C’è in atto una pandemia che ha causato e causa dolore, vittime. C’è chi ha perso familiari e amici. C’è chi si è ammalato, chi è guarito e chi vive nell’ansia perchè ha paura, non sa cosa fare. Tutto è in stallo. Le relazioni sociali sono a distanza.
Questa situazione appena 2 mesi fa era inimmaginabile. Sono chiusi teatri, cinema, centri culturali, bar, ristoranti, scuole di ogni ordine e grado, librerie, centri sportivi, negozi, centri commerciali… Moltissima gente ha perso il lavoro, soprattutto i precari. Non si può circolare liberamente, si fa uso di mascherine di protezione.
La voce della gente passa attraveso balconi animati, dirette FB, palcoscenici casalinghi, vincono i talk Zoom.
Gli operatori dell’industria dello spettacolo, categoria di cui faccio parte, sta soffrendo come tanti lavoratori di altri comparti. Lavorano solo pochi reparti che prevedono distanza di sicurezza.
Chiedo a tutte le persone che hanno panorami più definiti di pensare a ridistribuire le professioni, a limitare gli sprechi, a guardare in faccia la realtà. Nessuno si deve vergognare a ricevere o dare, siamo tutti nella stessa tempesta come scrivono Andrea Colamedici e Maura Gancitano di #Tlon.
Anche se ricchi di ottimismo gli artisti necessitano di una occupazione un reddito, sperando adeguato alla propria esperienza..
Cucinano le lenticchie, bolle il contenuto. Nel frattempo immagino alcuni personaggi per una nuova storia.
Presunzione, una donna ben vestita, due tatuaggi nascosti, alta, occhiali, capelli rossi, alito leggermente pesante.
Ricchezza, lentiggini, pelle chiara, cugina di Avidità che da qualche anno lavora a Roma, media statura, abita in montagna, leggermente rotonda, capelli corti e ricci, le piacciono le cozze, canta bene.
Sesso, sorridente, padre di Erotismo, sportivo elegante, non fuma e non beve, longilineo, abbronzato, profumato, pattina molto bene, ha imparato da suo fratello Amore, preferisce l’alba al tramonto, mangia veloce e piano in funzione al ritmo della giornata, ascolta musica.
Povertà, elegante, gentile, veste vestiti colorati senza una precisa attenzione, lava le mani spesso, ha sempre con se una borsa piena di cose, odia gli hot dog, va in chiesa a pensare.
Equilibrio è il cognome di una coppia di artigiani edili, marito e moglie, Sottenzio e Pretuffia, si sono conosciuti al mare 20 anni fa, lei bionda, lui bruno, entrambi operai di una ditta di ristrutturazione edile, lui idraulico, lei elettricista, vivono in una bella casa in periferia, non l’hanno costruita loro, hanno tre figli, Posta, Logio e Specchio che è il più grande dei tre. Oggi è il suo compleanno compie 19 anni.
Per l’occasione tutti i personaggi citati si ritrovano in trattoria “Alla mandorla” dove il titolare Toc Toc aspetta il gruppo di amici per festeggiare Specchio che ha visto crescere da quando aveva il suo bar in via Retrovisore.
La festa si anima, la gente si diverte. Parla.
Presunzione: ciao Specchio questo è un pensiero per te.
Specchio: oh! un libro, uauuu… La retorica dell’azione di Sir Bluff, che bello, grazie.
Sottenzio parla in disparte con Ricchezza: sono fiero di mio figlio Specchio, è un sommo valutatore, testimone della propria libertà oltre il giudizio, così lo ha incoraggiato ieri la professoressa Cornice! Lo stima molto..
Pretuffa parla con Povertà mentre sistema i capelli a Posta: bella questa camicia … sembra colorata a mano..
Povertà si rivolge a Pretuffa che sistema i capelli a Posta: grazie, è un regalo di Bilo il fratello di Oste, ha aperto da un mese un negozio in fondo alla strada, è sempre molto gentile con me…
Risponde Pretuffa guardando prima i capelli di Posta e poi Povertà: … si è sciolta la treccia… le piace, ogni mattina è per noi un rito..
Logio beve in disparte una chinotto tra una foto e un’altra che scatta con passione
Sesso è al telefono con la sua amica Porta, le racconta una sua recente esperienza: sono tornato ieri da un simposio internazionale sull’effimero, è stato molto interessante perché il professore Scassi ha ben analizzato il candore di quelle persone che mangiano nel piatto di altri… (Porta gli parla mentre annaffia le piante in balcone…)
Arriva Lecci, il cameriere, lavora da 10 anni in questo ristorante, prima vendeva gelati allo stadio la domenica e il resto della settimana dischi in un negozio del centro. Riunisce tutti vicino alla tavola e chiede loro di ordinare.
Specchio lo interrompe: ti prego, aspettiamo Metà (la sua fidanzata) … mentre lo dice ecco che lei arriva elegante, vestita di rosso, capelli scuri contenuti da un elastico colorato. Metà fa un giro per salutare tutti. Prima i signori Equilibrio poi tutti gli altri compreso Toc Toc. Metà è una ragazza che vive vicino al mare con i suoi genitori. Ha due fratelli, Dolores e Gioia. Studia al conservatorio pianoforte e per hobby costruisce modellini di automobili. I suoi genitori Grazia e Colmo conoscono Specchio da un po’, è stato a casa loro più volte, hanno stima di lui, è chiaro anche a lui
Ritorna Lecci e chiede se sono pronti per ordinare. Si rivolge prima a Specchio che ordina linguine con scampi. Metà crepe salate con verdure. Logio tortellini con ricotta e menta.
Ricchezza riso allo zafferano. Povertà brodo di carne con pastina. Presunzione pasta alla norma con molta ricotta salata. Posta pasta al pesto. Sesso una matriciana. Sottenzio riso ai funghi. Pretuffa una pizza capricciosa. Posta spaghetti alle vongole.
Specchio chiede attenzione sbattendo una posata sul bicchiere, fa un brindisi ringraziando tutti. Auguri!! Si unisce a loro Toc Toc. Tutti bevono, posano i bicchieri e battono le mani
In cucina la cuoca Paranoia si da un gran da fare, sta preparando i secondi..
La festa va avanti..
Specchio si rivolge a Metà: oggi prima di arrivare qui le Avanguardie mi hanno fermato ad un posto di blocco, appena hanno visto i documenti e capito che è il mio compleanno mi hanno fatto gli auguri senza aggiungere altro mi hanno lasciato andare..
Metà: scusa amore, ho ritardato perché ho ritirato il mio regalo per te… ecco!
Specchio, apre la confezione: uauu, un profumo alla Resistenza, grazie!!! Le dà un bacio
Entra Scimmione, un cliente di Toc Toc, è solo si siede ad un tavolo vicino. È un uomo radical hippy, bella collana, stivali, capelli brizzolati e lunghi, mani molto curate. Povertà lo riconosce. È un insegnante di danza famoso in città. Fa un cenno per salutarlo. Scimmione ricambia.
Povertà si rivolge a Pretuffa a voce bassa: lui è il mio insegnante di ballo, è molto bravo, al suo corso serale sono iscritte molte persone. Qualche volte devi venire anche tu, vieni con Sottenzio..
Pretuffa: … a Sottenzio non piace ballare, o meglio, in discoteca si, ma balli di gruppo, no…
Si intromette Metà: ho sentito! È veramente bravo? Ho proposto a Specchio di andare a lezione di ballo, penso che potremmo divertirci …
Specchio si rivolge a Povertà: … invitalo a prendere la torta con noi…
Scimmione si avvicina sorridendo: grazie è per me un piacere, come posso ricambiare?
Chiede a Toc Toc se c’è un impianto audio
Arriva Lecci e porta un diverti festa..
Scimmione cattura l’attenzione: pronti? si balla!!!
Parlo con la musica è un format musico/teatrale che si concretizza con un laboratorio pratico esperienziale ideato e condotto da Salvatore (Turi) Greco
Scopo
Promuovere benessere ad ogni partecipante. Offrire strumenti di elaborazione creativa. Favorire positività, leggerezza. Agevolare la comunicazione relazionale e nel contempo, con i vissuti posti in campo, approfondire questa ricerca che viene proposta e accolta da molti anni.
Fruitori
Come ogni attività olistica e culturale è di libera scelta, possono partecipare persone di qualsiasi età. È suggerita a chi è infintamente curioso. Questo format è adatto a tutti. È stato per molti anni strumento di didattica in scuole di ogni ordine e grado, dal 1981 al 2007. Dal 1988 anche come progetto di empowerment che ha permesso a molti lavoratori di tradurre la comunicazione aziendale in spettacolo. A richiesta un’ampia case-history a riguardo.
Filosofia
Facile e interessante esperienza che consente un approccio non convenzionale all’ascolto musicale. “Parlo con la musica” è un’occasione importante con cui fare esperienza su tutto ciò che ruota attorno alla comunicazione gestuale-musicale che avviene tra due, più persone o con sé stessi. Accorgersi della musica non soltanto fruirla. Questo lavoro è costruito con il suono, la voce, il corpo, la danza, l’empatia, l’armonia. “Ognuno trova nella musica uno scrigno di informazioni in essa contenute. Comunicare con la musica, scambiarsela, vuol dire interagire con il mondo, dare ascolto alle proprie percezioni, alla propria identità. L’esperienza coltiva ascolti diversi, li utilizza come dati emozionali, gestuali, musicali, che possiamo condividere usando flussi energetici liberi da schemi preconcetti o pregiudizi su sé stessi o sul mondo” dal libro manuale Il gesto impresso di Salvatore Greco edizioni Universitalia.
Storia del laboratorio
Salvatore Greco ha iniziato ad utilizzare la musica come dialogo in forma spettacolare, dal 1977, in occasione della realizzazione di eventi in discoteca. La primissima versione di questo format è stata realizzata nel 1981 per un gruppo di ospiti del villaggio turistico Les Paletuviers ad Abidjan in Costa d’Avorio. Dal 1989 è stato intitolato Programma Scioltezza, dal 2004 Il Gesto impresso, dal 2018 Parlo con la musica.
Presentazione
L’incontro con Salvatore Greco, avvenuto secondo le più peculiari sincronicità junghiane, è l’impatto con una personalità esuberante, dirompente, vulcanica, a tratti ingombrante, irriverente. Ma è anche l’immersione dentro un mondo vivace, affascinante, caleidoscopico, venato di una sensibilità espansa e di una sua spiritualità. Salvatore ci accompagna in un viaggio mirabolante alla scoperta della musica, quasi un percorso iniziatico, che svela l’universo complesso e ricercato del suono. Suoni che diventano forme, forme che trasmutano in colori, immagini che si fanno emozioni in un turbine psichedelico, in un rimando di memorie, luoghi, storie, odori, amate abitudini, un gran bel giro di giostra per la mente e per il cuore. Uno spazio profondo che disvela il valore dell’ascolto, che apre nuovi canali di un universo sinestesico, affina sensi interiori e qualità sottili. Nel laboratorio esperienziale che Salvatore propone, si snoda un dialogo multidimensionale con la musica. La musica è protagonista, è sfondo, comparsa e si mescola a pensieri, vissuti, fantasie, inventa scenari, diventa danza, preghiera, racconta ambienti, relazioni, evoca futuri possibili. La musica è medicina, è compagna nella solitudine, è amica, parla un linguaggio sempre nuovo, e Salvatore lo conosce, lo esplora, lo ama, e ci insegna a decodificarlo, interpretarlo, analizzarlo. Salvatore traccia un sentiero, coglie il trait d’union tra la musica e la nostra soggettività, tra il mondo esterno e la realtà interiore. Apre una porta su quell’infinito e ci indica la strada.
( Dr. Daniela Bredice, Psicologa Psicoterapeuta, da libro Parlo con la musica )
Location
La location è fondamentale per supportare programma e risultato. L’acustica è al primo posto. Gli spazi devono offrire un contesto confortevole/pratico, riservato. Si possono progettare varie modalità per programma e partecipazione, da questo si definisce la location. La disponibilità di due ambienti spazio prova e rappresentazione è l’ideale. Oppure uno che contiene entrambi.
Stagione estiva da luglio a ottobre 2020
Si possono organizzare varie tipologie di laboratori esperienziali, on line fino a residenziale in strutture da definire. In caso di disposizioni ministeriali si garantisce che si rispetterà la distanza di sicurezza e ogni norma indicata
Schema base
1) Introduzione
– La potenza della musica
– Data base/Playlist
– Fonti sonore
2) Orecchio fotografico
– Visualizzazione
– Interattività culturale
– Gesticolazione/Attività fisica
3) Decodifica e traduzioni
– Raccontare la musica
– Analisi sonorità individuali e di gruppo
– Restituzione spettacolare
Scheda biografica
Salvatore (Turi) Greco è un Artista multidisciplinare, attitudine al dialogo, interazione ludica con teatro, audiovisivi, animazione. Appassionato ed attento all’evoluzione dei linguaggi radiotelevisivi. Trasformare la realtà in fantasia è la sua vocazione. Valorizzare l’individuo attraverso il divertimento è la sua missione. Utilizza l’ascolto musicale per esprimersi, per ampliare ogni forma di relazione. Maturata esperienza in ideazione e produzione di spettacoli affiancando la sua famiglia nella gestione del Teatro Club di Catania, in qualità di coordinatore delle attività di Teatro Ragazzi.
Dal 1976 lavora in radio e contemporaneamente realizza spettacoli in discoteca. Dal 1979 al 1987 produce, organizza rassegne e laboratori con la Compagnia Il Circo di Via Condotti. Nel 1981 collabora con la RAI per un programma inchiesta in 4 puntate Cosa farò da grande dedicato al mondo dei ragazzi. Dal 1983 produce cortometraggi tra i quali Toro seduto, Milonga, Voglia di vocali. All’operatore la camera si bagnò è finalista al Festival Anteprima di Bellaria.Dal 1996 dopo una ampia e consolidata esperienza come animatore nel settore del marketing culturale e turismo ricreativo inizia ad occuparsi di comunicazione d’impresa realizzando per Enti e Aziende su tutto il territorio nazionale progetti teatrali, artistici e itineranti, produzione audiovisivi in cui manifesta perfetta capacità di direzione, coordinamento e coinvolgimento di gruppi di lavoro di piccole e grandi dimensioni. Dal 1998 scrive e dirige il format Ti cerco ti presento per SMA, la serie televisiva CuriosoTV, due telegiornali aziendali, reportage sulle attività culturali all’interno delle carceri siciliane, due serie televisive per SMA, documentario per il FAI e il Gruppo Rinascente, la serie televisiva Sapere d’estate sponsorizzata da Aziende private, due audiovisivi per la Rassegna Cinemente organizzata da SPI, vari redazionali, spot, educational, open meeting. Nel 2016 il suo mediometraggio Sfida Capitale è presentato al Gold Elephant World Festival e al Festival Internazionale Cinema di Frontiera. Nel 2019 realizza il lungometraggio “Esame di realtà”
Cinema and theatre are perfect levellers in society. I’m a young 60 years old. My first short film in 1977. Before that I was involved in music. One thing following another so strongly I got lost. The alarm rang in 2013. From that moment I let my culture free in a game called improvisation. I read, I listen, I look beyond, so far beyond that I cannot explain. I have always photographed my movement, now I’m more conscious to produce what the world wants.
www.turigreco.it/ (artista multidisciplinare a servizio dell’impresa)
Short video presentazione, 2005, 4’40”
Short videopresentazione, 2010, 6’40”
Quando scambiamo l’alba con il tramonto viviamo al contrario e ciò che è buio ci sembra luce e così al contrario. Riprendiamo il ritmo, usiamo la musica.
Di questo e di altro è composto il mio laboratorio PARLO CON LA MUSICA.
Sono a Vostra disposizione per ulteriori info. All’occorrenza posso presentare questa proposta attraverso Associazione Culturale. Per le condizioni economiche possiamo accordarci sia a cachet o a percentuale.
Salvatore Greco, tel. Tel 3498913737 – mail: parloconlamusica@gmail.com
Titolo INCIPIT. Grazie alle cose a cui credo. Grazie a ciò a cui crederò. Grazie alle virgole, alla fantasia. Grazie a tutto quello in cui non credo, in cui ho creduto, in cui credi. Grazie alle scelte. Grazie alla determinazione, all’azione. Grazie al ritmo. Grazie alle sfide. Grazie che mi chiami. Grazie all’adulazione. Grazie agli arcobaleni. Grazie alla mia città. Grazie al sereno, alla pioggia. Grazie ad ogni orizzonte, grazie ad ogni indicazione dell’anima. Grazie a tutte le città del mondo. Grazie a me. Grazie al capire, reagire, scoprire. Grazie a te. Grazie a noi. Grazie alla vita. Grazie alla creazione, ad un bottone. Grazie alla mamma. Grazie a papà. Grazie a Wanda. Grazie alla storia. Grazie alla magia. Grazie all’illusione, alla rigenerazione, alla mia generazione. Grazie alla passione. Grazie ad ogni risultato, ad ogni occasione. Grazie a tutti i rifiuti. Grazie alla pulizia, all’ordine e al disordine. Grazie all’amore. Grazie al dolore. Grazie alla tristezza. Grazie al pianto. Grazie alle risate. Grazie al perdono. Grazie ad ogni premessa, grazie che ti sei permessa. Grazie al circo. Grazie alla rabbia. Grazie alla pietà. Grazie alla compassione, ad una canzone. Grazie alla paura, che bella figura. Grazie al danno. Grazie alla confusione, nel suo senso di libero spazio rappresentativo. Grazie alle visioni, alle invenzioni. Grazie all’astinenza. Grazie all’esistenza. Grazie alla presenza. Grazie ad ogni voto. Grazie ad ogni sì, ad ogni no. Grazie a tutti i totem del mondo. Grazie a Gesù. Grazie a Budda. Grazie a Maometto. Grazie a S. Maria. Grazie a S. Agata. Grazie a S. Francesco. Grazie a S. Giuseppe. Grazie ai tre magi. Grazie alla speranza. Grazie al buio. Grazie alla luce. Grazie alle feste. Grazie al lavoro. Grazia alle stelle. Grazie alle rose. Grazie al mare. Grazie alla preghiera. Grazie alle montagne. Grazie che ti ho trovata, grazie è un piacere. Grazie all’acqua. Grazie quando mi dici ti amo, e quando lo dimentichi. Grazie ai muri. Grazie al movimento. Grazie alla malattia. Grazie alla guarigione. Grazie al benessere. Grazie al teatro. Grazie alla ginnastica. Grazie quando ti spogli di ogni dubbio. Grazie al cinema. Grazie alla letteratura. Grazie a tutti i poeti. Grazie alla rivoluzione. Grazie al vento, alla disperazione, ai sogni. Grazie alle prove, grazie anche se non c’è un risultato. Grazie alle prove del nove, alla mia maestria maestra. Grazie, ti prego esci, grazie ti prego rientra. Grazie alla pace. Grazie alla nevrosi, a Cenerentola, al risultato, allo spettacolo. Grazie alla guerra. Grazie alle marce. Grazie alle torture, quelle che sembrano vere. Grazie al godimento, all’orgasmo. Grazie alla resistenza. Grazie alla fatica. Grazie alla cipollina. Grazie alle salite. Grazie alle discese. Grazie all’abbandono. Grazie al citofono. Grazie al riso. Grazie all’insalata. Grazie al digiuno. Grazie ad ogni tipo di abbraccio. Grazie al sole. Grazie al sale. Grazie a Teresa. Grazie al vino. Grazie alla luna. Grazie all’universo. Grazie a tutti i figli del mondo. Grazie a tutti i nipoti del mondo. Grazie a tutti i colori del mondo. Grazie alla musica. Grazie al silenzio. Grazie alle parole. Grazie all’arte. Grazie all’amicizia. Grazie alla filosofia. Grazie a tutti quelli che sono sconosciuti, e a quelli conosciuti. Grazie alla scienza, alla benzina, all’elettricità. Grazie a chi deve ancora nascere. Grazie alla natura. Grazie a tutti i buoni consigli. Grazie a tutti i cattivi consigli. Grazie alle tradizioni, alle buone ricette di cucina. Grazie alle stagioni. Grazie alla ricchezza. Grazie alle differenze. Grazie a ciò che non capisco, grazie a quando lo capisco. Grazie alla povertà, all’eternità. Grazie a tutti i contadini del mondo. Grazie a tutti gli industriali del mondo. Grazie ad ogni angelo. Grazie ad ogni essenza, ad ogni sé.. Grazie al diavolo. Grazie alle domande, alle circostanze. Grazie alle risposte, alle poste. Grazie alle strade chiuse, alle strade aperte. Grazie a tutti i vicoli, vincoli, a tutti i fiumi. Grazie a tutte le navi, a tutte le barche. Grazie al sentiero. Grazie alle autostrade del mondo. Grazie al passaporto. Grazie alle pause, a chi va di fretta. Grazie alle coincidenze. Grazie ad ogni legge, ad ogni costituzione. Grazie alle lettere, alle interferenze. Grazie alla radio. Grazie ad ogni benefattore. Grazie ad ogni causa. Grazie ad ogni effetto. Grazie al punto, al truffatore. Grazie ad ogni maestro. Grazie ad ogni alunno. Grazie ad ogni casa. Grazie alle partenze, ad ogni arrivo. Grazie alle scoperte. Grazie alle coperte. Grazie a ogni grazie, ad ogni bacio. Grazie a tutti i pianificatori. Grazie a tutti i panificatori. Grazie a tutti gli improvvisatori. Grazie al detrattore. Grazie agli attori. Grazie alle tasse, alle condizioni. Grazie al regista. Grazie al palcoscenico. Grazie agli autori. Grazie all’inutilità, all’utilità. Grazie a tutti gli animali. Grazie alla fede. Grazie alla perseveranza. Grazie alla pazienza, all’impazienza. Grazie alla carta. Grazie agli alberi, alla verdura, ad ogni paesaggio. Grazie ad ogni tipo di vestito, grazie a chi è svestito. Grazie alla terra. Grazie al fuoco. Grazie alla pasta. Grazie alla fotografia. Grazie a tutti gli orti del mondo. Grazie alla carbonara. Grazie all’arroganza. Grazie alla ignoranza. Grazie al sapere. Grazie alle pecore. Grazie agli specchi. Grazie al digiuno. Grazie alla bellezza. Grazie al successo, all’insuccesso, al cesso. Grazie alla musica, alla lettura, all’ascolto. Grazie, scusa, devo fare pipì. Grazie al protagonismo, all’antagonismo. Grazie alle radici, a quelle quadrate. Grazie al cerchio, all’iperbole. Grazie all’impotenza. Grazie alla potenza. Grazie alla solitudine. Grazie alla follia, all’adulazione, alla verità. Au! Grazie! Grazie al cambiamento. Grazie a Babbo Natale, alla Befana. Grazie alle galline. Grazie al fruttivendolo. Grazie al buio. Grazie a Manuela. Grazie all’illuminazione. Grazie al giorno. Grazie alla notte. Grazie ad ogni libro, grazie che continui a leggere. Grazie di ogni tuo contributo, all’imbuto. Grazie di ogni grazie senza un motivo al sorgere di ogni iniziativa. Grazie alle ripetizioni, a tutti i loop. Grazie è solo una premessa promessa. Grazie al valore della pace. Grazie a tutti gli scopritori. Grazie alla disciplina, al buon esercizio mentale, a quel tale che ci sembra strano. Grazie specchio. Grazie alle ripetizioni, all’esistere della follia, la follia senza o con il buon umore. Grazie di essere strambo, al disequilibrio saggio o non saggio che genera ogni cosa. Grazie all’incredibile. Grazie di ogni effetto, a tutta l’energia che c’è in un urlo. Grazie alla curiosità e al suo necessario esserci.
Dalla stanza accanto alla cucina, la mia camera da letto, arriva una bella musica, ben scandita, come un susseguirsi di emozioni. Da quando è iniziata questa penitenza casalinga ho piazzato qui il mio quartier generale. Scrivo dal grande tavolo della cucina, riordino appunti e catalogo la mia musica
Questo brano di Kevin Morby dal titolo Harlem River è per me una ginnastica mentale. Non capisco le parole, se non alcuna. Poco fa è la parola LOVE quella che ho capito più di altre. Il ritmo è seducente, magistrale. OF YOU, se è questo ascolto che mi arriva, vuole forse dire, un DI TE. La musica nella sua accezione infinita, ecco cosa provo ogni volta. Questa è una ballata che se vogliamo è il termometro di una relazione. di uno stato di cose, di uno scambio di armonia, i flussi dell’empatia. Per esempio, per me questo ascolto mi da la consapevolezza del baricentro della relazione con me stesso, con il mondo. Questa musica arriva dal mio data base, arriva nel momento in cui l’ho incontrata, scelta e ho trovato uno spazio per lei. Oggi da quello spazio che si rinnova, da quello spazio dedicato arriva perché io posso ascoltarla. Precisi momenti, precisi spazi. Questa musica mi appartiene, nel senso che la sento pertinente. E’ una proprietà di condivisione, virtuale, di fruizione. Adesso ne fruisco la sua necessaria potenza. E’ vero, mi piace. Mi lascio stupire da ogni cosa. Dal sole che si rinnova e mi rinnova con la sua potenza, la vita è uno specchio, mi ricorda la mia autorevolezza. Prego per far si che il mondo proceda con il suo incanto e che trasformi ogni disincanto in farina integrale, in condimenti per fare cose buone e rallegrarci, costruire nuove idee, realizzarle. Questa è una ballata che può essere tradotta come in una coreografia, come un tempo ci ha suggerito Pina Baush, come l’ensemble famoso che vedi nel film dedicato a lei o lo trovi su youtube. E’ un treno di persone che percorre gli spazi e il tempo. Cerchio, treni, platee, tavolate, libere espressioni.. è forse questo che abbiamo smarrito in questi giorni, per me è apparentemente perso! Secondo me questa ballata, questa musica ci dice, che, abbiamo perso solo il superfluo.. Uauuu! Stiamo pulendoci, rinnovandoci, da tutte le scorie delle inutili cose raccolte, dall’avidità. Se continui a sentire il ritmo è sempre più serrato e costante, la costanza di un creativo, la costanza della fantasia che illumina ogni cosa, che la rende speciale. Ecco cosa è vantaggioso fare, elaborare e rielaborare ogni attimo in una costruzione di elementi che servono al proprio nutrimento culturale, che poi è quello di tutti. Seguire il flusso, i flussi
Dopo averlo ascoltato mi passo lo sfizio di conoscere il testo in inglese con traduzione in italiano, felice che il mio sentire coincide, questo è il mio parlare con la musica
Harlem River di Kevin Morby
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Harlem River, parlami
Harlem River talk to meDimmi cosa ne pensi
Tell me what you think aboutHarlem river
Sono innamorato amore amore amore
Harlem river I’m in love love love loveHarlem River, parlami
Harlem River talk to meDove ‘siamo diretti adesso
Where’ we headed nowHarlem River Sono innamorato amore amore amore
Harlem River I’m in love love love love
Tutto per colpa tua
All because of you
Nella mia perla e nella mia scarpa con diamanti
In my pearl and my diamond shoe
Ho scalato una nuvola
I climbed a cloud
Ora ho rubato la luna
Now i stole the moon
Harlem River
Harlem River
Tutto per colpa tua
All because of you
E Harlem River mi ingoia
And Harlem River swallow me
Metti le tue mani intorno al mio collo
Put your hands around my neck
E Harlem River non riesco a respirare
And Harlem River I can’t breathe
Adesso hanno spento le luci
They’ve got the lights down now
E Harlem River mi dà le ali
And Harlem River give me wings
Metto la testa tra le nuvole
Put my head up in the clouds
E Harlem River tutto perché
And Harlem River all because
Oh, non sono da nessuna parte adesso
Oh I’m nowhere now
Harlem River
Harlem River
La musica è vera
The music’s true
E nelle mie scarpe di perle e diamanti
And in my pearl and diamond shoes
Ho scalato una nuvola
I climbed a cloud
E ora ho rubato la luna
And now i stole the moon
Harlem River
Harlem River
Tutto per colpa tua
All because of you
E non lo so
And i don’t know
Non lo so
I don’t know
Proprio dove sto andando
Just where I’m going
Perché non lo sono mai stato
‘Cause i’ve never been
E non lo so
And I don’t know
Non lo so
I don’t know
Proprio dove sto andando
Just where I’m going
O dove sono stato
Or where i’ve been
Oh Harlem River
Oh Harlem River
Come un diamante
Like a diamond
Sonaglio
Rattle
Quel sonaglio facile
That easy rattle
Scorri come quel fiume Harlem
Flow like that Harlem River
Sonaglio
Rattle
Quel sonaglio facile
That easy rattle
Scorri come quel fiume Harlem
Flow like that Harlem River
Ho corso per te
I ran for you
Ho corso per te
I ran for you
Ho corso per te
I ran for you
Ho corso per te
I ran for you
Fonte: Musicxmatch
Compositori: Rob Barbato / Kevin Robert Morby / Justin Gerard Sullivan
L’intelligenza è indipendente, cresce secondo precisi principi ed è lunatica.
Si può capire, comprendere l’intelligenza. Si vede nelle azioni, nel modo di fare delle persone. A volte l’intelligenza spaventa come forse è nel caso della storia dell’eleganza del riccio. Romanzo e film, semplicemente Il RiccIo
Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo… questa è la prima battuta. Una battaglia permanente in cui si vince distruggendo l’altro.. Tutti sono ricci nella vita, più delle volte senza eleganza.. Se esiste la possibilità di diventare quello che ancora non si è.. Avrò saputo fare della mia vita altra cosa di quello a cui mi so destinava.. È una usanza Giapponese, quando ci si siede la musica parte.. Solo la psicanalisi concorre con le religioni nell’amore delle sofferenze che durano.. Temo di essere una selvaggia.. Mi ha fatto molto piacere, ma mi ha molto spaventata, ci tengo a rimanere discreta.. Cambiare il modo di addentarlo è come gustare un cibo nuovo.. Come si decide il valore di una vita.. Quello che conta non è morire, ma quello che si fa nel momento in cui si muore.. Renée cosa faceva nel momento di morire, era pronta ad amare
Un film leggero, ben fatto. Bravi attori, giovane regia
“Diretto da una regista esordiente non ancora 30enne che ha adattato il best seller L’eleganza del riccio (2004) – 2 milioni di copie vendute – il film è uscito in Italia tra le onde di una polemica della sopravvalutata autrice Muriel Barbery che l’ha accusato di tradimento. Il film, però, migliora il romanzo, lo asciuga, è più compatto e scorrevole. Benché un po’ rozza nella regia, la giovane Achache se la cava.” fonte https://www.mymovies.it/
Ho guardato un film “Il sapore del successo” titolo originale “Burmt”, mentre prendevo appunti per realizzare uno composizione per il gruppo di lettura del quale faccio parte da due settimane, grazie a Claudia che mi ha invitato. Lavorare per creare uno scritto è impegnativo e sempre stimolante prima di tutto per me, a seguire per chi potrà beneficiarne.
La scrittura è una procedura libera e va assecondata. Si nutre di stimoli. Il cinema quando è costruito ad arte è sempre stimolante
In questa scena si citano personaggi mitici come Rolling Stones, Luke Skywalker, Yoda.. paragonati ad un chef
Questo film mi piace, è semplice, ben fatto, mi piacciono le inquadrature, un buon casting. Contiene quel pizzico di azione e romanticismo che assieme mi piacciono, lo rendono vivace e godibile. Questo film parla a mio avviso di rivoluzione umana. Realizzato da bravi attori Bradley Cooper, Sienna Miller, Omar Sy, Daniel Bruhl, Matthews Rhys, Riccardo Scamarcio, Alicia Vikamder, Uma Thurman e Emma Thompson. Soggetto di Michael Kalesniko. Regia di John Wells
Il tema del gruppo di scrittura di questa settimana è “il conto in sospeso, il tempo risolutore”. Mi sono lasciato trasportare dal’immediatezza. Anche grazie a questo film sto dando corpo alle mie idee. Si richiede di immaginare un dialogo intimo. Un dialogo che possa spingerci in profondità e farci incontrare la nostra anima. E’ consigliato dire la propria. Ci mancherebbe. Qui dirò la mia supportato dalla parola di altri. In questo caso la mia scelta. O per meglio dire un riassunto utile al compito. Scegliamo una musica.
La prima musica che ho sentito in questo film
Con questo sound è come se le parole si mettessero in movimento da sole
Il filo nascosto che trovo rispetto al primo incontro con il gruppo avvenuto in Zoom sabato scorso lo metto in campo con un ripasso degli appunti raccolti durante il contest, ho cercato di sentire ogni persona, me compreso che in quella occasione ero a casa della mia compagna. Ho messo in campo la mia sensibilità di autore e regista, ed ecco le mie impressioni in questa sequenza di bellezza interpersonale
Valentina e del suo IMPAREREMO. Valentina che corre, emotiva molto attiva.
Francesca e dei suoi ARCOBALENI. Potenziale attrice ci parla di insolito, di libri che danzano. ci parla di curiosità. Mi sembra esagerata, dominatrice. Lupi buoni, assaporando il desiderio.
Francesco e Maria Rosa potenziale Attrice. Francesco rassicurante, in ombra, poeta ritroso e diffidente. Maria Rosa severa, solida, amabile. Entrambi del QUEL CHE SEI ADESSO in una lettura a tratti lontana da parte di entrambi.
Rosalba che legge forse scollegata dalle parole. E’ un tema scolastico oppure una lettura da salotto in cui c’è un sottotesto emotivo.
Carmelina che Claudia apostrofa con BELLA FANTASIA. Bel ritmo, bella visualizzazione.
Angela del dinamismo. Un testo e una lettura che ci ricorda Paolo Poli. Mi piace e lo leggo assieme al mio.
Marilena in una lettura dissociata con una BAMBINA INFINITA. Luci, la superficie di un lago, oltre che mi ricorda e associo al film La rosa purpurea Cairo di Woody Allen
Questa citazione dal film di Woody Allen la dedico a Claudia il coach di questo gruppo, lei capirà il perché. E’ la storia di un uomo che cerca di realizzarsi
Maria Rosa Bigi con un personaggio amico e figurato
Maria e Rosalba in una lettura comune di UNA VITA DI MERDA. Maria attenta, volenterosa. Rosalba decisa, calcolatrice, autoritaria
Altro brano musicale dallo stesso film
Da tutto questo ricavo uno scritto, appunti dal film che ho visto, che sono un potente stimolo. Affermazioni necessarie sia per me che per il tema
Agire con disarmo. Ci accomuna un libretto di appunti.
Helen: Cosa è uno scherzo?
Adam: Di che parli?
Helen: Mi lascia un biglietto per vederci da Burger King..
Adam: Nessuno scherzo, è un posto economico facile da trovare. Non ti cacciano se parli da solo, che per me è vitale.. siediti.. vuoi pranzare?
Helen: No, non qui, no!
Adam: Perché?
Helen: Preferisco piatti fatti da un vero chef..
Adam: ..o da chi lavora al minimo salariale…
Helen: Si! Signor Jones sono una Sous-Chef, io lavoro al minimo salariale..
Adam: Sai perché quello come te odiano i fast food?
Helen: Che vuol dire quelli come me?
Adam: Perché è il cibo per la classe operaia..
Helen: Non capisco…
Adam: Ora spiegami perché costa 500 dollari in più mangiare in un posto come i nostri che in un posto come questo
Helen: No!
Adam: Perché non puoi!..
Helen: Perché qui tutto è fatto con troppi grassi, troppo sale, troppi tagli scadenti di carne…
Adam: Hai appena descritto i più classici piatti contadini francesi.. Burger King ovvero contadini che fanno quello che sanno fare.. dare un po’ di stile a tagli scadenti di carne, goulash, bourguignonne, cassoulet.. devo continuare?
Helen: Devo andare ora!
Adam: Avresti invece dovuto dire che il problema di questo posto è che è troppo costante, e la costanza è morte!
Helen: La costanza è quella che ogni grande chef insegue..
Adam: No! Uno chef deve inseguire la costanza dell’esperienza, ma non la costanza del gusto.. è come il sesso.. vedi sempre nello stesso posto, ma devi trovare modi nuovi e pericolosi di arrivarci..
Helen: Vorrei poter dire che è stato un piacere rivederla, ma sto bene dove sto… buona fortuna
Fare di altre esperienze la propria per godere di altri flussi. Il punto di partenza è essenziale. Lux Skywalker, Yoda.. chi sono? Saprebbe cucinare le pietre. Ti do la change di renderlo finalmente fiero di te. Sei il migliore maitre d’Europa. La mia cucina sarà la cucina migliore del mondo e prenderemo la terza stella. Mi dica cosa la spaventa? I ragni, la morte. Magari teme l’imperfezione delle relazioni umane..imperfezione degli altri, di se stesso. Cosa succede se prende la terza stella? Oh! Non se, quando! D’accordo, festeggiamenti, fuochi d’artificio, santità, immortalità! La perfezione. Certo. Che succede se fallisce. Colera e pestilenza.. inondazioni, cavallette.. arrivano i quattro cavalieri e l’oscurità discende. Qualunque cosa sia stato, chiunque sia stato è ora di venirci a patti e non possiamo farcela da soli. Si è forti a cercare aiuto negli altri, no deboli. Non esiste niente di più semplice del semplice. ce l’hai un bel vestito? Come? Ce l’hai un bel vestito? Devo andare ad una festa, sei l’unica ragazza che conosco. Fingi di essere la mia ragazza, va bene.. se Reece scopre chi sei di sicuro ti ruberà. Se fossi la tua ragazza mi prenderesti il braccio. No se fossi la mia ragazza avremmo litigato nel taxi e non ci parleremo… A che serve l’intelligenza. Non avevo sonno e mi sono ricordata che ci servivano le sogliole. Mettere soldi da parte, come si fa? Quella vocina era l’unico posto a cui avessi mai sentito di appartenere. Ho mandato tutto a puttane. Forse, lo volevo da morire, ma forse l’ho avuto troppo presto, e non ho saputo come gestirlo, cercavo di controllare tutto e poi quando volevo evadere, invece.. L’idea tua.. La pietà del tuo nemico è un po’ l’inferno! Che è successo? Eri fuori di testa, dai vieni a mangiare. Buono! Lo so! Perché mi hai dato una mano? Perché ho bisogno di te, come tutti, se lo capissi non ti sbatteresti tanto. Si? Sei più bravo di me e questo fa di te il migliore, ma noi abbiamo bisogno che tu ci guidi in posti dove non arriveremmo mai. . Sei un uomo fortunato! Il debito era mio quanto tuo! La mia vita sarà una strada lunga e difficile, ma io spero che pian piano riguadagnerò il rispetto di tutti e quello di tuo padre. Grazie! Maria ha saldato il debito. Ti ho cercato dappertutto. Ho paura, non so se ce la faccio. Ascolta.. cuciniamo insieme e stiamo attenti gli uni agli altri.. non ce la puoi fare da solo, nessuno può, ti devi fidare di noi.. ok? .. siamo la tua famiglia!
Apro la pagina Facebook dell’entusiasta coerente forse arrabbiato stizzito Maurizio Martinelli. In questo momento di lockdown, marzo 2020, ci propone la maestria di un giovane musicista che da una terrazza, su una deserta piazza Navona a Roma, uno dei posti più belli del mondo, fa risuonare il canto d’amore di Ennio Morricone. Deborah’s Theme tratto dal film di Sergio Leone Once Upon a Time in America, C’era una volta in America. E’ per me un susseguirsi di pensieri e collegamenti, scambio arte con arte. In questo vuoto e silenzio irreale grazie a tutte le idee che diventano forza, godo di queste iniziative, il filmato, l’esecuzione, la magia della musica. Sono espressioni di un sentimento che chiunque può utilizzare, che ci permettono di fermarci e riflettere. Grazie al mio lavoro lo faccio spesso, sono felice che oggi questa sia una gioia condivisa. Ci voleva uno stop forzato per ascoltare un mondo che chiede solo di essere apprezzato
Il cinema, il teatro sono la perfetta uguaglianza tra uomini. Ho 60 anni, diversamente giovane. Il mio primo cortometraggio nel 1977. Ancor prima ho incontrato la musica. Un susseguirsi di un susseguirsi talmente potente da perdermi. Nel 2013 è suonata la sveglia, l’aveva presa mia sorella. Da quel momento dopo aver fatto colazione sono al lavoro, ho scritto di idee. Ho lasciato libera la mia cultura in un gioco chiamato improvvisazione. Mi affido continuamente, ho fede. Alcuni segnali li ho raccolti, li ho agiti. Ho fotografato il mio movimento. Adesso sono attento a produrre quello che vuole il mondo. Sono a disposizione, pronto ad essere arruolato. Vedo oltre, talmente oltre che non te lo so spiegare. Gestire tutta questa roba ha bisogno di un amico, dell’amore. Di te che sei un mecenate o un produttore, di te che con la stessa potenza con cui realizzo i miei lavori tu gestisci la pubblicazione ed entrambi creiamo bene bellezza e guadagno
Cinema and theater are the perfect equality between men. I am 60 years old, differently young. My first short film in 1977. Even before I met music. A succession of a succession so powerful as to lose me. In 2013 the alarm went off, my sister had taken it. Since then, after having breakfast, I am at work, I have written about ideas. I let my culture loose in a game called improvisation. I constantly rely on it, I have faith. I collected some signals, I acted them. I photographed my movement. Now I am careful to produce what the world wants. I am available, ready to be enrolled. I see beyond, so beyond that I cannot explain it to you. Managing all this stuff needs a friend, love. Of you who are a patron or a producer, of you who with the same power with which I make my works you manage the publication and we both create good beauty and profit
Quando scambiamo l’alba con il tramonto viviamo al contrario e ciò che è buio ci sembra luce e così al contrario. Riprendiamo il ritmo, usiamo la musica. Di questo e di altro è composto il mio laboratorio PARLO CON LA MUSICA. Ti aspetto il 19 ottobre alle 19 per la presentazione e il 23 ottobre per l’inizio del corso. Baci @ OPEN Catania , Via di porta di ferro 38