Goethe una volta ha detto: «Puoi costruire qualcosa di bello anche con le pietre che trovi sul tuo cammino». Cosa significa? Significa che spesso la foga del cambiamento ci spinge a darci obiettivi troppo grandi in un tempo troppo breve. La paura del fallimento non deve essere un ostacolo allo sviluppo di nuove idee, anzi. Mettersi in gioco e provare e riprovare, costruire e ricominciare offre prospettive diverse su cui riflettere e migliorare. Uscire dagli schemi e progredire significa anche non pensare che la strada sarà retta, ma è indispensabile avere la forma mentis che permetta di adattare e rivedere gli schemi e la strategia cammin facendo.
Universo
Leggo un post che dice “imparate a fare le polpette che prima o poi le foto dei vostri culi non basteranno più”, sembra una frase ad effetto invece è un incoraggiamento ad un disarmo dalle provocazioni sfacciate. Lo so che c’è sempre chi ha voglia di mostrarsi alla ricerca di un consenso, alla voglia di ammaliare. Come si può resistere alla voglia di esibizione? Come si può resistere alla voglia di essere catturati dalla seduzione? La cosa per me importante è la curiosità. Quel benefico viaggio alla scoperta di un mondo sommerso che invece di essere per molti diventa per pochi. Con eleganza sfrontatezza e piacere andare a carpire stuzzicare ciò che è coperto piuttosto che quello che è scoperto.
Arte
L’arte è questo, stupire dopo un’idea
Continuamente
Continuamente è l’ossessione di navigare il mare della vita contemplando ogni incontro, percependo ogni suono, curiosando all’inverosimile, aggiornando ogni percezione, investigando sul cos’è il divertimento ,nascondendo il bambino, il luna park, l’infinito. Percependo un vuoto, vivere, chiuso in un capitolo, a condizioni costringenti in un continuo adesso, si continua ad accartocciare, rifare, raccartocciare, leggere.
Reagire alla paura sapere reagire. Il curioso prevale. Spostare una pallina perché vicina ad un’altra, trovare la curiosità dentro la geometria. Arrampicarmi sul pensiero più alto, verso un sogno che porta a giocare d’istinto. Avere la possibilità di desiderare. Scorrere voce gesto pubblicità, primo piano. Consuetudine sciamanica naturale vocazione, trapezista lontano dalla retorica e dalla celebrazione, difficilissimo tirare fuori, rappresentare, utilizzare, mettere a reddito il sé in costringenti situazioni in cui si affida tutto alla libertà.
Interagire con il mondo. Realizzare il cambiamento attraverso il cambiamento stesso. Cambiarsi per cambiare è qualcosa di incredibile.
Un’epoca in cui finti padroni incatenati ti incatenano ad uso e consumo della loro perversione, per le loro vocazioni d’avidità. Assisto in questi giorni al preannunciato scempio di un giovane 44enne arraffone che immagina di rimanere impunito della sua ingordigia sfrenata. Questione di karma, no, questione di repellenza.
Rifiutare l’evoluzione, chiudere l’acqua è da sordi e disperati, puzzare. Spostarsi di posto non conviene, approfittare per pensare.
Buon Natale. Guadagnare spazio, godere, profondamente realmente coscienziosamente sono.
Bergonzoni
Tra i credenti e i non credenti, io scelgo gli incredibili.
Faccio voto di vastità
Pommery
La Maison Pommery. “Qualitè d’abord”, la qualità innanzitutto, fu il motto di Madame Pommery quando nel 1858, prese le redini della Maison. Creò con grande successo il primo champagne “brut”, secco, dalla leggendaria annata del 1874 sconvolgendo la Londra vittoriana di allora. Il mercato inglese era quello maggiormente di punta e la nostra vedova riuscì a portare il dosaggio zuccherino a 6/7 grammi litro. Lo champagne si produceva ancora dolce con tenori zuccherini che oggi classificheremmo extra- dry o addirittura dry.
Altra mossa vincente di Madame Pommery fu l’acquisizione di 120 cave sotterranee di gesso scavate in epoca romana (profonde oltre 60 metri), allora in periferia sud di Reims (oggi in centro città) che furono riempite fino alla profondità di 30 metri e collegate tra loro con cunicoli, passaggi, rese abitabili con diverse prese d’aria.
La visita inizia scendendo i 116 gradini che portano il visitatore direttamente alla massima profondità (30 metri con una umidità rilevata del 98%).
Da qui un percorso guidato che porta l’ospite, meglio definirmi turista, alla conoscenza di un mondo operativo “da miniera”, con luci tenue di candele o simili, carrucole con cesti che servivano a trasportare i grappoli da pressare con i torchi e procedere con le tecniche conosciute allora.
Interessante è la storia della cava di Notre Dame, chiamata così per la presenza di una statua della Vergine, “Notre-Dame des Crayères” , posta a vegliare su questo mondo sotterraneo.
Nella profondità della cave sono presenti tutte le condizioni per far raggiungere al vino la maturità necessaria con un perfetto regolatore termico. Temperatura costante di 10°.
E mentre si osservano le opere d’arte poste di sala in sala, meglio dire di cava in cava, il silenzio viene interrotto dal rumore dei carrelli elevatori trasportanti le bottiglie pronte per il remuage con i potenti gyropalette.
Interessanti i nomi dati alle singole cave.
Riportano nomi di città a significare i luoghi nel mondo raggiunti dal marchio Pommery. Impressionanti i numeri che provengono da questi cunicoli: 25 milioni di bottiglie giacenti sui lieviti.
fonte https://corrieredelvino.it/primopiano/visita-alla-pommery-un-luogo-straordinario/
Distrazioni
Patrizia Cavalli (poetessa italiana) ha descritto come le innocenti distrazioni quotidiane possono, a volte, farci perdere di vista i nostri obiettivi, arrivando perfino a farceli abbandonare definitamente, lasciando andare, con essi, una parte di noi
Guardare
“Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci guardi. A seconda del tipo di sguardo sotto il quale vogliamo vivere, potremmo essere suddivisi in quattro categorie. La prima categoria desidera lo sguardo di un numero infinito di occhi anonimi: in altri termini, desidera lo sguardo di un pubblico. La seconda categoria è composta da quelli che per vivere hanno bisogno dello sguardo di molti occhi a loro conosciuti. Essi sono più felici delle persone della prima categoria le quali, quando perdono il pubblico, hanno la sensazione che nella sala della loro vita si siano spente le luci. Succede, una volta o l’altra, quasi a tutti. Le persone della seconda categoria, invece, quegli sguardi riescono a procurarseli sempre. C’è poi la terza categoria, la categoria di quelli che hanno bisogno di essere davanti agli occhi della persona amata. La loro condizione è pericolosa quanto quella degli appartenenti alla prima categoria. Una volta o l’altra gli occhi della persona amata si chiuderanno e nella sala ci sarà il buio. E c’è infine una quarta categoria, la più rara, quella di coloro che vivono sotto lo sguardo immaginario di persone assenti. Sono i sognatori…”
Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere, 1984
Picasso
“Quando ero bambino, mia madre mi diceva: Se diventi soldato, sarai generale. Se diventi monaco, finirai papa. Alla fine, ho voluto essere pittore e sono diventato Picasso.” (Pablo Picasso)
C’E’ STATO UN MOMENTO
di Ada Luz Márquez – Hermana Águila
C’è stato un momento
in cui mi sono persa.
Ho perso tutto quello che avevo
attaccato alla schiena,
i vecchi paradigmi,
forme,
maschere,
vergogna,
senso di colpa,
costumi
e le regole.
Ho perso ore e orologio,
calendario e aspettative,
le speranze e le certezze.
Ho perso tutto ciò che era,
tutte le inutili attese,
tutto quello che avevo cercato
e tutto quello per cui avevo camminato
e tutto ciò che è avevo lasciato sul ciglio della strada.
E così, nel perdere tutto,
ho anche perso la paura,
la paura di infrangere le regole
e le autocritiche feroci,
la paura della morte
e la paura della vita,
la paura di perdersi,
e la paura di perdere
E completamente nuda,
priva della vecchia pelle,
ho trovato un cuore
che vibra dentro ogni poro del mio essere,
un profondo tamburo
fatto di argilla, stelle e radici
il suo eco dentro di me
è la voce della Vecchia Donna,
fu allora che ricordai
battito dopo battito,
che ero viva,
eternamente viva,
che ero libera,
coraggiosamente libera.