille cose al momento, sei capace e forse ti perdi quell’unica impercettibile cosa o sguardo, l’unico elemento che ti può veramente soddisfare. Elegante in qualsiasi modo, forse anche quando ti arrabbi, in quel caso c’è da spaventarsi. Dedicati questo brano, ballalo con il tuo amore anche se non c’è dagli un nome, aspetta che arrivi.

 

 

  • Quanto ci metti a prepararti quando sei innamorata. La tua gioia quando è vissuta è un quadro prezioso, distante da dove sei. Quanto pensi? Quanto ti viene difficile scrivere. Occorre sudare e sudare per avere. Sei conformata per lasciarti andare, e invece? Ti impegni ad essere selezionatrice. Potenzialmente maga e architetto. Brava a cucinare nella tua tenda in mezzo al deserto, accogliente o in un camper davanti al mare, da sola o in compagnia. Usa questa musica per disegnare. Troppo mix di sogni e realtà. La libertà è una conquista; la vera libertà il coraggio e la perseveranza di conoscere cosa si vuole; viaggiare in lungo e in largo per trovare il proprio sentire. In parte sei omologata, puoi cambiare questa condizione, se vuoi. Volere è mantenere. Di fondo sei una gitana, forse in un’altra vita.

 

 

  • Porta con te la poesia quando arriva la sera e poi arriva la notta con l’euforia di averla letta. Sei una persona a cui piace uscire. Entrare dentro il tuo disegno è facile con naturalezza, impossibile in altre condizioni. Per ricevere come si vorrebbe bisogna dare come si vorrebbe ricevere. Questo brano è fagocitante il pensiero che sta al freno a mano come il contrario sta al decidere secondo passione. Puoi riuscire a ballare questo ritmo alla sola condizione di lasciarti andare senza pensare. Sazia è un bel retrogusto.

 

 

  • Buon giorno! Spalanchi finestre. Quanto ti piacciono i menestrelli e i poeti. Donna presente con tutta la colazione che ti permetti e nel mentre prepari il pranzo per oggi e altri giorni. Questa musica è l’occasione e la colonna sonora perfetta per una doccia. Questa canzone è perfetta con la bellezza, la gioia è un movimento come un ottovolante perché questa è la vita. Ti dimentichi che è così e ci rimani male. E quando ci rimani male riparti da zero e a volte pensi che palle! Ogni sconfitta porta con se un pezzo del puzzle della vittoria. Usa la fede.

 

 

  • La tua condizione primordiale è il barocco. Vivi in signorili appartamenti. Autentica ricchezza roccocò e austera condizione regale di possedimenti. Matematica. Il dettaglio e la memoria sono le assi portanti della tua vita. L’ultima volta che sei andata alle giostre, l’ultima volta che sei salita su uno autoscontro. La speranza sono le tue foto. L’acqua purifica.

 

 

 

  • L’entusiasmo è l’energia scatenante. L’aspettativa azzera la gioia. Ascolta questo brano che a tratti diventa mieloso,  appiccicante e distrugge ogni altra cosa. Questo è un brano che racconta e vive di ancoraggi, di cose vissute. Il nuovo è altra cosa. Questo brano vuole essere suonato e risuonato, ogni volta in una storia diversa o se è la stessa va rimodulata, aggiornata. La musica si evolve e ci evolve. Questo brano è possibile che racconti di una barca in mezzo al mare dove c’è gioia e vele spiegate, sia esso un sogno o realtà. Ottenere lo stesso quando si sbarca e si torna a casa in mezzo la città e la routine, questa è una conquista.

 

Amico della libreria

Amico della libreria: autoritario, istruito, evocatore rituale, prolisso quanto basta, rigida educazione, sensibile, ribelle, rabbia repressa, ripete senza gioia molte cose. Persona molto, molto complessa. Tratti di narcisismo. Risata controllata. Possibile che vivi alla ricerca di un senso pratico, il senso teorico è chiaro, forse troppo, adesso impertinente perché punzecchiante a sé. Ti capita di urlare e quando lo fai è veramente urlo. Divertente ironia di chi sa che potrebbe cambiare e rimane immobile e solidale al proprio immobilismo. La tua storia può diventare un film se utilizzi appunti e pensieri scritti o immaginati. Buongustaio come forma di sapere. Se sei un impiegato è la soluzione migliore, apparentemente in quanto non rischi. La tua creatività è l’ultima cosa alla quale pensi, se la metti al primo posto, proverai la differenza.

 

 

 

 

  • Evocazione come in un libro di fiabe dove l’antefatto è più corposo del racconto stesso. Silenzio in cucina, il caffè bolle. La preparazione è un rito, tutto quello che faccio è un rito. Sono un mago senza sapere di esserlo, sono un contemplatore. Ancora silenzio mentre il sole sorge. Un bambino silenzioso, sento di essere. C’è qualcuno rinchiuso in una cella, o forse sono io che non mi rendo conto che è così. In mezzo ad un bosco circondato da alberi, una casa sperduta, sarò io sperduto? Quanto sono importanti i genitori. La loro educazione è alla base dell’imperialismo di cui sono portatore e portante. Mi scendono le lacrime se guardo un lago, la natura, lo scompigliare dei pensieri. A volte pensano di me che sono cinico, in parte è vero altre volte è il riflesso di me, è l’austerità che metto dappertutto anche quando faccio due uova al tegame. Mi chiedo come fa a scorrere l’acqua. La luce accesa sul comodino, leggo per avidità. Vorrei, vorrei il vorrei del vorrei, voluto. Piango al pensiero di piangere. Meno male che esiste l’abito elegante; è la rappresentazione di un contegno che a volte per me è solo esteriore. Quanto mi piacerebbe giocare alle torte in faccia, solo per provare, o se l’ho già fatto, per riprovare. Nudo.

 

 

  • Ho appena sconquassato camera mia perché non trovavo il portachiavi. Che pena mi dico solo perché l’ho pensato, che pena. Mi sento così a volte, poi so che passa. Il rituale è la mia conformazione. Il rituale è un obbligo che mi pesa, mi sfianca. Poca allegria a ripetere le stesse cose, le stesse cose ripetute mi portano noia e rabbia. Voglia di scappare. Poi il guizzo che si infrange nel muro dell’impossibilità. Mannaggia, quante volte l’ho detto, quante volte non riesco a capire che “mannaggia” è un segnale di cambiamento che penso ci vorrebbe spesso. Non lo ascolto, non mi ascolto.. Dove sei? In quel pullman che arriva in piazza del paese nel momento in cui la piazza è deserta? Questa è la descrizione del film che sto scrivendo senza accorgermi. Un dovere dalla quantità di materiale e diari che si sono accumulati. Questa musica va a rima, a tempo con l’invocazione “oh mamma, oh mamma” a cui risponde “figlio mio!”. Sembrerebbe che c’è la Madonna, io non la vedo, vedo solo persone, gli altri la vedono, ci sono solo movimenti e confusione. Meno male che domani mattina preparo il mio buon caffè nel ripetere il ripetere.

 

 

  • Chi mi sta accanto sente la mia noia. Due sono le cose, o è come me, oppure certa il mio cambiamento, fugge. La Cenerentola che cerca un senso, sono. Un cane da guardia vestito da fata. Quanta regale impertinenza, quanta regale noia sopportata. La bellezza ha un compito: la limpidezza. Se la bellezza è torbida è sempre una costruzione della mente. Sento di essere una persona che si pavoneggia e si compiace e a tratti vagabonda in una accezione da disperso. Mi piace il carnevale perché mi piace mascherarmi. Mi piacerebbe fare una prova a vivere nel 700 e camminare di notte per le strade buie alla ricerca di questo canto di questa voce e allo stesso tempo la interpreto. Che sballo! Costruisco un madrigale con i miei sudditi.  Mi sento re. Tutto torna a posto quando vado in campagna, contemplo il pollaio, galline e gallo. Prendo le uova fresche e urlo alla campagna che mi restituisce l’eco con un’altra voce “ho l’uovo!”. Meno male che rido tornando a casa dall’ennesimo sogno. Non voglio assolutamente che gli altri mi scoprano. Sai che ti dico? Sembra che ti ascolto, ma di fatto sono talmente preso da me che ti lascio cantare, brava, brava. Ritorna il silenzio.

 

 

  • Doppia personalità. Per certi versi Wanda Osiris per altri il più povero dei poveri. Sei disposto a strisciare mentalmente e trovare l’architettura in tutte le modalità per arrivare al tuo obiettivo. Che spreco di energia. Possibilità di bellezza. Se riuscissi a catturare questo canto ancestrale e vivere appieno senza sconti si aprono per te soluzioni ed esperienze incredibili.

 

 

  • Un carretto che sale su una strada di campagna. La mamma stende i panni. I miei mi ha detto me li lavo e li stendo da me. Questa è la scena che sto rappresentando in un piccolo teatro davanti ad un pubblico. Le mie labbra sono colorate. È l’ora del travestimento. Lasciatevi divertire, tanto prima di tutto viene il mio di divertimento. Pagate il biglietto.

 

 

  • Meno male che la verità viene sempre a galla. Meno male che ti sei fatto una bella piscina di plastica e sguazziamo giocosamente. Voglio correre con il pallone colorato per la spiaggia e giocare in mezzo al mare. Voglio urlare, urlare, urlare, urlare.

 

 

 

 

  • Preparo un pranzo colossale, invito Giancarlo, Amedeo, Teresa, Gioacchino, Lorenzo, Francesco, Flavia, Rosetta, Fosco e tanti altri. Voglio fare con tutti un girotondo. Lo voglio fare in piazza, alla stazione, in bagno, mentre ci facciamo le docce, davanti al mare.

Parlo con la musica

La musica è una rappresentazione, un’unione di schemi di idee, è un assieme di potere, volere, manifestare, energia, capacità, presunzione, sapere, innovazione, colore, panorami, culture, esperienze, sinergie, bello e cattivo tempo. Incontro di idee, di soluzioni, di spettacolo. La musica si rappresenta anche con i coriandoli quando esplode il canto, la gioia della partecipazione. È un’euforia gestita e ingestibile.

Salvatore Greco. Parlo con la musica, ed. Susil Edizioni

 

Info, presentazioni e laboratori estate 2021

parloconlamusica@gmail.com

 

Per acquistare il libro

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Rose

Quando ti lavi la faccia al mattino

l’acqua Ninella mia non la gettare.

Non la gettare

l’acqua Ninella mia non la gettare.

Dove tu la getti nasce una spina

una rosa e un roseto profumati.

E per odorare

una rosa e un roseto per odorare.

Poi passa lo speziale e la tira

ne fa medicine per sanare.

E per sanare

ne fa medicine per sanare.

Per sanare le tue ferite

che son ferite d’amore

e non guariscono mai.

Guariscono mai

che son ferite d’amore

e non guariscono mai.

 

Avete capito o no

Che ci stiamo a pensare, nel gioco occorre giocare.

Senza motivazione torniamo a casa.

Mi ricordo il paninaro vicino allo stadio Cibali, anni fa, altra configurazione di idee, senza social, meno incertezze.

Vorrei vedere tutti, dico tutti, i frammentari e i frammentati saltare sui tappeti elastici e chiedere poi loro di condividere con chi non l’ha ancora provato cosa si prova. Meglio essere sudati e felici che inamidati e fuori da ogni realtà. Vorrei vedere con questa musica le espressioni di libertà di una parata con tutti gente comune, in comune e extracomune, “volitivi” e “involitivi”, “pizza bianca” e “pizza rossa”, “buoni” e “aspri”, solidali e soli, fiduciosi e vittime. Quelli delle granite, quelli del mare, quelli del tramonto, quelli dei figli, quelli delle frasi, quelli del contrasto, quelli del silenzio.

Vorrei vederci senza retorica ballare e manifestare il sogno, realizzare . Rivoluzione è passione. Amore è conquista di sé.

Riprendiamo ad amare con la A maiuscola e balliamo. Stimoliano l’assurdo che sta nel reale. Bennato e bravo in questo, aiuta questo allargamento di pensiero. Bennato è un rossiniano senza tempo. Ritroviamo il tempo per abbracciarci, facciamo si che sia possibile, ballare come per un rito a favore della libertà, dell’espressione della gioia. Preparare un caffè splendid e sorridere e, e, e.

Ascoltiamo questo brano togliamo o trasformiamo ogni dettaglio che è fuori di noi, tiriamo fuori un certo dentro di noi.

Questa è pubblicità, quella in cui ascolti il pensiero, amico o sconosciuto. Un autore che parla di musica in un libro. Sai cosa è quello che mi piacerebbe sapere? Cosa pensi ascoltando questa musica, come interagiresti, che parola che gesto.

Avete capito o no di Edoardo Bennato