Istinto
Siamo un po’ animali. E’ quella parte di noi che vive d’istinto. La parte bella ancestrale umanamente umana. Animale l’essenza, animale è la presenza consapevole. Dell’essenza nutriamoci. L’equilibrio. Così siamo nel nostro profondo essere, così voglio e posso essere. Mi piace l’autentico, mi piace in me, mi piace trovarlo in altri. Sono un documentarista innamorato delle persone, dell’umanità che vive e pascola attorno a noi. Mi piace leggere l’invisibile e renderlo visibile. Innanzitutto l’emozione. Amo amare forse anche per questo. Ho costruito molte opere d’arte audiovisive con questa volontà, il mio Film Esame di lealtà si basa su questo scambio di logica leale. Sono un artista da non so quanto tempo. Accolto, bistrattato, acclamato.. so di essere un amore viaggiante. L’istinto animale ha una profonda saggezza, Il mio primo film Esame di lealtà nasce da questo stato, cercare e utilizzare il mio essere istintuale, la mia improvvisazione, la mia grande capacità dell’interazione positiva che fa sorridere, una semplicità che da benessere e che permette di portarti a casa la grande possibilità di riflettere, l’introspezione. Semplice? Dipende. Con questo atteggiamento ho dato vita deciso ad un crowdfunding, sono stato costretto per vivere di ciò che sono e completare il mio progetto, il mio primo film nasce da una produzione indipendente. Stamattina con una disciplina di comunicazione che mi sono dato per essere coerente con la mia missione pubblico un teaser del film. Specifico che la modalità del crowdfunding è una raccolta social di contribuzione. E’ una colletta emotiva e libera, per generare una socialità economica che produce arte, forse in altra maniera, questa essendo sperimentale, andrebbe dispersa. E’ la mia ricerca di interesse, di sponsorizzazioni umanistiche. Sta procedendo con grande energia. Sono determinato ad avere risultati con una squadra di persone conosciute e sconosciute che in prima linea si godano ciò che hanno costruito anche solo con un gesto di sensibilizzazione. Il mio manifesto è il mio impegno la mia sincerità. La qualità del prodotto, questo Film, è adeguata a ciò che chiedo. È una vera sciccheria!!!
Eccoci!!! Se sei arrivato fino a qui ti prego di continuare a leggere ciò che è contenuto in https://www.ulule.com/esame-di-lealta/ Ti invito a fermati, a dialogare con quella parte marzianamente sensibile di te, e decidere di sostenere questa sfida in forma di arte in movimento. La stessa sfida che ti aiuterò a soddisfare nell’atto stesso che diamo vita a questo scambio di energie. Decidi di offrirmi un aiuto, quanto e come vuoi, decidi come vorresti che lo stesso facessi io per te. Baci
Intraprendenza
Abbiamo parlato del mio lavoro, dei miei progetti in corso, della mia determinazione. Soprattutto abbiamo parlato di verità. Vengono i brividi ad entrare nei meandri del propri sè. Quell’autentico maestro laddove trovi la tua ardente passione, quel progetto di vita per il quale sei su questa terra. Quel daimon che puoi riconoscere subito e praticare subito dopo o lottare per gran parte della tua esistenza per realizzarlo.
Quando abbracci la tua missione, quando la inizi a manifestare può non sembrarti reale, aspetti un qualcosa che ti svegli. Se ti accorgi che quel sogno è realtà riconosci quanto valore tu stia creando condividendolo, prima di tutto coccolandolo, con la tua parte ostile impaurita opposta. Quella bellezza che scaturisce dalla tua essenza è utile non solo a te, a noi, a tutti. La luce di una torcia illumina un spaccato del cerchio, il sole illumina tutta la superficie anche le parti più nascoste, impervie.
L’impossibile ha questo potere, è un la luce dell’università della vita potente spartiacque tra io posso e io non posso. La vita dell’uomo si basa sui desideri e sull’istinto per realizzarli.
Con la mia amica abbiamo discusso di questo: quanto è forte l’intraprendenza di una persona fedele a se stessa. E quanto questa sia un mare in tempesta emozionale per persone che trattano la loro consapevolezza come un impostore e la chiudono al buio di uno sgabuzzino. Che peccato!!! Quante lampade di Aladino sono perse in un angolo e soprattutto dimenticate, private del loro potere che siamo noi stessi.
La reazione del buio alla vista della luce può essere di terrore perché non abituato a misurarsi con la sua bellezza di buio, nero, poco filtrante e non consapevole di chi gli sta accanto perché invisibile. Il buio ama la buia.
Con la mia amica abbiamo parlato di questo, della incomunicabilità di queste finestre che costringiamo a stare chiuse, a non permette di vedere un mondo che è nostro e che invece ci sembra una galassia anni luce lontana da noi. Pazzescamente ostile da gridare aiuto.
Ogni sollecitazione che incontriamo ci fa piacere o paura solo in funzione al nostro vissuto, al nostro stato vitale. Tutto dipende da noi, è inutile che io dica arrogante al mio vicino di sguardo. Ciò che vedo è il velo della paura e soprattutto il velo della mia apatia.
Con la mia amica abbiamo parlato di sensibilità, di fede, di accoglienza. Abbiamo parlato come ascoltando anche quella parte più stridente che arriva dal “presunto” stridio dell’esterno noi trasformiamo il broncio del nostro doloroso pensare e lo cominciano in gioia ricostituente. Questo è per tutte le cose. Come per me stamattina.
Mi regalo la mia autostima e la prova della mia determinazione, della mia consapevolezza e sfido qualsiasi orizzonte a scena chiusa, perché io sono questo meraviglioso panorama e tu lo godi con me perché questa bellezza è anche la tua.
Apro il sipario e mi godo questa magnifica locandina che rappresenta il mio lavoro, il mio team, l’armonia in campo, la mia dedizione all’arte, alla creatività. Questa locandina è il potere del benessere e del divertimento che c’è in ognuno in noi. È quel bavaglio tolto dietro ad un sorriso..
Congratulazioni come ogni mattina metto in atto questa liberazione dalle catene del dubbio e apro la porta dell’amore, esercito la mia disponibilità all’agire, supero ogni inadempimento della mia parte più schiva.
Prego con fede e trasformo la timidezza in un coraggio coraggioso, ballo un tango con l’anima che abbraccio e che mi suggerisce i passi da fare. Ballo al mio meglio del meglio per ciò che sono e per ciò che sono i miei obiettivi e sfido ogni tipo di silenzio limitrofo, inaspettato buio e li illumino con la buona volontà.
Ho dato vita ad un crowdfunding per vivere di ciò che sono e completare il mio progetto. Questa raccolta di contribuzione procede con grande energia e determinazione. Sono in prima linea, manifesto il mio impegno la mia sincerità. La qualità del prodotto, questo mio primo lungometraggio, è adeguata a ciò che chiedo. È una sciccheria!!!
Se sei arrivato fino a qui ti prego di continuare a leggere ciò che è contenuto inhttps://www.ulule.com/
Lavoro
La gentilezza è comparsa al mondo grazie alla sfida alla ricerca di sé.
Più si soffre, più ci impegna a creare il bene per sé e gli altri, più si è amorevolmente gentili.
Mi sono accorto ieri che la professionalità, la bravura nel compiere un lavoro non è sufficiente se non c’è la volontà di creare energia. Io sono un ascoltatore di energia. Il mondo del lavoro è l’aspetto più variegato della vita di un uomo. Quando diciamo lavoro, intendiamo varie cosa, possiamo intendere una cosa che ci abbrutisce, una cosa che è pensante, una cosa che facciamo mal volentieri, o possiamo intendere una cosa che amiamo, l’aspetto che abbiamo sempre sognato sul quale abbiamo investito una vita. Quando diciamo lavoro possiamo dire che qualcosa che ci da soddisfazione, che ci fa crescere, che ci mette in condizione di vivere come vogliamo noi, quindi ci da soddisfazioni economiche.
Il mondo del lavoro a volte è un’incognita, a volte riusciamo a trovare la cosa giusta e ce la trasciniamo per tutta la vita, oppure per tanto tempo facciamo una cosa sbagliata e poi improvvisamente arriva la scintilla creativa, iniziamo a fare le cose giuste. Il mondo del lavoro, si chiama mondo del lavoro perché io lavoro e lavoro perché sono retribuito, lavoro per me stesso, ma io stesso mi devo retribuire. Il mondo del lavoro è l’accezione più positiva della nostra vita e nello stesso tempo a volte può essere distruttiva, perché buttiamo tutti i nostri sentimenti, tutti i nostri interessi, tutte le nostre energie là, in questo spazio da agricoltore rampante che vede soltanto la propria terra e alza gli occhi al cielo solo per vedere se piove o c’è il sole.
Il mondo del lavoro penso che debba essere coniugato col mondo della vita, delle passioni, della gioia perché nel momento in cui io chef dell’ultima trattoria del mondo, realizzo amorevolmente una pietanza per un mio cliente che paga la sua consumazione e la realizzo nel miglior modo possibile perché sono innamorato di quel lavoro e questo lavoro è contenuto in un meccanismo chiamato vita, in cui non soltanto c’è il lavoro, ma ci sono i miei interessi personali; in questo lavoro c’è la mia famiglia, ci sono i miei amori, ci sono i miei hobby, c’è la mia fede, c’è il mio bioritmo, ecco in quel momento quella pietanza che arriva sul tavolo di quel cliente assume un aspetto globale, cioè è veramente il frutto di un sacro lavoro.
Non è facile, soprattutto per gente come me che mette al primo posto, in questo contenitore chiamato lavoro, la poesia, la filosofia, il mercanteggiare con i pensieri, il filosofeggiare e il creare situazioni fiabesche e a volte personalmente possono essere anche distruttive, dal caos nasce la più bella sinfonia con cui gli uomini si riempiono di cultura, di passione e portano a casa sentimenti che possono diventare motivo di grande esplorazione personale. Quindi mi fermo a pensare in questo momento, stamattina, con questo sole potente che illumina ogni cosa, le condizioni umane che caratterizzano il mondo del lavoro; il concetto sacrosanto del lavoro, l’interazione con il lavoro degli altri, la magia del lavoro, la fruizione del lavoro.
Oggi io vivo in un mondo che lavora, oggi io vivo in un mondo in cui c’è il portiere che lavora, che mi accoglie; c’è il vigile urbano che distribuisce il traffico, c’è il bancario che conta i soldi, c’è il benzinaio che da la benzina e ci sono io che lavoro in questo momento forse per lavorare. Da quanti anni io lavoro? Io lavoro da tantissimi anni, da piccolissimo, lavoro per aprire la festa dell’immaginazione, lavoro per trovare un senso alle cose che faccio, lavoro e continuo a lavorare per produrre magnificenza, per produrre spettacolo, per produrre atmosfere magiche che sta tra il circo, l’evocazione e lo scintillio dei colori della musica, che permette alle persone di arricchirsi, di generare altra creatività, di essere coraggiosi. Il lavoro è coraggio di essere come si vuole, di produrre ogni giorno un’esperienza, o migliorare quella che si ha per alimentare stessi e alimentando se stessi, alimentiamo la terra.
Il mondo del lavoro è un’invocazione ad agire, alla presenza. Il mondo del lavoro è la bellezza terrena. Io lavoro per il lavoro alla ricerca di un lavoro e offro contemporaneamente lavoro, scambio lavoro e sviluppo lavoro, da sempre. Mi fanno pensare in questo momento tutte le persone in questa terra che stanno lavorando, che stanno producendo qualcosa, che stanno costruendo qualcosa, che stanno vendendo/progettando qualcosa; persone che in questo momento guardano al futuro, che sono riuniti a progettare, a fare, in diversi campi, c’è gente in questo momento in campagna, attorno a una zolla di terra, che sta decifrando rispetto alla natura, il miglior modo per produrre una fava, un chicco di grano, un pero, un melo, una susina. C’è gente in questo momento che sta dando da mangiare agli animali, affinché quella bestia, l’animale produca latte o produca la stessa carne; ci sono persone che in questo momento stanno contando soldi, perché i soldi sono entrati e quindi vanno contati e distribuiti, ci sono persone in questo momento che pur lavorando non hanno soldi da contare e ci sono persone che vendono il lavoro di altri o fanno in modo di creare sviluppo o politica a favore di cambiamenti, o energie e sinergie.
Il mondo in cui ognuno riesca a essere se stesso lavorando senza droghe o commistioni, un mondo in cui ognuno riesca a dare il proprio sano contributo al mondo senza metterci altro che il lavoro stesso, che l’impegno stesso. Mi piace che la parola lavoro, in una sua parte contenga la parola preziosa “oro”, la parola lavoro inizi con LAV che potrebbe anche significare lavare, pulire essere esattamente come prima, infinita necessità.
Se rappresento la mia vita oggi, scrivo che sto lavorando, ma non ho chi mi retribuisce. Io credo che oggi il mio datore di lavoro, un’impresa che mi sta fornendo uno stipendio nella vita, è l’universo, io sono un lavoratore dell’universo, sono una persona decisa, determinata, che svolge un ruolo importate, svolgo un ruolo dietro le quinte di nicchia. Uso la passione, l’amore, la pazienza, la musica, la fantasia, le relazioni, uso anche le mie paure, ma anche il mio coraggio, uso i risvegli notturni, le albe potenti, le incertezze, i segnali che ti scuotono, i segnali diretti, le parole gentili, gli abbracci, i baci; uso la mia impotenza e uso anche la mia potenza, uso la mia sincerità, uso il mio equilibrio, la mia consistenza, io lavoro per l’universo, io lavoro per tutto ciò che è lavoro e con grande disciplina ogni giorno offro il mio contributo.
Mi sono distanziato recentemente dal cosiddetto lavoro a rotativa, ho detto basta alla catena di montaggio, perché io non costruisco niente, rielaboro, assemblo parole e immagini, costruisco sguardi e proiezioni di sguardi, allineo musica, ballo e produco ballo.
Traduco da ciò che sento, ascolto un’evocazione e la trasformo in emancipazione e questo è un concentrato di ricchezza, per tanti difficile da riconoscere, da leggere, è vero la bellezza sta negli occhi di chi guarda. L’armonia è l’energia pulsante ed è il rendiconto più autorevole del lavoro, io lavoro e produco il suono dell’armonia, io lavoro e produco un flusso d’energia solo applicando la verità e la realtà a ciò che sono, come sono.
Ogni giorno si gusta in questo liquido amniotico che è la vita quotidiana e nuota, la ricerca di una dimensione di un lavoro. L’attenzione di questo concetto, non serve lo scambio, serve il saper agire. Mi abbraccio con il mio dolore ogni giorno diverso, quel dolore emancipante, quel dolore, il mio che mi sveglia, mi da forza e mi obbliga al rinnovamento, a cercare soluzioni, nuove configurazioni per esistere e sostenere il flusso che si chiama tempo. Il tempo di quando ho iniziato a scrivere, il tempo che leggo cosa scrivo, il tempo che questo diventi lavoro. Lavoro al tempo nel tempo per escogitare una dignità, la mia, che ha bisogno di essere vissuta come faccio io adesso, con l’entusiasmo di un bambino che non sa bene cosa significa lavoro, gli basta il seno della mamma, gli basta il gioco. Questo è l’arte, trasformare trasformare il mare di emozioni in porzioni di sé vendibili. Ci sto lavorando al mio lavoro, sto lavorando al miracolo
Fiducia
Sono qua grazie a tutto ciò che ho fatto nel giusto e nello sbagliato, ogni cosa è formazione.
Questa foto mi riporta a tre anni fa, 19 novembre 2015, quando lavoravo per un ristorante, mi occupavo di relazioni pubbliche e giravo l’Eur a caccia di clienti per questa azienda, con una desolazione infinita, un’angoscia stratosferica e con una grande fiducia che in qualsiasi maniera possibile arrivassi all’obbiettivo. È una mattinata di segnali e inevitabilmente di interpretazioni. Antonella, una mia cara amica, mi invia il ritaglio di un foglio di libro che dice così:
“A volte ci sentiamo rivolgere una domanda che rappresenta un lato fragile della nostra epoca: “Tu ti vuoi bene?” A volte rispondiamo si, quasi sempre mentendo, mentre se la risposta è :no, sentiamo la necessità di aggiungere che e perché non siamo amati abbastanza. Eleonora mi ha scritto che “solo chi è stato amato può amare veramente”, non rendendosi conto che così sta relegando l’amore nel luogo delle spiegazioni, delle definizioni. E se, invece, esistesse dentro di noi un luogo senza spazio, quasi inaccessibile dall’esterno, profondo in cui l’amore sgorga spontaneamente?
E se la nostra ricerca, le nostre spiegazioni, ci portassero lontano da questo territorio, che non può essere imbrigliato nelle nostre definizioni e nelle nostre certezze? Possiamo sforzarci di volerci bene? No, non è possibile: con un lavaggio del cervello, del tutto pericoloso e inutile, possiamo forse piacerci, amarci no. Prima di tutto perché ogni amore è intero solo quando si libera dell’oggetto. Si, non amiamo mai qualcuno, o qualcosa o noi stessi; ci sembra che sia così, ma è un’illusione. È che in realtà siamo presi, catturati da questo fluido misterioso e magico, non serve che ci amiamo, serve semplicemente che amiamo, che facciamo posto all’amore e lui farà la sua parte.
[…]Solo chi è libero ama il mondo e se stesso. La vita non chiede di volerci bene, ma di accettare ciò che c’è dentro di noi.”
Sono Claudia. L’amore è singolo, l’amore è per sé stessi, in due si diventa uno, l’amore è UNO.
Claudia, non sapendo dove io volessi arrivare, scrive queste frasi collegate all’amore ed è bello. Quello che voglio scrivere in questo post è che il più grande beneficio della vita è la trasformazione, ovvero realizzare i propri sogni nel nostro miglior modo d’essere compatibile, infinitamente come siamo.
Esame di lealtà
Teaser:
Sinossi:
L’autore del film ritrova idee e improvvisazione in uno o più dei 250 cartoni che ha tenuto nascosti per tanto tempo. Adesso attraverso i personaggi di questa storia vuole liberarle. Per fare questo ha deciso di usare la metafora del trasloco e alcuni temi atavici come traccia, per aprire un canale di comunicazione con la società. Il film si articola tra domande e risposte. Tu mi siedi davanti sei l’attore, io sono il regista ti ascolto. Le tue risposte ci porteranno alla storia.
Rinascita
Un fascio di luce colpisce il nero del terreno, è come un occhio che scruta tutto. Si muove a destra e a sinistra, spiando, per trovare qualcuno che risponda al suo sguardo. Un esplosione bianca distrugge quella tranquillità che era stata creata. Caos. Caos bianco dappertutto.
La retorica è un interessante meccanismo mentale che spinge all’annullamento della realtà, la retorica distrugge la realtà, la confina in un angolo e non le da spazio, annienta la fantasia, la ingabbia.
Vedi in questo momento sto cantando e sono in gabbia. Mi vedi che sono in gabbia? O forse siamo in gabbia tutti e due? Rimaniamo in gabbia, ci sarà prima o poi un salvatore che ci viene a liberare. La retorica è una lamentela, la retorica è il bianco di un cuore che non ha coraggio.
oggi
28 ottobre 2018 proietto in una visione privata a casa mia per la prima volta il mio film Esame di lealtà. Un sogno avverato, un primo passo, la capacità di superare me stesso. L’impossibile possibile
Il gesto impresso
L’opera d’arte nasce dall’attenzione, è un modo piacevole di restituire, poesia, passione a ciò che incontriamo. Pochi giorni fa ho dialogato piacevolmente con Fulvio, il mio insegnante di yoga, maestro reiki, che conosco da poco, tanto quanto basta a sentire che è una bellissima persona. La nostre è una piacevole interazione. Gli ho chiesto una selezione musicale alla quale ho lavorato oggi. In pratica rispondo con una mia teoria, approfondita nel libro “il gesto impresso”, o nel sito web omonimo, in cui do al contenuto musicale un significato, individuale e rappresentativo dell’agire pensante. Un pensiero trascina l’altro a bordo della musica. Ogni brano musicale assume durante l’ascolto la modalità di quadro in movimento in cui la visione genera contenuti che si intrecciano al sound musicale. Oggi ho voluto condividere con Claudia, che collabora con me da qualche tempo, questa nuova esercitazione. Di seguito le fasi di quella che io chiamo la traduzione emotiva dell’ascolto musicale, in cui troviamo il link e a seguire una visualizzazione in modalità cangiate, fluida e autentica in funzione al proprio vissuto, in relazione a ciò che ascoltiamo. I contenuti sono del sottoscritto per tutti e sei i brani. Al terzo brano troviamo anche il contenuto di Claudia. In coda le restituzioni di entrambi.
Pink Floyd – Wish You Were Here
Incrocio di suoni, incrocio di chitarre. Siamo nel bel mezzo di una strada molto trafficata, un luogo dove tante macchine si incrociano, danno la precedenza e confluiscono ognuna verso la propria direzione. Ci sono alcuno pensieri protagonisti e sono quelli che pensano di più, quelli che guardano meglio degli altri perché sono attenti, perché descrivono la realtà, perché vivono la realtà. È un inno al potere, è un inno a ciò che si può fare. C’è una cadenza perfetta, una sensazione di marcia, una sensazione in cui un gruppo di persone si muovono verso la stessa direzione, e altrettanto fanno altre. Chi va a est, chi va a ovest, chi va a nord, chi va a sud. Il suono in questo caso è un semaforo, che da alternata la precedenza ad ognuna di queste direzioni. Ritroviamoci a questo semaforo, aspettiamo che scatti il verde, abbiamo pazienza quando c’è il rosso, immergiamoci in ciò che siamo. Il futuro è ciò che di più potente abbiamo, perché c’è il presente proiettato. Il futuro è il cinema creato da ciò che viviamo nell’istante in cui lo viviamo. La scena ci porta ad un agricoltore che sotto il sole o sotto la pioggia, semina con passione la propria terra. Vediamo il chicco che cade sulla terra e si fa spazio per generare natura.
Kashmir-Led Zeppelin
Quella marcia a cui siamo sempre abituati, quello scandire del tempo, quella foga da ciclista o maratoneta, si veste a nuovo. Abbiamo appena comprato una tuta nuova, è un piacere vedercela addosso. È tutto molto semplice, a tratti anche duro, ma il nostro procedere sa di coraggio e disciplina. Apparentemente duri, siamo sperduti come chi entra ad una festa e non conosce nessuno. Le sensazioni sono diverse, possiamo provare illusione o possiamo provare disillusione, giriamo attorno come una trottola e ci rendiamo conto che ciò che vediamo è un susseguirsi di stati d’animo, ne scegliamo uno. Scegliamo quello stato d’animo che ci intriga di più, ci avviciniamo e lo esploriamo. Siamo curiosi. Attiviamo un dialogo, lo attiviamo come se stessimo saltando su un tappeto elastico e in una diversa modalità usiamo il fantastico per arrivare all’altro che sta saltando con noi. È un’interazione che rappresenta il gioco della vita. È quell’allegria, quella sfrontatezza che ci siamo negati e oggi la raffiguriamo saltando. E mentre saltiamo marciamo, un esercizio complesso, intrigante, il saltare e il marciare, roba da circo. Siamo stupiti noi stessi che riusciamo a fare due cose contemporaneamente, e aggiungo una terza, perché saltiamo marciamo e cosa più importante sorridiamo. E cosa più importante dialoghiamo. Ops, Ops, Ops. Ad ogni salto c’è il nostro “Ops”, raffigura la cedenza il ritmo la tenacia. Ops, raffigura il gesto, quel simbolico manifesto che sia chiama rappresentazione: Ops. E continuiamo a saltare. Ogni salto c’è un colore nuovo, ogni salto c’è un pensiero nuovo. Si aggiungono altre persone, questo nostro fare ci avvince, avvince. Saltiamo oltre ogni retorica. La retorica che ci consuma e consuma. È una sfida, è una disciplina sfidante. È il nostro spettacolo al quale diamo un nome femminile: tenacia.
The Black Keys – Weight of Love
Un sintonizzatore, la ricerca della giusta frequenza è come un portachiavi pieno di possibilità d’apertura, soltanto una di queste apre quella porta. Entriamo in una casa che è la nostra, entriamo in una casa che ci siamo costruiti. La casa che vogliamo noi, una casa dove ogni cosa è casa. Spazi, la poesia degli spazi, prospettive diverse. Basta posizionarsi in angoli diversi su pareti opposte, arrampicarsi a una scala per guardare la stessa cosa in una maniera diversa. Questo è chiaro. Ci rivolgiamo a chi vive con noi, a chi si relaziona con noi, per comunicare il nostro viaggio, il nostro essere, la nostra esplorazione. Calma, amore mio. Ti verso, ti verso un verso, ti verso del vino in un bicchiere. Mi fermo a guardare quel bicchiere, all’interno c’è un vino rosso, lo guardo, mentre guardo te. La casa ci contiene, contiene le nostre speranze, il nostro presente e il nostro futuro, contiene quel vino, contiene l’istante in cui beviamo guardandoci. Questa casa è immersa nel mondo, questa casa fa parte dell’universo. Pulsa questa casa in un pulsare pulsante. La musica si intreccia. È una festa in cui c’è una convergenza di grande passione, di grande volontà. Che bello vederci contaminati d’amore, che bello vederci rigogliosi di passione. Che bello essere illuminati dal sole che nella sua accezione magica e stellata si chiama luna. (Salvatore)
Una macchina che viaggia su una strada deserta. Il vento tra i capelli. La libertà, il senso di completezza di poter decidere la propria destinazione senza dover rendere partecipe nessuno. Riuscirò a raggiungere il mio obbiettivo? In questo momento non mi interessa, la mia testa è totalmente in balia della musica che si diffonde nell’abitacolo e che scandisce la mia marcia. I colori che prevalgono sono il giallo e l’arancione, è pomeriggio o forse è mattina? Attorno a me ci sono dei canyon e io sono l’unica macchina che li attraversa e che corre percorrendo le strade che come corsi d’acqua spaccano la pietra. Sono rilassata, niente può fermarmi in questo momento, c’è un caldo infernale, ma la cosa non mi disturba, è come se la mia mente fosse completamente staccata dal corpo, come se vaghi alla stessa velocità della mia guida. Arriverò? È davvero importante l’arrivo? È forse il viaggio quello che conta davvero? (Claudia)
Chris Isaak – Wicked Game
Hai presente quando esci dalla doccia tutto inzuppato, vuol dire che hai fatto la doccia, che cos’è? Cosa significa fare la doccia. Abbiamo avuto l’occasione di lavarci e dove l’abbiamo fatto questo? Ci siamo docciati a casa nostra, c’è freddo, caldo? Ci siamo docciati al mare? C’è freddo, c’è caldo, l’acqua è fredda, l’acqua è calda? Ci siamo docciati a casa tua, ci siamo docciati in palestra, ci siamo docciati perché abbiamo giocato a spruzzarci l’acqua? O ci siamo docciati senza esserci docciati? Questa è la sensazione che mi piace esplorare. Mi sono docciato? E non mi sono docciato, oppure mi sono docciato e non mi sono docciato? Quello che desidero è soltanto una sensazione di freschezza con te, è una sensazione che si accosta molto all’erotismo, inteso come infinito atto di libertà e godimento.
It’s the end of the world – R.E.M
Punto, cioè essere in movimento prima del movimento stesso, punto. È l’immagine dell’euforia senza euforia, è l’agitarsi più dello stesso movimento d’agitazione, questo movimento di iper-movimento rappresenta incomprensibilmente la staticità. Raffiguro il mio time lapse in cui l’unico ad essere fermo sono io. Che vuol dire fermo all’interno di un confluire, di un fluire, di un’agitazione in cui non trovo delle proprietà. Sono i pensieri di quest’era, è l’esagerazione dell’uomo manifestata in un’allegoria che si interroga quotidianamente su ciò che è e su ciò che vuol essere.
Attenti a quei due – Sigla italiana
Mi sveglio la domenica mattina perché è il giorno in cui servo messa. Sono un chierichetto. Sono un chierichetto devoto e appassionato del rito, della celebrazione, di tutto ciò che confluisce in essa. Seguo il mio maestro.
Restituzione di Claudia
Nebbia. Pioggia. Confusione. Nebbia mentale. Mente. Sogno. Quiete. Tempesta. Vento. Potenza. Invincibilità. Natura. Uomo. Donna. Amore. Casa. Letto. Famiglia. Bambino. Palla. Amicizia. Sorriso. Felicità. Delusione. Solitudine. Chiuso. Aperto. No. Si. Forse. Possibilità. Speranza. Ambizione. Successo. Presunzione. Arroganza. Tristezza. Buio. Nebbia.
È come un cerchio che continua a chiudersi, la nebbia conduce ad altra nebbia. È difficile che si riesca ad uscire da questa specie di girone infernale che ti fa sentire come in balia delle onde. Un mare agitatissimo, il senso di impotenza che ti assale. La felicità e la solitudine vivono in simbiosi. Si può essere veramente felici senza essere un po’ soli? Ci può essere felicità senza tristezza? Tutto esiste perché esiste il suo opposto. Si chiama equilibrio.
Restituzione Salvatore
Ho ascoltato sei brani. La logica comune, la visione che mi arriva forte è uno sguardo a ciò che ti circonda come un vigile urbano in mezzo ad un incrocio che regola il traffico. Un uomo che vive la sua vita in spazi ben definiti. Un uomo che riempie la sua vita saltando da un pensiero all’altro, dialogando da un clima ad un altro. Questi brani rappresentano, a parer mio, gli elementi primari della libertà in cui ci sfidiamo mai sazi di sapere chi siamo. L’elemento fondamentale è che abbiamo un maestro.
Gilberto Idonea
Dedico oggi il mio pensiero ad un’artista che ci ha lasciato qualche giorno fa. Al vuoto e dispiacere che mi ha invaso. Il mio ricordo va alla sua naturale saggezza, al suo essere attore, alla sua spontaneità di un amorevole burbero da modi regali come ogni grande attore sa fare, ne posso citare tanti che come lui hanno costruito con serietà e disciplina una cultura esportata in tutto il mondo. Il mio ricordo va all’uomo che avuto la necessità di dare amore attraverso il teatro. Il mio ricordo va a ciò che ha creato, al suo dialogo con il pubblico ricambiato, alla sua riverenza e allo stesso tempo irriverenza dell’essere mattatore di palcoscenico. L’ho visto poche volte a teatro, molte di più al cinema e alla televisione. L’ho visto e abbracciato nella vita familiare, quella di tutti i giorni. Ho parlato con lui di cinema e ho ascoltato la sua esperienza, il suo travaglio. I suoi amori sono anche i miei, con lui condivido l’interagire da nonno, questo è ciò che mi commuove tanto e che mi manca. Adesso prego per te Gilberto, perché tu possa rinascere in fretta e dove vuoi e ritrovare ciò che la tua anima vuole