Spilorci
Qualcosa di un nuovo che si ripete
Presunta discontinuità
Salvare l’ascolto
Invalicabile amore
Nutriente dominio
Spicci d’euforia
Producono illusioni
Velleità velleitarie
Espressioni di incoscienza
Colore nel bianco e nero
Rappresenta il desiderio
Consumato panorama
Menzogna masticata
Perciò niente è chiaro
Essere potrà il contrario
Stravolgiamo tutto
Disperdere inutili pensieri
Intensa sinuosità
Desidero e nutrimento
Concentriamo risorse
Soluzione in uno sguardo
Delirio dell’onnipotenza
Salviamo noi stessi
Sopraffazione d’entusiasmo
Spilorci di fantasia
Oracolo ostacolo
Luoghi di meditazione
Detrattori dell’essere
Annichilimento smontante
Il paese è grande
Spazio ad ogni circo
Risultato concreto
Venderemo tanto altro
Analogie
“Ti è mai successo di essere allegro e mostri quell’aria contenuta da un certo buonsenso o perbenismo? La musica è un mix di soluzioni, dove esiste euforia ed equilibrio. Spettacolo indecifrato e decifrato. In questo caso suggerisco Champagne Galop del danese Hans Christain Lumbye al quale associo a Il più grande spettacolo dopo il big bang (… siamo noi) di Jovanotti . Prendiamoci una pausa e ascoltiamoli entrambi, divertiti a trovare analogie. In questo senso la gioiosità, la comunanza del piacere“. Salvatore Greco, Parlo con la musica, ed. Susil Edizioni https://susiledizioni.com/…/parlo_con_la_musica–725.html
Fare
“Maestro, non so fare niente. Non mi piace cucinare, cucire, nemmeno danzare. Come posso essere migliore?”
“Tutte queste cose, se non le senti affini a te, non fanno parte del tuo cammino. Perdi troppe energie a voler essere come gli altri ti vogliono: sei in vita per imboccare la tua via. Non quella che il mondo vuole farti ingurgitare.”
“E come faccio a trovarla questa via?”
“Spogliati di tutti i “devo essere” ed indossa solo i “fa per me”. Liberati dell’immondizia che è stata gettata nella tua mente, degli abiti troppo stretti o di quelli troppo larghi, delle parole imparate a memoria negli anni, dei morsi che per troppo tempo i tuoi denti hanno inflitto alle labbra per non far uscire la verità. Siamo nati non per essere migliori, ma per trovare la nostra unicità. E per non tradirla mai! La nostra missione è ricamarla nel mondo. Con gratitudine, fierezza, gioia immensa.”
“E se non la riconosco questa unicità?”
“La difficoltà non è nel riconoscerla ma nell’affidarsi ad essa. Completamente. Senza vie di mezzo o compromessi. Fanno questo i veri eroi: combattono i draghi della mente. Per riuscire a liberare la loro anima”
fonte:
Elena Bernabè
FB/Il sentiero della realizzazione
Profeta
Fede
Due poesie
L’Associazione Culturale Capolavori di cui sono presidente e fondatore è dedicata alla vita, a tutti i capolavori che l’esperienza ci porta come nel mio caso i miei figli e i miei nipoti ovvero i primi figli dei figli. Il figlio è ciò che crei e ciò in cui credi. Ci possono essere ostacoli o gioie, comunque la missione di un uomo si vede dalla perseveranza, dalla felicità e determinazione, dalla capacità di affrontare le sfide che la vita ci offre.
Da qualche tempo mi sfido in poesia e trasformo vari momenti in una scrittura creativa che per la sua vivacità e composizione posso definirla prosa o poesia
Di seguito due di quelle scritte in questi giorni
Senza parole, 25/04/2021
Racconto la distanza
Creata immagine
Sentire l’istante
Realtà andante
Il tempo è fantasia
Creata immagine
Vuota di contenuti
Ricchi vissuti
Un brivido di irreale
Creata immagine
Giocano pensieri
Racconti di un ieri
Voglia di crederci
Maratona, 02/05/2021
Il luogo rappresenta la scelta.
La scelta è ciò che esiste senza luogo
Un luogo
Senza luogo
Per il luogo
Ha luogo
Dal vissuto
Del vissuto
Il vissuto
È nel vissuto
Con amore
Nell’amore
Dell’amore
C’è amore
Il tempo
Nel tempo
Per tempo
È tempo
Balla
1995 isola di Terranova. Quando vede per la prima volta la compagnia di danza locale in un’ispirata performance nella nuova sala del bingo, il giovane Finbar (Barry) Squires vuole disperatamente diventare parte del gruppo. I ballerini del Full Tilt Irish Step sono lo spettacolo più richiesto a St. John (seguiti a ruota da Alfie Bragg e la sua Cornamusa Delusa) e, avendo visto due volte Riverdance, Barry è assolutamente convinto che spaccherà all’audizione. Così finalmente sarà noto per qualcosa, oltre alla macchia sulla guancia per la quale viene preso in giro da quando è nato. Certo, ha un talento non immediato e un temperamento un po’ impulsivo, e il suo percorso per diventare una star è messo a rischio dal fatto che in famiglia non lo prendono sul serio, impegnati ad affrontare la depressione post-parto della madre dopo la nascita dell’amato fratellino Gord. Ma per fortuna ha il supporto di un cast di personaggi quantomeno vivace: l’ubiqua nonna Squires, il vecchio rocker inglese Steven lo Storto, un gruppo di anziani della casa di riposo Un Gradino dal Divino e Saibal, l’amico pakistano con cui condivide scherzi e scorribande. E saranno proprio loro a sostenerlo anche quando si troverà davanti a un dolore che non può nemmeno pronunciare, e a insegnargli l’importanza e la gioia della condivisione e dell’accettazione di sé.
( Barry Squires. Balla come se non ti vedesse nessuno )
Poesia
Discorso di accettazione del Nobel per la letteratura 1960 di Saint-John Perse
Stoccolma, 10 dicembre 1960
Ho accettato per fede nella poesia l’onore che le è stato dato qui e che sono ansioso di far risorgere. Senza di voi la poesia non sarebbe tenuta in alta stima, giacché pare esserci una dissociazione crescente tra attività poetica e società, ché questa è schiava della materia. Il poeta accetta questa separazione, anche se non l’ha chiesta lui. Certo esiste tanto per lui che per lo scienziato, non fosse che quest’ultimo considera le ricadute pratiche della scienza. Ma è il pensiero disinteressato di scienziati e poeti che è onorato, qui. E qui almeno una volta non guardateli come fratelli ostili: stanno esplorando lo stesso abisso, varia solo il loro modo di investigazione. Quando si guardi il dramma della scienza moderna che scopre i suoi limiti razionali nella matematica pura; la fisica, con due dottrine che si scontrano, la teoria generale della relatività e quella dei quanti fatta d’incertezza e indeterminazione, che limiterebbe per sempre persino l’esattezza delle misurazioni fisiche; quando avete sentito dei maggiori innovatori nella scienza del secolo, l’iniziatore della moderna cosmologia che riduce la più vasta sintesi intellettuale ai termini di un’equazione, ebbene quando costui invoca l’intuizione a soccorso della ragione e proclama che “l’immaginazione è il vero terreno dove germoglia la scienza” e poi va avanti a reclamare per lo scienziato una visione artistica: non si è giustificati a considerare il mezzo poetico tanto legittimo quanto quello logico?
In verità, ogni creazione della mente è prima di tutto ‘poetica’ nel senso proprio della parola; e finché esiste un’equivalenza tra i modi della sensibilità e l’intelletto, è la stessa funzione che si esercita al principio nelle imprese del poeta e dello scienziato. Il pensiero discorsivo o l’ellissi poetica – quale dei due viaggi si spinge fino alle più remote regioni e ne ritorna? E da quella prima notte in cui due uomini nati ciechi presero le loro strade, uno equipaggiato coi mezzi scientifici, l’altro soccorso dalla visione delle immagini, chi dei due torna prima e più potentemente acceso da una breve intermittenza luminosa? La risposta non conta. Il mistero è comune, comunque. E la grande avventura della mente poetica non è in alcun modo secondaria rispetto agli avanzamenti, drammatici, della scienza moderna. Gli astronomi sono stati scossi dalla teoria dell’universo in espansione, ma non ve n’è di meno, di espansione, nella morale infinita dentro l’uomo, dentro il suo universo. Finché sono respinte le frontiere della scienza, sopra questo loro arco ben esteso uno sentirà i passi del poeta teso all’inseguimento. Ché se la poesia non è, mi dicono, ‘realtà assoluta’, vi si avvicina però di molto avendo una tensione forte verso la realtà e una percezione profonda di questa, perché la poesia si situa al limite estremo di una cooperazione dove il reale sembra assumere forma dentro di lei. Con analogia e simbolismo, con remote illuminazioni dell’immaginazione che deve mediare, nell’interludio di queste corrispondenze in mille catene di reazioni e curiose associazioni e alla fine con la grazia del linguaggio entro cui lo stesso ritmo vitale è tradotto, il poeta si investe di una surrealtà che non può essere quella scientifica. Conoscete uomo più teso ai contrasti? Che si impegni di più? Ché anche i filosofi stanno abbandonando il reame metafisico – ed è compito del poeta ricongiungerci a questa terra; perciò è proprio lui che si rivela come il celebre “figlio della dea meraviglia”, anche se chi pronunciava queste parole avrebbe avuto i suoi dubbi al riguardo. Ma più che un modo di percezione, la poesia è soprattutto un modo di vivere una vita piena. Il poeta abitava con gli uomini delle caverne. Abiterà tra gli uomini che hanno visto l’atomica perché appartiene all’uomo come parte del tutto.
Anche le religioni sono nate dal bisogno di poesia, che è cosa invisibile e tramite questa grazia il divino esplode per sempre dalla pietra focaia in mano umana. Quando svaniscono le mitologie il divino cerca rifugio e forse un proseguimento dentro la poesia. Nel mondo antico chi scoprì il pane fece posto a chi portava le fiaccole – così ora nel dominio dell’ordine sociale e negli immediati bisogni umani l’immaginazione poetica sta ancora a gettar luce sulle fioche passioni delle genti in cerca di uno schiarimento. Guardate l’uomo che passa orgoglioso sotto il carico di tutti i suoi impegni eterni; mentre si muove in questo carnaio umano dove un cosiddetto nuovo umanesimo si apre davanti a lui, carico di vera universalità e interezza per tutti. Fedele al suo compito che è l’esplorazione del mistero umano, la poesia moderna si impegna a cercare una piena integrazione dell’uomo nelle sue parti. Nulla di profetico in stile Pizia. Nulla di pura estetica. Né arte di imbalsamatore né di decoratore. Non fa allevamento di perle, non studia rassomiglianze di emblemi e non si lascia soddisfare da suoni festivi di musica. La poesia si allea con la bellezza, unione suprema, ma non la usa mai come scopo finale o come unico nutrimento. Rifiutando di lasciare divorziare arte e vita, amore da percezione, hai l’azione, la passione, il potere e sempre un’innovazione che estende i confini. Amore è fuoco di cuore e ha per regola l’insurrezione, il suo posto è ovunque, sta in un anticipo. Non vuole né negare né tenere distaccati, non attende benefici dai vantaggi del suo tempo. Legato al suo destino e libero da ogni ideologia, si riconosce uguale alla vita – ed è la sua giustificazione. E con un abbraccio, come una sola grande strofa, afferra passato e futuro nel presente, lo spazio dell’uomo e quello che sta sopra di lui ed è universale. Se vi è oscurità non è per sua natura (deve illuminare!) ma per la notte che esplora, la “notte dell’anima” e per il mistero dove si staglia l’esistenza umana. L’oscurità è bandita dalla sua espressione, che non è meno esatta di quella scientifica.
Perciò con aderenza totale alla realtà il poeta mantiene per noi una relazione col permanente e unitario che esiste. Lezione di ottimismo. Per lui l’intero mondo delle cose è governato da una sola legge di armonia. Nulla può accadere di naturale che ecceda la misura dell’uomo. Le peggiori catastrofi della storia non sono che ritmi stagionali in un più vasto ciclo di ripetizioni e rinnovamenti. E le Furie che attraversano la storia con le torce levate in alto illuminano solo un frammento del lungo processo storico. Civiltà giunte a maturazione non muoiono nella fitta di un autunno: semplicemente, cambiano. L’inerzia non è la sola minaccia. Il poeta è colui che rompe a mezzo le nostre abitudini. E così si trova congiunto alla storia, a dispetto di se stesso. Nessuna parte del dramma dei suoi tempi gli è estranea. Possa darci un assaggio netto della vita in questa grande epoca! Perché tale essa è mentre ci chiama di nuovo per metterci alla prova. E alla fine a chi dovremmo conferire l’onore di appartenere alla nostra epoca?
“Non aver paura”, dice la Storia levandosi un giorno la sua maschera di violenza e con una mano compie il gesto conciliatorio della divinità asiatica all’acme della danza distruttiva. “Né dubbi né paura, ché il dubbio è sterile, la paura servile. Ascolta invece il battito ritmico che la mia mano impone per un cambio immenso sul grande tema umano nel processo creativo e costante. Che la vita rinunci a sé stessa – falso. Nulla di vivente viene dal nulla né ad esso aspira. Né alcunché sempre mantiene forma o misura sotto l’incessante flusso vitale. La tragedia non è la metamorfosi di per sé. Il vero dramma dell’epoca sta nel divario che si spacca tra uomo temporale ed eterno. Se l’uomo si avvia da un lato soltanto non rimarrà all’oscuro dell’altro sentiero? E la sua maturazione forzata dentro una comunità ma senza aver nulla in comune con questa, non sarà altro che falsità?”.
Sta al vero poeta portare testimonianza tra noi della doppia vocazione dell’uomo. E questo sta per tenere a mente uno specchio più pronto a cogliere le possibilità ‘spirituali’. Ed evocare in questo nostro secolo una condizione umana più meritevole dell’uomo originale. Infine, portare l’animo collettivo a più stretto contatto con tutte le energie del mondo. Davanti a quella nucleare, il lampo del poeta, questa mano sull’argilla, basterà allo scopo? Sì, se ci ricordiamo dell’argilla. E perciò basta al poeta essere la cattiva coscienza della sua epoca.
Saint-John Perse
modella Carla Iuvara
Attraversare
Reagire alle barriere della mente, oltre il logoramento dell’entusiasmo, smontare il meccanismo demolente con la poesia che arriva quando si rinnova la speranza
Susseguirsi
A cosa pensiamo
Qual è la condizione
La necessità
Arretrarsi
Cosa stiamo facendo
Qual è la paura
La funzione
Rinnovarsi
Oltre la logica
Qual è lo spazio
La ragione
Domandarsi
Facciamo resistenza
Qual è l’ostacolo
La negazione
Smarcarsi
Costruzione del gioco
Qual è il risultato
La verità
Realizzarsi
Per meraviglia
Qual è lo stupore
La riuscita
Entusiasmarsi
Sentire abbraccio
Qual è la missione
La speranza
Rinnovarsi
Nuovo sguardo
Qual è la poesia
La capacità di farlo
by Anton Corbijn, Patti Smith 2011